Home Rai 1 Fiction Rai, quante repliche: oltre 500 in tre anni. Leone: “Investire su nuove produzioni”

Fiction Rai, quante repliche: oltre 500 in tre anni. Leone: “Investire su nuove produzioni”

Un’indagine de La Stampa rivela come sui tre canali principali della Rai, in tre anni, siano andate in onda ben 579 repliche di fiction. Giancarlo Leone chiede di investire di più sugli investimenti

pubblicato 26 Gennaio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 07:49

579: è il numero di repliche di fiction proposte negli ultimi tre anni dai tre principali canali della Rai (Raiuno, Raidue e Raitre), in pratica una ogni poco più di due giorni. E’ il risultato dell’analisi pubblicata da Paolo Festuccia su La Stampa e che evidenzia come la tv di Stato, negli ultimi anni, abbia un po’ messo da parte l’investimento in un genere che, invece, potrebbe regalare soddisfazioni maggiori.

Il genere seriale è infatti quello che maggiormente, rispetto ad altri, fidelizza il pubblico, crea l’identità di una rete ed attira l’interesse del mercato straniero, oltre a creare reazioni nell’opinione pubblica di confronto ed analisi di numerosissimi temi. Perché la serialità, per natura, è il racconto del mondo che ci circonda e, quindi, ha un potenziale narrativo infinito.

Eppure, la Rai negli ultimi anni sembra aver messo un po’ il freno a mano: le produzioni inedite, certo, ci sono, ma in palinsesto non mancano le riproposizioni di serie già andate in onda. Il caso più eclatante è quello de Il Commissario Montalbano, “re” delle repliche: 44 in tre anni. Ma non mancano i casi di altre fiction rimandate in onda (soprattutto d’estate), anche per rinfrescare la memoria al pubblico in vista delle nuove stagioni in arrivo.

L’analisi del quotidiano ha provocato la reazione di Michele Anzaldi di Italia Viva, che chiede che in Vigilanza siano ascoltati i vertici Rai per riferire. Politica a parte, sulla questione è intervenuto anche Giancarlo Leone, Presidente dell’Associazione produttori audiovisivi ma anche, in passato, amministratore delegato di Rai Cinema, vicedirettore generale della Rai e direttore di Raiuno.

Il problema, secondo Leone (interpellato sempre su La Stampa da Michela Tamburrino), sta “negli investimenti. Le fiction sono un prodotto vincente. (…) Credo che sarebbe giusto trasferire alcuni costi sul prodotto. Portare gli attuali 180 milioni (di investimento nel genere, ndr) a 250 milioni, perché i palinsesti sono pronti ad accogliere un flusso maggiore di prodotti originali”.

Dove trovare questi 70 milioni in più? “Dai canali Rai tematici, poco seguiti e poco sfruttati. Sicuramente concentrare l’offerta potrebbe consentire un trasferimento su prodotti più strategici. Il budget Rai, rimasto uguale rispetto agli ultimi anni”, prosegue Leone, “è notevolmente diminuito se si guarda a dieci anni fa. I costi invece aumentano, la qualità cresce rendendo insufficiente la risorsa economica a disposizione”.

Una situazione che riguarderebbe anche Mediaset, “passata dagli ottanta milioni ai cinquanta attuali”. La fiction costa di più di un talk, “ma bisogna aggiungere che dà anche più resa in termini di ascolto e di raccolta pubblicitaria”.

Leone sottolinea anche il calo di serate disponibili per le fiction su Raiuno negli ultimi due anni, quando la domenica -serata tipicamente dedicata alle serie italiane- è andata a favore di Che Tempo Che Fa, ma ricorda anche l’investimento in daytime con Il Paradiso delle Signore.

L’avanzare delle piattaforme streaming, conclude Leone, non deve spaventare: “Bisogna crederci di più. I canali lineari devono rispondere alla sfida producendo maggiori creazioni originali. Il tema è far crescere l’industria. Le piattaforme aumenteranno, l’importante è rispondere con una politica industriale più aggressiva”.

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