Home Festival di Sanremo Sanremo, quando la politica oscura il successo. Il precedente di Baudo, che si infuriò (Video)

Sanremo, quando la politica oscura il successo. Il precedente di Baudo, che si infuriò (Video)

Il paradosso di un Festival di successo oscurato dalla polemica politica. Accadde anche nel 2007 a Baudo, quando le proteste riguardarono i compensi

15 Febbraio 2023 12:05

Un Festival di grandi ascolti, oscurato dalla polemica politica. Un paradosso, un’assurdità, ma non un’eccezione. E se Amadeus può essere considerato il conduttore più ‘baudiano’ di Sanremo, allora non stupirà apprendere che proprio Pippo Baudo, nel 2007, non riuscì a godersi a pieno il successo ottenuto dalla manifestazione.

Si trattò dell’edizione della rinascita, dopo il flop della gestione Panariello, con Pippo che tornò all’Ariston per la dodicesima volta. Un rientro a furor di popolo, macchiato però dalla tensione scoppiata col governo, all’epoca guidato da Romano Prodi.

Lo scontro, a differenza di oggi, non riguardò la partecipazione di questo o quel cantante, o una precisa tendenza culturale. Ci si concentrò piuttosto sui compensi destinati ai protagonisti, che tennero banco prima, durante e dopo la cosiddetta ‘settimana santa’.

Festival di Sanremo 2023

La definizione dei compensi è stata un’autonoma decisione della Rai, non sono d’accordo con il fatto che un’azienda pubblica possa offrire cachet così alti”, dichiarò il Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, rispondendo ad una lettera di un gruppo di precari calabresi.

Un affondo che diventò ancora più rumoroso quando a prendere la parola fu persino il premier: “Sono assolutamente contrario a questi ingaggi folli – affermò Prodi – ma se ti metti a fare tv commerciale e ci sono concorrenti che danno un milione di euro, purtroppo glieli deve dare anche la Rai. È una cosa indecente, ma inevitabile”.

Apriti cielo. Baudo incassò il colpo e replicò a tono, senza messe misure: “Il problema è capire se vogliono smantellare la Rai o no, se con budget ridotti vogliono farla diventare Telescuola che costa due lire, ma non la vede nessuno. Non vorrei che alla fine della favola Prodi fosse il più grande alleato di Berlusconi”.

Il Festival, nel frattempo, filò liscio, rafforzato dalle vittorie di qualità di Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa” e l’exploit tra i giovani di “Pensa” di Fabrizio Moro. Tuttavia, a Domenica In – che Baudo conduceva – anziché godersi la meritata celebrazione, il presentatore sbottò, mollando ogni freno ad un passo dai titoli di coda: “Mi dicono che stanno uscendo delle agenzie, tutto il cerchio costituzionale politico si sta schierando chi contro, chi a mio favore. Non ho mai voluto fare un festival politico, ho voluto fare un festival della canzone. A questi politici che si interessano tanto del problema della canzone e del festival dico: vi prego siate seri, occupatevi dei problemi del Paese, che sono tanti. Io non voluto mai fare politica perché mi ritengo inadatto, non ho le capacità. Spererei che quelli che sono al potere avessero capacità”.

Fino all’appello finale, accolto da un’ovazione collettiva: “Basta con queste divisioni, centro, destra, sinistra, c’è un Paese che ha bisogno della concordia, lo capite o no? E mettete in mezzo uno che fa il presentatore? Non c’entro niente io”.

https://youtu.be/QkZ8dKrqc6s

Frasi che, se messe in bocca ad Amadeus in queste ore, avrebbero acquisito ugualmente senso, andando ad inserirsi in uno scontro che di televisivo ha poco o nulla.

In compenso, l’attuale direttore artistico può vantarsi del sostegno dei dirigenti Rai. Appoggio che Baudo non ottenne al cento per cento, con un clamoroso screzio andato in scena con il direttore di Rai1 Fabrizio Del Noce, che ipotizzò – a Festival in corso – l’ingaggio di Paolo Bonolis per il 2008. Per la cronaca, Baudo – nonostante la tempesta – rimase in sella pure l’anno successivo. Bonolis arrivò nel 2009.

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