Flavio Montrucchio: “Bake Off – Dolci sotto un tetto è il frutto di questo 2020. Sono un conduttore al servizio del programma, non prenderei il posto di Benedetta Parodi”
Per Flavio Montrucchio il passaggio dal 2020 al 2021 segna un periodo ricco di impegni professionali. Ecco le dichiarazioni del conduttore a TvBlog
Per Flavio Montrucchio è un periodo d’oro, televisivamente parlando. Se venerdì scorso, nella serata di Natale, ha condotto, insieme a Alessia Mancini, la finale di Junior Bake Off, da domani parte un nuovo impegno per lui, che lo vede però sempre impegnato all’interno della famiglia di Bake Off. Martedì 5 gennaio segna poi la data di partenza della sua terza edizione alla guida di Primo Appuntamento, il dating show di Real Time.
Flavio, partiamo da questa nuova avventura di Bake Off – Dolci sotto un tetto. La versione family della tradizionale gara di pasticceria – nella quale si sfideranno coppie di conviventi, di qualsiasi natura, da madre/padre con figlia a fratelli, fidanzati e semplici coinquilini – nasce nella sua ideazione e scrittura dal periodo che abbiamo vissuto in questa primavera, quando da un giorno all’altro le nostre vite sono cambiate nelle abitudini quotidiane e ci siamo trovati costretti a ridisegnare la nostra routine giornaliera? La cucina infatti in quel periodo è stata riscoperta da molte famiglie come luogo di aggregazione…
Hai centrato perfettamente il punto. Questa versione di Bake Off nasce da una delle difficoltà di questo momento che stiamo vivendo, ovvero il fatto che non si possa stare vicino a persone che non siano propri conviventi. Noi abbiamo voluto trasformare questa debolezza in un punto di forza e allora abbiamo pensato a questa nuova versione di Bake Off, che probabilmente non sarebbe nata se non avessimo vissuto quei mesi di chiusura forzata in casa, che ci hanno fatto riscoprire la cucina, fatta soprattutto in famiglia con i propri “congiunti”. Possiamo dire che Bake Off – Dolci sotto un tetto è il frutto di questo 2020, la risposta di una rete come Real Time, che è sempre molto sul pezzo, nel riproporre una situazione reale e attuale vissuta in questo particolarissimo anno, con un brand forte come Bake Off.
I telespettatori di Bake Off – Dolci sotto un tetto cosa troveranno di diverso rispetto alla versione classica del format?
Dalle prove ai giudici, i telespettatori affezionati a Bake Off ritroveranno gli elementi a cui sono abituati. Ci saranno, infatti, in giuria, come al solito, Ernst Knam, Damiano Carrara e Clelia D’Onofrio, mentre la puntata sarà scandita dalle classiche tre prove, quella tecnica, quella creativa e quella a sorpresa. Il vero elemento in più di Bake Off – Dolci sotto un tetto saranno le situazioni anche comiche, che si verranno a creare nelle coppie fra i forni, che metteranno in qualche modo in secondo piano la gara, portando invece alla luce tutto quel calore famigliare che si ritrova anche nelle mura domestiche. La tensione della gara sopravvive, ma, essendo uno spin off che va in onda durante le Feste, è inevitabile che si cerchi qualcosa in più rispetto alla semplice competizione.
Con anche la conduzione di Bake Off – Dolci sotto un tetto, che si aggiunge all’edizione appena terminata, da te condotta, di Junior Bake Off e a quella dello scorso anno di Bake Off – All Stars Battle, che ha visto sempre il tuo volto alla conduzione, ti stai un po’ affermando come il conduttore degli spin off di Bake Off. Questo ruolo di “sostituto” di Benedetta Parodi, che conduce la versione tradizionale della gara, non ti sta un po’ stretto? Se un giorno la Parodi dovesse lasciare, ti piacerebbe prendere il suo posto?
Io in realtà mi sento lusingato e Bake Off per me ha rappresentato un attestato di stima. Quando dopo la prima edizione di Primo Appuntamento mi hanno chiamato alla conduzione di un programma diametralmente opposto a livello di contenuti, è stata una grande soddisfazione perché Bake Off rappresenta un marchio identitario di Real Time. In realtà se Benedetta dovesse lasciare, non avrei l’ambizione di prendere il suo posto. Ci sono alcuni format che nascono con un conduttore e si identificano talmente tanto l’uno con l’altro che sarebbe un errore snaturarli. Benedetta è bravissima e conduce in maniera egregia con i suoi ingredienti, che non sono i miei. Io, negli spin off, posso esprimere meglio il mio lato creativo, che forse nella versione tradizionale sarebbe un po’ soffocato. Piuttosto preferirei “trovare una casa mia”, senza andare in affitto da altri…
A proposito di questo, questa “casa” che cerchi pensi di poterla trovare nell’abito che ti sei ritagliato in questi anni di conduttore famigliare? Un paio di anni fa parlavi della conduzione di un game show: resta questo il sogno nel cassetto o pensi che, data anche la tua esperienza pregressa da attore, tu possa avere anche altre carte da giocare sul piccolo schermo?
