Fiction, Bertone prestò 15 milioni dello IOR alla Lux Vide? il Vaticano ‘indaga’
Il nome dell’ex segretario spunta nel corso di un’indagine della Procura di Roma sulle operazioni finanziarie della Lux Vide e ora è anche oggetto di un accertamento interno al Vaticano.
Nuova bufera sul Cardinale Tarcisio Bertone, ex Segretario di Stato Vaticano e tornato alla ribalta per un ‘prestito’ non rientrato di ben 15 milioni di Euro. Questa la cifra che sarebbe stata ‘distratta’ dalle casse dello IOR e utilizzata per l’acquisto di quote della Lux Vide, società di produzione audiovisiva che ha tra i suoi fiori all’occhiello la fiction di Rai 1 Don Matteo.
Che la Lux Vide sia una delle ‘grandi’ società fictional d’Italia è ben noto: suoi i grandi cicli biblici, sue le grandi coproduzioni internazionali, suo il grande successo del prete detective di Terence Hill. Una società partecipata dalla Rml comunicazione della famiglia Bernabei, la Prima Tv dell’imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar, Intesa Sanpaolo, la Impresat che fa capo alla Cei e la Ricerche e Consulenze Az del banchiere Pellegrino Capaldo.
I fatti oggetto di indagine risalgono a due anni fa: la Procura di Roma ha già aperto un’indagine su alcune operazioni finanziarie della Lux, anche se non specificamente su questo ‘buco’ di 15 milioni. Ma la documentazione raccolta dal Nucleo Valutario della Procura ha già delineato le linee degli ‘affari’ tra banche, soci e operatori di comunicazione. Il direttore di Rai Vaticano di allora, Marco Simeon, avrebbe contattato l’ex presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi perché acquistasse il 25% della Lux Vide, per un investimento di 20 milioni, attraverso la società dei Bernabei.
“Credo fermamente nel progetto Lux Vide (…). Ho incontrato il presidente Geronzi col quale ho analizzato alcune strategie che qui ti trasmetto, affinché tu possa rivolgerle al cardinale (Bertone, ndr )… Lo Ior propongo che entri attraverso l’acquisto di quote appartenenti alla famiglia Bernabei, per una percentuale dal 25 al 30% (…) I rapporti con la Rai potrebbero essere regolamentati in modo migliore e la presenza di Tarak potrebbe aprire a Mediaset il mercato Lux”
si legge nelle mail dirette da Simeon a Gotti Tedeschi, che però bocciò l’operazione ritenendo che “Il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato, il valore sarebbe molto più basso“, come si legge nei resoconti pubblicati da Il Messaggero.
Fatto sta che però questi 15 milioni furono girati alla società RML Comunicazioni dei Bernabei per aumentare la propria partecipazione societaria in forma di ‘prestito’, dice il Cardinale. Questo denaro non sarebbe però più rientrato nelle casse dello IOR: da qui l’apertura di un’indagine interna al Vaticano tramite l’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana, che potrebbe ravvedere nella condotta di Bertone un’accusa di malversazione.
Si chiede quindi conto a Bertone del buco di 15 milioni nelle casse dello IOR: il Cardinale si dice tranquillo, sottolineando il fatto che a suo carico non ci sono indagini penali e che l’operazione è stata approvata dal Consiglio di Sovrintendenza dello IOR nel dicembre 2013. Anche i Bernabei hanno fatto presente la propria posizione, dichiarando – come riporta il Messaggero – di aver provveduto al rimborso del prestito obbligazionario con azioni Lux come da contratto di finanziamento.
Il punto, però, stando alle valutazioni degli inquirenti, starebbe tutto nel fatto che la conversione azionaria non sarebbe stata ‘conveniente’. Le azioni avrebbero perso valore nel 2013 e quindi il rientro sarebbe stato di fatto insufficiente. I timori di Gotti Tedeschi, insomma, avrebbero quindi trovato conferma.