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Festival di Cannes 2013: l’ultimo saluto (d)all’inviata sulla Croisette

Festival di Cannes 2013: cosa c’è di bello nelle notti sulla Croisette? Di bello non si sa, ma già che ci sono vi mostro quello che c’è.

di grazias
24 Maggio 2013 11:57

Oggi è il mio ultimo giorno al Festival di Cannes e ieri sera, per dare un appropriato arrivederci alla cittadina francese ho deciso di cimentarmi in un’uscita notturna in solitaria. Avevo l’abito giusto e il trucco adeguato: ero molto carina. In tutto il mio (opinabile) splendore mi dirigo verso la Croisette con l’idea di folleggiare in giro per la città. Quello che non sapevo è che avrei incontrato qualche difficoltà sul mio cammino. Ma proprio qualche.

Problema numero uno: a Cannes si possono fare un sacco di cose ma tali cose si riducono a zero nel caso in cui tu voglia portarle a termine con un paio di tacchi (da 12). Perché è tutto un pavè di quelli insidiosi che neanche in Brera, per intenderci. Dopo aver preso una serie di storte colossali (per la gioia dei francesi che, data la loro trascinante simpatia, mi indicavano ridendo), mi dirigo verso il Palais ma il tragitto si rivela ancora più difficile da compiere.

La ragione è il vento. Il vento che ti trascina via ogni volta che tenti di fare un passo avanti nella gelida Cannes. Poi ti guardi intorno e vedi un sacco di fanciulle aggirarsi a gambe nude con vestitini striminzitissimi che manco in spiaggia a Ferragosto e capisci che forse il problema è tuo. Loro, ad esempio, vengono fermate dai fotografi appostati sulla Croisette in cerca di scatti se non vip almeno decenti o di persone dagli outfit interessanti.

Ebbene, una volta sono stata fermata anche io. Da uno con la macchina fotografica, sì. Mi metto in posa e il tizio mi dice: “No no, lascia perdere: io voglio fotografare solo le tue scarpe!”. Merci. Comunque, le ho prese a Primark l’anno scorso, sia detto. In ogni caso, la cosa che davvero mi sembrava impossibile era riuscire a raccontare tutto questo perché temevo che il freddo avesse la meglio sulla mia vita. Invece non ho nemmeno perso un arto per principio di assideramento.

Tutto è bene quel che finisce bene, dunque. Se volete vedere una fanciulla che mette a serio repentaglio la propria esistenza, non vi resta che guardare il video che trovate in apertura post. Ma non illudetevi: son sopravvissuta.