Le fiction italiane scoprono nuovi mondi: il mercato estero diventa sempre più realtà per molti titoli
Da Leonardo a Doc-Nelle tue mani, passando per Rocco Schiavone, Il Cacciatore, Masantonio e L’Amica Geniale: le fiction italiane scoprono nuovi confini
La fiction italiana è morta, lunga vita alla fiction italiana! Scherzi a parte, chi dice che le serie tv prodotte esclusivamente per la tv generalista siano destinate a fare poca strada, si sbaglia sempre di più. Perché oltre gli ascolti c’è di più, c’è un mondo, letteralmente: è il mercato internazionale, dove numerose fiction italiane in questi anni si stanno facendo sempre più spazio, senza paura di confrontarsi con le big del settore all’estero.
L’ultimo caso riguarda Leonardo, la serie dedicata a Da Vinci che Raiuno ha mandato in onda la primavera scorsa: The Cw, lo stesso network di The Flash, Riverdale e Walker, per intenderci, ha annunciato di averne acquistato i diritti per la messa in onda negli Stati Uniti. Leonardo, va detto, è una co-produzione internazionale, che vede l’Italia in prima linea, con Lux Vide e Rai Fiction collaborare insieme a Big Lights Productions e Sony Pictures Television. L’anno scorso, tra l’altro, sempre The Cw aveva trasmesso Diavoli (diventato Devils), altra co-produzione internazionale di Lux Vide.
La casa di produzione di Luca e Matilde Bernabei è ormai abituata a vendere le proprie serie all’estero: ne è un esempio non solo Don Matteo, ma anche Doc-Nelle tue mani, che subito dopo la messa in onda italiana ha debuttato in Spagna ed in Portogallo, e poi in Francia. Ma non c’è solo Lux Vide a festeggiare il successo all’estero delle proprie produzioni.
Può dirsi soddisfatta anche la Cross Productions, a cui si devono due delle serie tv generaliste più accattivanti degli ultimi anni: Rocco Schiavone ed Il Cacciatore. Nel caso della serie con Marco Giallini, i diritti sono stati venduti, tra gli altri, in Germania, Francia, Polonia, Russa, America Latina e Stati Uniti. La serie con Francesco Montanari, invece, ha ottenuti ampi consensi in Gran Bretagna, Australia, Francia e non solo: entrambe, poi, sono nel catalogo di Amazon Prime Video per numerosi Paesi stranieri.
L’elenco, però, è molto più lungo: basti pensare anche ad I Bastardi di Pizzofalcone (in onda anche in Spagna) o a Masantonio (che prima ancora della sua trasmissione in Italia aveva debuttato in Francia). C’è poi il caso de L’Amica Geniale, anche questa una co-produzione internazionale che ha sbancato per successo di pubblico e di critica.
Questo per quanto riguarda le serie in onda sulla tv generalista italiana: se dovessimo ampliare il discorso alle serie di Sky, ovviamente la lista si farebbe ancora più lunga (basti pensare alla risonanza che ha ottenuto a livello globale Gomorra-La serie, ma l’elenco sarebbe davvero molto più corposo).
Tutte storie differenti tra di loro, ma che ci insegnano due cose. La prima è l’importanza di avere ben chiare l’idea della distribuzione internazionale del prodotto. Se una volta la fiction era realizzata con l’obiettivo quasi esclusivo di farla andare bene in prima serata sulle reti Rai o Mediaset, ora si punta molto più in alto: per riuscirsi serve l’appoggio di una distribuzione capace di vendere i diritti della propria produzione anche oltre i nostri confini.
Ma per catturare l’attenzione delle reti straniere, serve che la trama, i personaggi, le ambientazioni devono saper catturare l’attenzione di un pubblico più vasto. E qui entra in gioco il lavoro di squadra di tutta una produzione. Dagli allestimenti al casting, fino alla regia, alla fotografia ed al comparto tecnico, la fiction italiana deve pensare da subito in grande, abbattendo quegli steccati che fino a pochi anni fa delimitavano un confine e rappresentavano un ostacolo.
I titoli sopra citati hanno tutti avuto da una parte la sapienza di saper unire gusti tipicamente italiani a racconti dal respiro internazionale e, dall’altra, il coraggio di immaginarsi subito trasmessi all’estero e, di conseguenza, lavorare per raggiungere tale scopo. Una forma mentis che è stata sempre più condivisa in questi anni e che, nonostante i soliti detrattori che criticano per abitudine e non con cognizione di causa, hanno trasformato la fiction italiana in qualcosa il cui valore sta aumentando ancora oggi.