Daniele Cesarano a Blogo: “Fiction Mediaset in calo: vi spiego perché (e come stiamo cercando di recuperare)” (VIDEO)
Leggi l’intervista di Blogo al direttore della fiction Mediaset
In occasione della presentazione della quarta stagione di Le tre rose di Eva (che ha debuttato ieri sera su Canale 5), Blogo ha intervistato Daniele Cesarano, direttore della fiction Mediaset. È stata l’occasione per parlare non soltanto della serie con Anna Safroncik e Roberto Farnesi, ma anche dello stato generale della serialità del Biscione, dei buoni risultati ottenuti dall’Isola di Pietro con Gianni Morandi e di tanto altro
Le tre rose di Eva 4 mette da parte il thriller e torna alle passioni. Come mai?
Sì, c’è la volontà di recuperare gli elementi fondamentali de Le tre rose di Eva, ossia il misto di generi tra passione, melò e un po’ di crime e di thriller accentuando maggiormente la componente passionale. È una scelta legata molto al ritorno della protagonista Aurora (interpretata da Anna Safroncik, Ndr).
Anna Safroncik aveva annunciato l’addio alla serie, Endemol aveva espresso amarezza pubblicamente, l’attrice è poi tornata sui suoi passi. Cosa era accaduto?
Io non c’ero, se vuoi indago e lo scopro (ride, Ndr).
Qual è lo stato attuale della fiction di Mediaset?
Lo stato delle fiction lo danno i numeri. Basta leggere i numeri, che sono pubblici, per capire lo stato. La fiction Mediaset negli ultimi anni ha avuto una flessione e ora sta cercando di recuperare. Va sempre ricordato che buona parte della fiction contemporanea è nata a Mediaset; molti autori e registi che oggi vanno di moda sono nati a Mediaset, che ha avuto un primo ciclo di fiction di dominio. Poi ha avuto un calo fisiologico e ora sta cercando di ripartire.
Per ripartire puntate sulla qualità della scrittura delle sceneggiature o sui nomi forti, come per esempio Gianni Morandi la cui Isola di Pietro è andata bene?
Se hanno chiamato uno sceneggiatore a dirigere la fiction la risposta alla tua domanda è implicita.
Bene, ma nei fatti questo lavoro sulla scrittura dove lo vediamo?
L’Isola di Pietro è stato un successo, ma non me lo posso accreditare perché io non ero ancora direttore quando è stata realizzata. Le ‘mie’ fiction andranno in onda nella prossima stagione. Comunque per l’Isola di Pietro non parlerei di una cattiva sceneggiatura e di meriti da attribuire solo a Morandi anche perché non si fanno buoni prodotti solo con gli attori: ci sono i volti e le storie, e bisogna sempre partire dalle storie. Per alcuni prodotti i volti noti sono necessità, per altri no. In entrambi i casi, però, ribadisco, quello che conta è che la storia alle spalle sia buona.
L’intervista continua nel video in apertura di post. Si parla di Rosy Abate, del pubblico Mediaset “infedele” e del confronto con Rai, Sky e Netflix.