Festival di Sanremo 2012 commissariato? Commenti e conferenza stampa. Papaleo: “Grandi ascolti non sono grande qualità”. Mazzi difende Celentano contro Grasso. Morandi ride: “Se calano gli ascolti sarà colpa di Marano”
Tutte le dichiarazioni a caldo di mercoledì mattina, 15 febbraio.
Si fa attendere in conferenza stampa l’entourage della 62a edizione del Festival di Sanremo. E il giornalista de La Stampa Luca Dondoni ipotizza uno scenario clamoroso, confermato dal Secolo XIX:
“Antonio Marano inviato dal direttore generale Lorenza Lei a Sanremo con potere di intervento. Forse salta anche la conferenza stampa di mezzogiorno”.
Peccato che qualcuno dell’organizzazione abbia appena comunicato ai microfoni di pazientare: la conferenza parrebbe solo rimandata alle 13.00.
Intanto, prima del fischio d’inizio, i microfoni aperti lasciano filtrare un nuovo dramma che sta avvenendo in questi minuti segnalato da un tecnico:
“Tranne Paolo Giordano che sente freddo tutti gli altri sentono caldo. Se abbassate un pochino il livello del caldo… Onestamente ha ragione anche Luzzatto Fegiz e con lui Molendini. Fa caldo, in tutti i sensi”.
12.59 Sono arrivati. Si comincia. Viene letto un comunicato aziendale appena diramato dalla Rai, che conferma la partenza di Marano per “coordinare con potere di intervento il lavoro del Festival di Sanremo”.
Mauro Mazza prende le distanze da Celentano e Luca e Paolo. Con grande buonsenso
Il direttore di RaiUno Mauro Mazza interviene per primo:
“Io ricordo che nei compiti istituzionali di Marano c’è il coordinamento dell’offerta televisiva. Questo lavoro che Marano svolge quotidianamente, di fronte alla complessità della macchina e alla difficoltà del momento tecnico, e qualche momento che abbiamo sofferto ieri sera, viene a darci una mano. Mi sento di dover dire qualcosa sulla serata del Festival. E dico che quando i vertici dell’azienda hanno formulato un contratto in una certa maniera con Celentano, per la delicatezza del personaggio e l’unicità dei suoi interventi, conosceva Celentano. Quindi resto meravigliato di tanta meraviglia, dopo l’intervento di Celentano, forse dovuto all’assenza da tanti anni. Peraltro nel contratto era prevista testualmente la libertà dell’artista riconosciuta dalla Rai. Si può poi valutare se l’abbia esercitata al meglio o abbia travalicato i confini del codice etico in qualche passaggio. Si può passare a molti momenti. Mi viene in mente il dare del deficiente a un collega. Premesso che siamo di fronte a un artista unico nel suo genere, e quindi non a un filosofo contemporaneo, non mi sento di entrare nel merito, quando si auspica la chiusura di un giornale a me corre un brivido lungo la schiena, da giornalista e cittadino. Se posso aggiungere una cosa personale, io ho cominciato a lavorare al Secolo d’Italia, qualche anno fa. Qualcuno voleva chiuderlo con le bombe”.
Poi ha aggiunto:
“Celentano parlava di censura quando ieri ha detto ciò che voleva. Io credo che la Rai si sia confermata una grande azienda all’insegna della liberalità. Non so in quali altre aziende un artista come Celentano potrebbe dire ciò che gli passa per la mente. Vale anche per Luca e Paolo. Quando si ricorre con troppa frequenza a espressioni scurrili è perché si ha pochezza di idee. E c’è un errore tecnico. Il canone non è un abbonamento alla Rai, ma una tassa di possesso. Quindi anche chi ha l’abbonamento a Sky o lavora a Mediaset. Io auguro buon lavoro a Luca e Paolo, che faranno i loro programmi nell’azienda nostra competitrice, dove abitualmente non fanno questa satira politica graffiante. Se negli anni, tra qualche tempo, sentissero il bisogno di uscire dalla foresta, attaccando l’ex premier coi capelli o senza, ci mandano un sms e ne parliamo”.
Mazza conferma di fatto che i direttori di rete non contano più nulla, ma il sottoscritto ha apprezzato l’onestà del suo intervento, che ha citato solo a margine gli ascolti di ieri. Per una volta il record Auditel lascia spazio a margini di critica.
