Franca Rame: Rai 5 la ricorda con un monologo, ma Lo Stupro è solo nei Tg
Un monologo del 1985 in seconda serata su Rai 5 per ricordare l’attrice: finora, però, nessuna rete ha trasmesso Lo Stupro, apparso brevemente solo in qualche servizio tg.
Franca Rame è morta lo scorso 29 maggio, nel ‘giorno’ contro la violenza sulle donne: un giorno simbolico per chi ha fatto della difesa delle donne una bandiera e che ha fatto dello stupro, subìto come sfregio umano e politico nel 1973, un monologo teatrale, portato in scena dal 1979.
Di quel monologo in questi giorni di ricordi tv non c’è traccia: a dirla tutta non c’è una gran traccia di omaggi a Franca Rame nei palinsesti tv, fatte salve rare – e quindi preziose – eccezioni, tutte targate Rai.
Lo scorso 30 maggio, all’indomani della scomparsa, Rai Storia le ha dedicato Franca, ciao, una raccolta di frammenti dei suoi documenti teatrali, delle sue lotte politiche, delle sue partecipazioni tv realizzata da Giuseppe Giannotti e Davide Savelli e trasmessa in seconda serata.
Stasera, invece, sempre in seconda serata, Rai 5 propone“Una giornata qualunque”, uno dei due atti unici di ‘Parti Femminili’ realizzati con Dario Fo a metà degli anni ’80, in onda alle 23.37.
Poi più niente. Ci si è sconvolti tanto per la diretta del matrimonio di Valeria Marini in un contenitore leggero della domenica e non ci si scompone affatto per l’assenza di un ‘omaggio’ un po’ più corposo a una donna – e a una coppia – che in fondo ha portato a casa un Nobel per la Letteratura dopo Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo e Montale insieme all’uomo della sua vita, cui ha dedicato una struggente lettera d’amore prima di morire.
Personalmente mi colpisce il fatto che nessuna rete abbia deciso di proporre Lo Stupro, monologo che ha inevitabilmente segnato la carriera della Rame, la vita di molte donne (che in lei si sono immedesimate) e ha fatto ‘frizzare’, come una ferita aperta, la coscienza civile di un Paese che, ad oggi, non ha ancora fatto il salto di qualità verso il pieno rispetto dell’altro ‘dal maschio autoctono’. Quel monologo è rimasto a rappresentare una carriera strepitosa di attrice, scrittrice, autrice e co-autrice di un premio Nobel – anche suo, come ha sottolineato Fo – e approdato in tv, integralmente e in diretta, nel 1988 in una serata del Fantastico 7 di Adriano Celentano.
Per alcuni, di quel monologo si è parlato anche troppo nei suoi coccodrilli, fatto ritenuto riduttivo di una carriera appassionata e camaleontica; di certo se n’è parlato male in qualche sbrigativo ed equivoco servizio tg; di contro penso che sia anche normale appellarsi all’opera che più di altre ha colpito l’immaginario collettivo ed è diventata la ‘marca popolare’ di un personaggio non certo televisivamente popolare.
Tant’è, il ricordo tv di Franca Rame è passato per quell’evento, raccontato più come fatto di cronaca nera che come passaggio miliare di un’opera artistica, culturale, sociale e politica. E nessuno ha avuto il coraggio, finora, di ritrasmettere Lo Stupro in tv, di riproporre quel monologo nella sua interezza, senza inserirlo in una qualche cornice documentaristica e come invece fu fatto (non senza polemiche, certo) 25 anni fa, nella Rai di Manca e Agnes, in una tv di appena sei canali, di cui tre praticamente appena nati.
Se Lo Stupro venisse davvero trasmesso in tv, e soprattutto dalla Rai, mi aspetterei un fiume di proteste. E lasciamo perdere il fatto che in prima e in seconda serata vada in onda di ben peggio, e senza neanche la cornice della creazione artistica, bensì quella più dura della cronaca politica o giudiziaria. A parte qualche secondo montato nei coccodrilli dei tg e un breve estratto mostrato oggi da Tv Talk nulla più è stato mostrato di quel lavoro. Per fortuna c’è YouTube e c’è il web.
Ma non vederlo in tv, magari proprio il giorno contro la violenza sulle donne mi lascia, in fondo, l’amaro in bocca. Lo rivediamo in due parti, tratte proprio da Fantastico 7.