Fiorello: “Non ho voglia di fare tv, possibile che non la faccia mai più”
Il programma con il quale sarebbe dovuto tornare in Rai nel 2018 (in seconda serata) è saltato?
Sembrano passati anni e invece risale soltanto a poco più di un mese fa l’annuncio del suo ritorno in Rai per il 2018. Fiorello, intervistato da Vanity Fair, che gli dedica la copertina, fa sapere che potrebbe aver detto addio alla tv per sempre:
È possibile che non la faccia mai più, sì. Per me l’importante è fare spettacolo. Con una o con tremila persone, è uguale. Accadrà finché vivrò perché sono riuscito a smettere di fumare, ma non riesco a smettere di pensare al mio mestiere. La tv è un’altra cosa. È il meno veritiero dei mezzi con cui mi esprimo. Il più irreggimentato. È vero che sono pigro, che mi piace stare a casa con le mie figlie e con Susanna, che il mio divano è la mia Arca e che quando faccio qualcosa di importante, per un effetto psicosomatico, vorrei regolarmente ammalarmi. Ma è vero anche che per adesso non ne ho più voglia. A Il più grande spettacolo dopo il weekend, dopo aver cantato, esco salutando le immagini dei grandi personaggi che da Sordi a Fellini, da Loren a Mastroianni avevano lavorato allo Studio 5 di Cinecittà, guardo la telecamera e vado dietro un muro. Mentre lo facevo pensavo proprio ‘Non mi rivedrete mai più’. Era partita la gara a parlar male di me, a mettere in piazza ingaggi inventati, a pubblicare articoli tremendi, a organizzare all’interno della stessa Rai trasmissioni utili a rompermi pretestuosamente le palle. Ero molto arrabbiato.
Lo showman ammette di essere “permaloso e rancoroso” e di fare “molta fatica ad accettare le critiche“:
Sono fatto così: ti posso piacere o meno, tu sei libero di dire ciò che vuoi, io di non fare più un varietà. Poi i tempi sono cambiati e non è detto che ciò che andava bene ieri vada bene anche oggi. Vedo gente che con il 22 per cento di share stappa lo champagne. Noi arrivammo al 63. Quanto dovrei fare ora per non deludere le aspettative?
Quindi ribadisce che “non ho più voglia di stupire, mi sono stufato dell’ansia da prestazione, delle riunioni, della liturgia“:
Ora faccio la radio ma la radio, per carburare, richiede tempo. In tv è tutto e subito. Viva Radio 2, per esempio, andò veramente bene solo al terzo anno. Con Il Socialista cerco di far capire che l’età non conta. Che se hai delle idee, anche a 50 anni, come faceva Arbore, puoi incontrare il pubblico più giovane di te. Mi vanto di aver intuito le potenzialità degli smartphone già nel 2010 perché mi è sempre piaciuto sperimentare e non ho mai voluto sedermi sul successo. Facebook apre una strada, vediamo dove porterà.