La famiglia che si fa fiction: il family drama in Italia e le soddisfazioni che sa dare
Il family drama non è facile da produrre, ed anche per lo spettatore richiede particolare impegno: eppure, quando è riuscito, regala soddisfazioni
E’ il genere più affascinante che la serialità possa offrire, quello che regala agli sceneggiatori la maggiore possibilità creativa, eppure anche il più rischioso. Parliamo del family drama o, per dirla all’italiana, il dramma familiare, il racconto che si sviluppa all’interno di una famiglia -allargata o no- composta da numerosi componenti, inclusi gli acquisiti.
A rispolverare il genere nella tv italiana, nelle ultime settimane, sono state due serie: Tutta Colpa Di Freud ed A Casa Tutti Bene. Due modi di raccontare la famiglia assolutamente differenti, e con altrettanti esiti diversi, nonostante la base di partenze di entrambe fosse un lungometraggio. La fiction con Claudio Bisio (da mesi disponibile su Amazon Prime Video) si è infatti soffermata su un nucleo ristretto, composto da padre e tre figlie, giocando (o provando a farlo) sulle insicurezze di ciascuno di loro. Un family sì, ma più virato verso la comedy (e, spiace dirlo, poco riuscito).
La serie tv tratta dall’omonimo film del 2018 di Gabriele Muccino (che ha scritto e diretto anche l’adattamento) ci ha ricordato perché i family drama, quando fatti bene, ci piacciono così tanto: la famiglia, centro della società, è un meraviglioso vaso di Pandora, che una volta scoperchiato può riservare infinite sorprese. Da eredità con sorpresa, agli affari di famiglia da gestire, fino a vecchi e nuovi amori, rapporti genitori-figli (e relativo scontro tra generazioni), tradimenti e segreti, il family drama è davvero l’unico genere che può raccontare di tutto. E Muccino, nella sua prima serie tv, ha saputo dimostrarlo.
Chissà che la buona riuscita di A Casa Tutti Bene-La serie possa spingere altri produttori e broadcaster italiani a ri-tentare la strada del racconto familiare. Una strada che sia la Rai che Mediaset conoscono molto bene, con titoli diventati cult ed altri passati nel dimenticatoio.
Il family italiano per eccellenza non può non essere Un Medico in Famiglia, di cui ancora oggi gli appassionati chiedono a gran voce una nuova stagione, anche solo per chiudere definitivamente le vicende della famiglia Martini, raccontate in dieci stagioni, dal 1998 al 2016.
Mediaset, dal canto suo, dal 2006 e negli otto anni successivi ha risposto con I Cesaroni, con protagonista l’altra famiglia nazionalpopolare della tv italiana. In entrambi i casi, famiglie allargata, con nuovi ingressi, ritorni, nascite ed amici che diventano come parenti. Ed in entrambi i casi, aggiungiamo, due format provenienti dalla Spagna e quindi non originali italiani.
Questo vuol dire che l’Italia non sa scrivere family drama? No, però, c’è un motivo se ci si affida a format che hanno già funzionato all’estero: come nel caso di Tutto Può Succedere, remake della Rai di Parenthood, o del prossimo Noi (sempre Rai), adattamento italiano di This Is Us. Il motivo lo abbiamo scritto all’inizio: per quanto affascinante e pieno di spunti, il family drama è anche estremamente rischio da mettere in atto, dal momento che richiede una fidelizzazione del pubblico più costante rispetto ad altri generi, in primis il poliziesco, dove le trame verticali assumono spesso più importanza di quelle orizzontali. Nei family avviene il contrario.
Per capire tutta la storia va seguita tutta la serie, puntata dopo puntata; per comprendere le scelte dei personaggi bisogna conoscerne al meglio il passato ed i loro desideri per il futuro; motivo per cui i family drama richiedono un maggiore sforzo di visione e di fiducia, appunto.
A livello produttivo, quindi, realizzare una serie familiare diventa molto dispendioso: il cast fisso deve essere composto da numerosi attori, le location devono essere all’altezza di ospitare riunioni di famiglia molto frequentate, l’allestimento delle scene raramente richiede poco tempo. Insomma, i family drama costano. Ma sanno anche regalare grandi soddisfazioni.
Se Mediaset ha puntato poco sul genere (ricordiamo, ad esempio, Amore Pensaci Tu, finita nel dimenticatoio ben presto), la Rai per necessità di diversificazione del proprio catalogo fiction ha puntato di più sulle famiglie televisive. Ivan Cotroneo è stato il papà, ad esempio, dei Rengoni, protagonisti per tre stagioni di Una Grande Famiglia; ma anche di Una Mamma Imperfetta -webserie conclusasi poi con un vero e proprio film-tv-, di Tutti Pazzi Per Amore e di E’ arrivata la felicità.
Ma non possiamo non ricordare anche Questo Nostro Amore (tre stagioni, ciascuna ambientata in un decennio differente), l’unica stagione -purtroppo- di Romanzo Famigliare e la divertente Volevo Fare la Rockstar, di cui sentiremo ancora parlare. Scommettiamo che tra questi titoli, ce ne saranno stati alcuni che vi avranno scaldato l’animo e ricordato qualche bel momento davanti alla tv: ecco, una sensazione che solo un family drama può regalare.