Papaleo fa una gaffe, smentendo la leadership dell’Auditel
Papaleo ammette che “stasera devono migliorare e possono fare meglio”. Morandi resta perplesso:
“Ma come qualità di spettacoli o di ascolti? Se fai qualcosa che non piace alla gente cambia canale”.
Immenso Papaleo:
“Non mi sembra che un grande ascolto corrisponda a grande qualità. Non sempre i grandi incassi cinematografici corrispondono al cinema migliore. Forse in televisione è diverso, ma sono qui per imparare”.
Morandi delude con il suo entusiasmo
Morandi il più infelice e drogato dagli ascolti:
“Per quanto mi riguarda sono felicissimo. La forza di Celentano ci ha sicuramente aiutato: ha creato un’attenzione ancora maggiore rispetto al Festival di Sanremo. Non credo che le canzoni siano state messa da contorno. L’attenzione maggiore favorisce anche tutte le canzoni. E siccome Celentano il primo impatto che ha avuto è stato deflagrante, sicuramente nei giorni che verranno sarà molto diverso. Da stasera avranno sicuramente più visibilità e attenzione alle loro canzoni. Ho parlato con loro ieri sera, mentre stavamo guardando Celentano. Poi io, il fatto che Adriano non fosse in televisione da tanto tempo, rivederlo mi ha fatto una grande commozione fatta da amicizia e rapporti che durano da più di 49 anni. Lui ha sempre fatto un po’ così. Io ho l’ascoltato, il suo discorso su come si muove il mondo cattolico e le prediche dei preti era da cattolico osservante. Poi butta giù delle provocazioni, ma vuole che si parli più di spiritualità. Siamo partiti troppo forti. Dai riscontri che ho avuto sono contento del grandissimo risultato di Rocco Papaleo, quindi la nostra scelta è veramente una nota eccezionalmente positiva”.
Gianmarco Mazzi interviene in coda per portare a casa la pagnotta:
“Mi rivolgo a Mazza. Ho visto quasi una contraddizione nella comunicazione che hai fatto, involontariamente ironica. Hai detto che il dato di quest’anno di Sanremo è stato il più alto dal 2005, ma non c’è stato l’effetto Celentano. Vedo in questa frase un effetto Celentano. Quale sarebbe stato l’effetto, se non quello? Io devo dire che la performance di ieri sera, che conoscevo solo nella parte musicale e ovviamente in alcune parti quando hanno interagito Gianni, Rocco, io la considero – e non lo dico per andare controcorrente rispetto ad alcune osservazioni anche su Internet nelle community a cui diamo troppa importanza perché danno la sensazione di essere rappresentative delle opinioni di tutti – è stata eccezionale. C’è stato tutto ed è stato il massimo”
Mazzi difende anche l’indifendibile, la presenza di Pupo sul palco. E persino l’offesa a Grasso:
“Deficiente vuol dire carente di qualcosa. Dobbiamo anche pensare a qual è stata la provocazione di Grasso. Ha detto, ‘che tristezza Celentano a Sanremo’ quando Le Monde scrive il Signore”.
Un classico esempio da yes man. E dire che sino ad alcuni anni fa era una personcina pacata, chiamata solo per la direzione artistico-musicale. Incensa tutto, senza mettersi in discussione in nulla. Persino la beneficenza ostentata da Celentano:
“Il gesto pubblico crea esempio per chi ha grandi possibilità economiche”.
Massimo Bernardini di Tv Talk fa un bellissimo gesto: fare la domanda insieme ai “vecchi colleghi di Avvenire”. E incalza Mazzi:
“Mi verrebbe da dire a Mazzi, una sparata di questa entità a confronto con una risposta su un giornale è mediaticamente scorretto”.
Poi Bernardini cerca di calmarlo, elogiando gli ascolti. E poi di nuovo incalza:
“Mi chiedo se questo enorme successo di blocchi di tv di parola serve alla musica italiana. A me pare di aver visto una fatica vocale da deconcentrazione. Le canzoni erano come formiche schiacciate. Nonostante questo abbia dato enormi frutti alla Rai, non so se questo coincida con la missione editoriale della Rai credo anche verso la musica italiana”.
