#festivaldellatv: a Dogliani per parlare della tv del futuro
Una tre giorni con grandi ospiti del mondo dello spettacolo e dell’informazione italiana.
Si sta tenendo a Dogliani (in provincia di Cuneo) il Festival della tv, una tre giorni per discutere il futuro della televisione. Purtroppo, a quanto pare, non si può seguire in streaming sul web ma si può almeno avere un riscontro di quanto viene detto e di quanto accade seguendo su Twitter l’apposito hashtag #festivaldellatv.
Il festival è organizzato con la partecipazione di alcuni “Media partner”: Rai5, Wired, La Stampa e Radio Capital. In questo momento, mentre scrivo, si sta tenendo l’incontro sul futuro dei media che vede ospiti Mario Calabresi, Antonio Campo Dall’orto, Linus ed Enrico Ghezzi. Titolo: I millenials e il futuro dei media (i millenials sarebbero i “giovani” di 18-30 anni).
Interessante (sebbene brevemente riassunta da un Tweet di Wired) la posizione di Antonio Campo Dall’orto, che ha detto:
Il web non uccide la tv. I media cambiamo in maniera incrementale, non sostitutiva.
Vero. Ma bisogna intenderci e capire di che tipo di tv parliamo. Perché forse la generalista (che comunque contribuisce alla propria deriva con una specifica attitudine al suicidio) non viene uccisa dal web ma sicuramente ne riceve parecchie bordate. Mentre la tv di nicchia è meno sensibile a quelle bordate, perché abituata, appunto, al ruolo di “nicchia”.
Anche Ghezzi propone una lettura del rapporto con la fruizione dei media, con le dovute differenze fra tv e web (anche qui, riassunta in un Tweet):
«Per capire il nostro rapporto con tv e tutti media dobbiamo capire che adoriamo essere passivi».
Del rapporto passivo con la tv e del fatale rapporto attivo che, invece, genera il web, dissertavamo qualche tempo fa. Su Twitter, continua il flusso.