Festival di Sanremo 2012: per la Rai un rosso di quasi 4 milioni?
Secondo il quotidiano Libero il Festival sarebbe costato di più di quanto ha incassato dalla pubblicità
Il Festival di Sanremo 2012 che ha laureato vincitrice Emma è stato senza dubbio un grande successo di pubblico con ascolti che non sono mai scesi sotto i 10 milioni di telespettatori e toccando addirittura in finale quasi 14,5 milioni e 12. Con questi numeri non si potrebbe aver dubbi sul successo anche di incassi, ma invece stando a quanto scrive il quotidiano Libero, Sanremo sarebbe in rosso per la Rai. Motivo? L’eccessivo costo della kermesse, ridotto a 18 milioni dopo una prima presentazione superiore, bocciata dal Cda.
Specifichiamo subito che ci atteniamo a quanto scrive la giornalista Fosca Bincher su Libero e che al momento conti ufficiali da fonte Rai non ci sono; qualora ci fossero smentite in tale senso prontamente ve le comunicheremo. Aldo Grasso e qualche altro critico si è chiesto in questi giorni se sia ancora il caso di fare Sanremo: non è questa la sede per decidere se sia il caso si chiuderlo o meno, ma di certo visto i costi, è fondamentale che almeno porti utili alla Rai, azienda già con i conti disastrati pagata anche con i soldi di tutti i cittadini.
Nell’articolo si legge che il costo iniziale per Sanremo tra convenzione con il Comune e organizzazione era di ben 20 milioni, proposta bocciata dal Cda Ra, ridotto poi a 18 milioni. Il punto è che Sipra dagli spot avrebbe incassato “solo” 16 milioni lordi che al netto scenderebbero sotto i 15 lasciando un buco di oltre 3 milioni. E per la serie si piove sempre sul bagnato, a causa delle lungaggini della prima serata, tra l’ospitata di Adriano Celentano e i problemi tecnici sul voto dei giurati all’Ariston, Sipra ha dichiarato di aver perso 700 mila euro a causa di un break pubblicitario saltato.
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Dunque si fa in fretta a fare i conti e si arriva a 4milioni di euro di buco inaccettabili per gli ascolti che Sanremo porta alla Rai e che fa riempire la bocca a conduttori, artisti, tg e persino ai suoi dirigenti che si propongono in dichiarazioni entusiastiche di ogni tipo. Qualche mese fa si parló dell’incasso mancato dello show di Fiorello, anch’esso pare chiuso in perdita (notizia mai smentita), allora viene da chiedersi come sia possibile, gestendo un’azienda pubblica pagata con il canone, non si riesca in modo elementare a far quadrare i conti.
Avrà fatto fare i picchi di ascolto ma certo anche il cachet di Adriano Celentano, peraltro devoluto ad Emergency in beneficenza, è stato per sole due serate di ben 700mila euro e di sicuro ha contribuito ai costi faraonici del Festival in perdita, tanto più che si sa benissimo in casa Rai che per limite di affollamento orario gli spot non potevano essere più di quelli che sono andati in onda (il 12% orario per legge). Il break pubblicitario perso ovviamente verrà recuperato offrendo altri spazi in altre fasce orarie agli inserzionisti, ma di certo sarà un’altra cosa che promuovere il proprio prodotto davanti ad oltre 10 milioni di persone.
Insomma, dopo tutto quello che vi abbiamo riportato verrebbe da chiedersi, ma se è in perdita perché lo fanno? Semplice, perché Sanremo rientra nel contratto di servizio, ovvero viene pagato anche dal canone, grazie alla clausola che cita “la promozione della musica classica e leggera”. Solo che anche i più accesi sostenitori del Festival sanno che ormai la musica è di contorno e si parla molto di più di Celentano o della farfallina di Belen piuttosto che delle singole canzoni. Stando sempre al quotidiano, la Rai che deve presentare un bilancio per le attività da servizio pubblico e uno per quelle pagate dal canone andrebbe con questi conti su un terreno rischioso, motivo per cui si sarebbe deciso di tornare a gestire in proprio il Festival grazie ad una figura interna come quella di Giancarlo Leone.
Gianmarco Mazzi ha dato ieri le dimissioni e Lucio Presta probabilmente dal prossimo anno non gestirà più il Festival nonostante dalla gestione Bonolis in avanti siano riusciti a riportare il grande pubblico, soprattutto giovane, davanti alla tv. La struttura di intrattenimento Rai guidata da Leone, già al lavoro sull’edizione 2013, riuscirà ad ottenere gli stessi risultati pur sapendo che dovranno essere drasticamente ridotti i costi e soprattutto i cachet stratosferici degli ospiti?