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France 2, Tg occupato da manifestanti: diretta interrotta tra le polemiche (VIDEO)

Una quarantina di precari e di temporanei dello spettacolo invadono lo studio del Tg delle 20.00 della principale emittente pubblica francese. Ma c’era già un precedente.

pubblicato 10 Aprile 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 05:48

Telegiornale (o meglio Journal Télé) delle 20.00 su France 2: una tranquilla serata come tante altre fino a quando, rientrando da un servizio sul terremoto che ha colpito il sud-est del Paese, i francesi si son ritrovati lo studio del Tg invaso da una quarantina di manifestanti, silenziosi e ordinati, con dei cartelli in mano. Una situazione surreale cui l’anchorman dell’edizione, David Pujadas, ha reagito restituendo immediatamente la linea alla rete e interrompendo così la diretta del Telegiornale.

“Eccoci, vi renderete conto dell’occupazione dello studio. Noi cediamo la linea. Non possiamo fare il Tg sotto pressione”.

Mormorio dei manifestanti, mentre in tv compaiono spot, promo e programmi brevi in attesa che si facciano le 20.40 e partano in programmi di prime time (paese civile).

A invadere, di fatto ordinatamente, lo studio sono stati una quarantina di precari, disoccupati e temporanei dello spettacolo, quindi personale che lavora nell’ambiente e che da marzo stanno protestando per gli accordi su una sorta di ‘sussidio di disoccupazione’ – in Francia “assurance-chômage”, ovvero una forma di assicurazione, più o meno obbligatoria nel senso che dipende dagli accordi, che permette di recuperare parte del salario in caso di perdita del lavoro. Nei cartelli esposti in studio si poteva leggere «Non c’è cultura senza diritti sociali» e «PS, Medef, CFDT, FO, becchini della cultura», con riferimento al Partito Socialista e ai tre principali sindacati francesi.

Il fuori programma non ha mancato di scatenare qualche polemica in Francia sull’opportunità o meno di restituire la linea senza lasciare ai manifestanti la possibilità di chiarire le ragioni della propria protesta, sfociato in un dibattito sulla ‘libertà di informazione‘. L’opinione pubblica si è in qualche modo divisa, ma il tg ha spiegato all’indomani dell’evento le ragioni dell’interruzione con un ampio servizio non solo su quanto successo nei propri studi, ma soprattutto cosa agita i manifestanti. Insomma, se n’è parlato senza però lasciare nelle mani di un gruppo di occupanti una delle principali reti tv francesi, tanto più che da un po’ di tempo in Francia gli editori sono ritenuti diretti responsabili di quel che viene trasmesso. Motivo in più per non lasciare dirette a ‘chicchessia’, per quanto potessero essere ‘giuste’ o ‘condivisibili’ le proprie rimostranze.

 

“Vi dobbiamo delle spiegazioni su quanto è successo qui ieri sera”

dice l’anchorman introducendo il servizio, nel quale compare anche il direttore dell’Informazione di France TV, Thierry Thuillier che afferma che

“un Telegiornale è frutto di una scelta, fatta da una redazione, ma questa scelta ieri non era possibile farla. Non si può consegnare una rete, qualsiasi sia l’accusa, la legittimità dell’accusa, a qualsivoglia gruppo di manifestanti. Non è possibile”.

Partita intanto un’inchiesta interna per capire come abbiano fatto i manifestanti a raggiungere sostanzialmente indisturbati lo studio del Tg. Intanto non è stata la prima volta: nel 2003 sempre lo stesso anchorman, David Pujadas, era stato interrotto sempre da un gruppo di lavoratori dello spettacolo che protestavano contro l’assurance-chômage, ma quella volta aveva lasciato volontariamente e in maniera concordata la propria postazione a una portavoce, che tenne la parola per più di 10 minuti. Quell’esperienza gli è servita. Da noi, intanto, sarebbero partite già decine di interrogazioni parlamentari…


Fonte | Blog Le Monde