Morandi lancia una frecciatina contro un programma Rai come Ti lascio una canzone:
“L’alternativa quale sarebbe? Andare a cantare coi bambini? Cosa c’è intorno a loro in altri programmi per andare a promuovere la musica?”.
E Mazzi, così, sottolinea il picco di ascolto ai Marlene Kuntz. E stronca l’osservazione di Renga:
“Non è che io intervengo su un suo arrangiamento. Per me gli artisti dovrebbero fargli un monumento a Celentano. Vuol dire che Renga, nel 2062, dovrebbe stare ancora lì, non per dare del vecchio a Celentano. Stasera noi prenderemo atto del calo fisiologico di ascolti. E’ fatto con un criterio. Le canzoni vengono prese per mano e accompagnate. Seguiamo il percorso preciso di una sceneggiatura. Noi dobbiamo creare un evento”.
Lo smentisce la Venegoni:
“Le canzoni sono l’ultima cosa del Festival. Riesce difficile a noi giornalisti che Mariano stia arrivando a Sanremo perché si è rotta la macchina della demoscopea”.
Morandi tira fuori gli artigli:
“Non credo che venga il commissario Marano a dirci di cambiare la linea artistica del Festival di Sanremo. Anch’io una piccola autonomia me la sono creata nel mio contratto con la Rai. Anch’io posso dire la mia sulla costruzione del Festival, come può dirla Gianmarco. Secondo me viene per capire come mai tutti questi disguidi. Sembra che la ragazza noi l’abbiamo fatto apposta che si è ammalata, perché avevamo pronte le altre due ragazze. Non credo venga a cambiare la linea di questo Festival, ormai tracciata”.
Papaleo chiede ai giornalisti, per alzata di mano, se ieri sera si sono divertiti:
“E’ una mia curiosità. Così uno addrizza anche il tiro”.
Morandi risponde:
“Due, tre, quattro. Però loro lavorano. Noi gli abbiamo comunque dato argomenti per scrivere”.
Mazza ritorna per rispondere alla Venegoni, ricordando in passato che Del Noce si autosospese per Celentano, mentre lui è tranquillissimo. Morandi chiede perché mandare un comunicato così ufficiale sull’arrivo di “Marrano” (ha detto proprio così).
Morandi pessimo:
“Allora se calano gli ascolti è colpa di Marano”.
In seguito a una domanda di Laura Rio de Il Giornale viene chiarito il problema tecnico delle votazioni:
“Il sistema è andato in stallo, abbiamo registrato un calo dell’energia elettrica che conduceva i dati dallo smartphone al server. C’è stato uno stop del sistema. Il calo dell’energia elettrica si è verificato anche in sale attigue. Abbiamo dovuto risettare il settaggio, questo aveva i suoi tempi inconciliabili con le votazioni. I giurati non potevano votare alla fine dell’esibizione. In quanto non ci sarebbe stato un voto omogeneo l’organizzazione ha deciso di annullare il voto. Ci è stato dato l’input delle schede cartacee, ma il sistema non è andato bene”.
Mazzi ovviamente non ha apprezzato:
“Quando arrivo in questa fase qua io devo tutelare lo spettacolo. Il fatto che è accaduto ieri è stato grave. Quando io mi sono accorto della cosa in tutto questo baillamme io odio dare la sensazione di sciatteria, per la quale mi ero premunito. Avevo alzato il livello di attenzione da mesi, dato che la società che quest’anno ha vinto l’appalto, che è la società del Dr. Noto, era la prima volta che faceva questa cosa. Io avevo detto ‘Mi raccomando’. Quello che è successo ieri sera, e qui devo fare i complimenti a Gianni e Rocco, rischia di far deragliare tutto. Abbiamo dovuto fare un’edizione un po’ in corsa per tutte le vicissitudini sulla convenzione. E’ un disastro totale, fortunatamente loro non hanno perso il controllo mentre noi dietro urlavamo”.
Ci sarebbero ancora 17 domande, ma Morandi non può restare:
“Io e Rocco andiamo, abbiamo una serata da preparare. Prima che arrivi Marano”.
Rocco Papaleo se ne va omaggiando i “giornalisti culturali” presenti in sala con una citazione da Brecht.
Luca e Paolo sono stati più lunghi del previsto, ma Mazzi non vorrebbe dirlo per affetto nei loro confronti dopo l’anno scorso. Potrebbero tornare sabato in chiusura.