In tanti anni ho avuto la possibilità di maturare esperienze diverse e sono contento delle tante frecce nella faretra che ora mi ritrovo. Oggi sono contento delle frecce che sto sparando, che non sono tutte quelle che possiedo, ma è giusto così perché Real Time necessita di certi contenuti, che sono poi quelli che servono a me per una crescita professionale. Non voglio essere un conduttore famigliare, ma un conduttore al servizio del prodotto, cercando di offrire anche mie idee e miei spunti nei miei programmi.
Se le sirene di Rai, Mediaset e Sky dovessero tentare di persuaderti con il loro canto, ti lasceresti ammaliare dalla proposta di un programma in studio, che era un tuo desiderata di alcuni tempi fa, ma che sembra incompatibile con la rete in cui ti trovi ora?
Io con programma in studio intendevo proprio un game show tradizionale. Real Time non lo lascerei, ma cercherei un compromesso per poter lavorare in entrambi i canali. È innegabile che abbia delle aspirazioni e credo che sia normale che sia così, ma al momento sto facendo un bel percorso a Discovery e ci sono ancora tante cose in ballo. Non mi sono posto obiettivi con scadenze e quindi il game show è un sogno che per me si può realizzare nel 2021, così come nel 2022.
Quindi non hai mai ricevuto proposte, in questi anni a Discovery, da altri network? Circa due anni fa, eri entrato in una lista di dieci papabili conduttori per Reazione a Catena, il game show estivo di Rai 1. Sei mai stato contattato realmente?
No, a me non è mai arrivata formalmente una proposta. Sono voci che anch’io avevo letto, ma circolavano all’epoca molti nomi. Non ho mai comunque sostenuto un provino per il ruolo di conduttore.
Passiamo a parlare di Primo Appuntamento, che per rimanere nell’ambito del programma è il tuo “primo amore”. Ci saranno delle novità in questa edizione? Il programma quanto ha risentito delle norme anti-Covid?
All’inizio della pandemia avevamo pensato che non saremmo proprio riusciti a realizzare il programma perché per noi l’elemento fondamentale è la socializzazione, il contatto fisico fra due persone. Poi grazie ai test rapidi, tramite un enorme sforzo a livello produttivo, siamo riusciti a realizzare il programma. A Primo Appuntamento abbiamo realizzato una vera e propria bolla Covid free, che sarà la vera novità di quest’anno. Attraverso il monitoraggio quotidiano con i tamponi siamo riusciti a fare un regalo a tutti coloro che hanno partecipato e probabilmente offrire un’occasione di socializzazione, in piena sicurezza, in un anno così difficile, sotto questo punto di vista è stato un ulteriore incentivo. Sarà per questo che c’è stato un notevole incremento nelle proposte arrivate per partecipare al programma. In questa edizione ci saranno outing durante la cena, persone che hanno voluto cambiare tavolo perché si sono innamorati di un altro. La forza di Primo Appuntamento è nel non avere un preconfezionamento preciso, è un reality nel verso senso della parola, senza alcuna sovrastruttura.
Dati gli ascolti in continua crescita di anno in anno, alla tua terza edizione di Primo Appuntamento aumenta l’ansia da prestazione o la sicurezza del veterano?
Diciamo che sono presenti entrambe le componenti. Le affermazioni professionali mi servono perché tendenzialmente sono una persona timida e insicura e quindi riescono a darmi una struttura. Se dovessi accorgermi che le cose non stanno andando bene, tenderei a fare un passo indietro, sentendomi di troppo.
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi: sono in arrivo degli spin-off anche per Primo Appuntamento? Un anno fa non escludevi ai nostri microfoni un Primo Appuntamento e poi…, mentre ora si parla di Primo Appuntamento in Crociera.
Per i prossimi mesi ci sono progetti più che concreti, per i quali stiamo lavorando per il 2021. Sicuramente fra qualche settimana potrò dire qualcosa in più.
Il 2021, che inizia domani, quindi si apre con Discovery e probabilmente si chiuderà anche con Discovery.
Assolutamente sì. La rete la fanno le persone e io ho una stima sfrenata per Gesualdo Vercio (direttore di Real Time, ndr) e Laura Carafoli (responsabile della programmazione e delle produzioni originali del gruppo Discovery Italia, ndr). Con loro si è instaurato un rapporto personale, qualcosa che altrove non sarebbe scontato. Non posso che mostrare quindi gratitudine per chi mi ha dato l’opportunità di fare un’importante crescita professionale e chi mi ha dato questa possibilità può permettermi di farne anche altra di esperienza. La crescita che qui sto facendo non è detto che possa avvenire altrove.