Four Weddings and a Funeral su StarzPlay una rilettura moderna e contemporanea da vedere con un barattolo di gelato
Creata da Mindy Kaling la miniserie è una lettera d’amore alle commedie romantiche degli anni ’90
Four Weddings and a Funeral arriva da oggi 27 febbraio su StarzPlay, piattaforma di streaming del gruppo Starz-Lionsgate, distribuita in Italia tramite Apple Tv, il che vuol dire che è attivabile solamente da un device Apple ma è visibile ovunque sia disponibile l’app Apple Tv, per fare un esempio pratico su Fire Stick di Amazon l’app di Apple Tv è disponibile si può vedere StarzPlay ma non ci si può abbonare (al costo di 4,99 € al mese).
Per chi, nonostante questo giro complesso, avesse deciso di sottoscrivere l’abbonamento a StarzPlay troverà diverse serie tv e film tra cui molti prodotti esclusivi per l’Italia come The Act, Pennyworth, Castle Rock, Vida e dalla prossima estate The Great una serie Hulu con Elle Fanning e Nicholas Hoult, che rilegge in chiave comico-satirica la vita di Caterina La Grande.
Tra questi titoli esclusivi da oggi giovedì 27 febbraio arriva anche Four Weddings and a Funeral, una miniserie (potenzialmente antologica ma per il momento non ci sono tracce di future nuove stagioni) ispirata all’omonimo film anni ’90 con Hugh Grant, Quattro Matrimoni e un Funerale. Soltanto ispirata perchè l’operazione messa in piedi di Mindy Kaling, già protagonista e autrice di The Mindy Project, prende il titolo del film per inserirci dentro un po’ tutte le commedie romantiche di quegli anni.
Una commedia tante commedie
I fan di The Mindy Kaling lo sanno bene, la protagonista aveva una forte passione per le commedie romantiche, pensava di viverci dentro, le sognava. Mindy Kaling con Four Weddings and a Funeral riesce a dar corpo ai sogni del suo stesso personaggio dando vita a una miniserie che dona nuovo vigore a un genere forse un po’ sacrificato nel mondo della serialità, incapace di inquadrarlo tra le commedie da 30 minuti e i drammi da 45, ma anche dimenticato dal cinema perso tra i tanti blockbuster costruiti più sugli effetti speciali che sulla storia.
La serie ripercorre quindi la struttura dei 4 matrimoni e un funerale raccontando le vicende di Maya, interpretata da Nathalie Emmanuel, che lavora negli Stati Uniti come comunicatrice e torna a Londra per il matrimonio della sua migliore amica. In aeroporto incontra Kash (Nikesh Patel) e scatta subito la scintilla tra i due, peccato che se lo ritroverà davanti come futuro marito dell’amica Ainsley (Rebecca Rittenhouse). Nell’intreccio romantico si infila Duffy (John Reynolds) che ha una cotta per Maya dal college. A completare il gruppo di amici ci sono Gemma (Zoe Boyle), Craig (Brandon Michal Smith) e Zara (Sophia La Porta).
No non è un remake
Le vite dei vari protagonisti si incontrano, si scontrano con un gusto tipicamente contemporaneo tra religione, reality show e situazioni divertenti nate da incomprensioni e fraintendimenti come spesso capita nel mondo delle commedie romantiche. Si ride e si piange, l’importante è eliminare il titolo e il pensiero che sia un remake, reboot o quant’altro. No Four Weddings and a Funeral è una divertente commedia romantica a episodi che piacerà tantissimo ai fan di Mindy Kaling. Nei diversi personaggi si ritrova lo stesso gusto per l’imbarazzo, che si trova in The Mindy Project ma anche nel film E Poi c’è Katherine, Mindy ha una sua identità ben definita e la riporta in ogni suo lavoro sia come attrice che come autrice, fatta di riferimenti contemporanei, di citazioni meta-televisivi o cinematografiche.
Naturalmente portandosi dietro anche i suoi limiti, tra cui un eccessivo gusto nell’allungare il brodo anche quando non necessario, un girare intorno alle vicende che fa diminuire l’effetto sorpresa emotivamente coinvolgente. Superando quindi alcuni eccessi, Four Weddings and a Funeral è consigliato per chi è in cerca di una serie tv capace di far espandere il proprio cuore, da vedere sul divano con una ciotola di gelato in mano.
Senza nulla voler togliere allo splendido lavoro dei nostri doppiatori, in questo caso vi invito a vederla in lingua originale con i sottotitoli non solo per godere a pieno dell’accento britannico, ma anche per cogliere le varie sfumature dei personaggi di origine indiana.