Fiorello – La Rai comunica: «Stesso compenso del 2004». Perché non pubblicare spese e ricavi?
La Rai difende Fiorello e il suo compenso. Ma non comunica le cifre.
In un comunicato stampa, la Rai cerca di buttare acqua sul fuoco sulle polemiche innescate dalla circolazione delle cifre relative al compenso di Fiorello (nell’immagine, autoimmortalato in uno degli scatti che lo showman regala ormai quotidianamente ai suoi fan su Twitter attraverso TwitPic) per la conduzione de Il più grande spettacolo dopo il weekend, che inizierà il prossimo 14 novembre. La Rai fa sapere che:
Il ritorno in Rai di Fiorello con uno show di quattro puntate “Il piu’ grande spettacolo dopo il weekend” a partire dal prossimo 14 novembre e’ un importante progetto editoriale che consentirà di illuminare il palinsesto di RaiUno in questa stagione di garanzia autunnale assicurando a Rai importanti introiti pubblicitari.
Questo, naturalmente, non è stato messo in dubbio da nessuno, ci mancherebbe altro.
Fiorello dal canto suo ha condiviso con Rai questo progetto editoriale proponendo lui stesso sin dall’inizio un compenso come quello percepito nel 2004 e di gran lunga inferiore a quello che il mercato normalmente gli garantirebbe. Per questo motivo Fiorello si e’ dimostrato ancora una volta amico della Rai sia perché ne ha accettato le prassi economiche sia perché ha voluto, insieme a Rai, comprendere e condividere, nel confezionamento e nella realizzazione del programma, quelle scelte e quei vincoli, anche di natura giuridica che la Rai, a differenza dei suoi competitors, e’ chiamata a rispettare.
Questa è, evidentemente, una cosa che fa onore al conduttore. L’aver accettato un compenso “fuori mercato” in segno di amicizia nei confronti della Rai, ovviamente, e in linea conquanto percepito ai tempi di Stasera pago io. Tuttavia, è impossibile non notare una cosa: nell’ottica di una informazione completa e trasparente, quella che deve fornire un servizio pubblico di tale nome, la Rai avrebbe dovuto anche precisare l’importo del compenso di Fiorello, il costo definitivo del programma e il prospetto del preventivo degli introiti pubblicitari del programma stesso. In questo modo – e solo in questo modo – tutti i discorsi strumentali sugli eccessi e sulla crisi potranno essere messi a tacere.
Se l’obiettivo del servizio pubblico dev’essere risanare le sue casse disastrate per produrre – si spera – programmi di qualità e offrire un vero servizio pubblico, allora deve imparare anche a comunicare. Non bisogna spaventarsi a dichiarare le cifre. Anche perché oggi, nell’era dell’ipercomplottismo sul web, se non si dichiara ufficialmente e a chiare lettere, va a finire che poi la gente si insospettisce.
Non sarebbe molto più semplice, invece, dichiarare, all’interno della stessa nota difensivista: spenderemo X e ricaveremo Y per un guadagno Z?