Se Sanremo ha paura dei quarti di finale di Coppa Italia
Sanremo, l’evento degli eventi, l’unico ancora in grado di paralizzare un Paese intero, non può allarmarsi per ciò che andrà in onda in contemporanea sulle altre reti
Ma davvero Sanremo ha paura dei quarti di finale di Coppa Italia? La notizia del disappunto della Rai per la concomitanza della competizione nella settimana del prossimo Festival lascia interdetti e, forse, svela tutta l’inquietudine che circonda la 75esima edizione della kermesse.
Come Golia che si preoccupa di Davide. Sì perché Sanremo, l’evento degli eventi, l’unico ancora in grado di paralizzare un Paese intero, non può allarmarsi per ciò che andrà in onda in contemporanea sulle altre reti. Anzi, dovrebbero essere gli altri a manifestare il desiderio di fuggire. Il messaggio che passa, invece, è quello di una tv di Stato ‘impanicata’ dalla Coppa Italia, magari con l’annessa convinzione che la controprogrammazione sia voluta e persino inseguita.
Così evidentemente non è. La triste verità sta nel fatto che nella prossima stagione si giocherà spesso, se non sempre, a tal punto che qualora una partita di serie A venisse sospesa e rinviata per impraticabilità del campo, non si troverebbe un buco a disposizione nemmeno a pagarlo. D’altronde, il recente precedente di Atalanta-Fiorentina insegna qualcosa.
Tra la nuova Champions, la Supercoppa Italiana che ormai prende il via dalle semifinali, la Nations League, le qualificazioni per i Mondiali e il Mondiale per club, tutte le caselle appaiono occupate ed uno spostamento del Festival causerebbe con alte probabilità lo scontro con alcune gare delle italiane nelle coppe europee.
Solo ipotesi al momento, mentre l’unica certezza – come detto – è la Coppa Italia, che ha di recente stilato il suo calendario, temuto da chi evidentemente non è più abituato ad incontrare ostacoli sul proprio percorso. Eppure, basterebbe riattivare la memoria per ricordare dei Festival costretti a fronteggiare sgambetti e colpi di cannone.
Prendete il 2002, quando la serata finale andò a sbattere contro Inter-Juventus, big match di Serie A che si sarebbe concluso 2 a 2, con gol in extremis dei nerazzurri proprio mentre all’Ariston andava in scena l’attesissima performance di Roberto Benigni. Lo stesso premio Oscar che tornò nove anni dopo per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia e che dovette fare i conti con la concorrenza interna di Annozero di Michele Santoro, che in diverse fasi della puntata sfondò il muro del 20% di share.
Furono quelli gli anni in cui le squadre italiane impegnate in Champions impattarono con la ‘settimana santa’. Oltre al 2011, era accaduto nel 2010 e si sarebbe ripetuto nel 2012, 2013 e 2014.
Nel 2016 Carlo Conti, privo di particolari fastidi nelle altre giornate, dovette vedersela con un altro duello per lo scudetto: Juventus-Napoli. Anche stavolta la gara si decise all’ultimo secondo, con la rete di Zaza che catapultò gran parte dell’attenzione lontana da Rai 1, che comunque si assicurò numeri imponenti.
Che dire inoltre del 2003 e 2004, quando Mediaset schierò il Grande Fratello e Zelig, o del 2008, con Canale 5 che non stoppò la trasmissione de I Cesaroni? Senza contare che all’esordio Pippo Baudo e Piero Chiambretti dovettero fronteggiare persino l’exploit di Chi l’ha visto? che documentò il ritrovamento dei cadaveri di Ciccio e Tore.
L’abitudine ad avere campo libero ha l’immagine plastica dello stupore provocato nel 2023 dalla decisione di non sospendere l’appuntamento con C’è posta per te. Ad arrabbiarsi, tuttavia, furono più che altro gli spettatori e gli ospiti della De Filippi. “Caro Pier Silvio Berlusconi sappi che c’è del malumore nella tua azienda”, riferì Fiorello in diretta a Viva Rai 2. “Tutti gli artisti che sono stati messi in questa puntata si sono arrabbiati. Dicono: ‘no, io non voglio andare in onda contro Sanremo’. Non vogliono essere trasmessi nella stessa serata del Festival”.
Che sia Sanremo a scappare dagli ostacoli e non viceversa rappresenta pertanto un’anomalia che indebolisce un brand capace da anni di registrare record su record. E se i quarti di Coppa Italia fanno tremare i polsi, cosa avrebbe dovuto dire Fabio Fazio che a ventiquattr’ore dalla partenza del suo quarto Festival si imbatté nella notizia delle dimissioni di Benedetto XVI? Probabilmente questa Rai se la sarebbe presa con Ratzinger per non aver posticipato l’annuncio.