Se nei giorni scorsi vi ho parlato di chi si ritrova a vivere a Cannes senza un lavoro e sente il bisogno di trovarsene uno per portarsi a casa qualche spicciolo (tipo me), oggi vi racconto come si gestisce chi ha un compito ben preciso da svolgere in questa porzione di terra francese nonché davvero pochissimo tempo da perdere: i giornalisti/critici cinematografici/blogger che si sciroppano un numero imprecisato di film in concorso (e non) al giorno per poi scriverne più o meno accurate recensioni.
La giornata del giornalista tipo comincia (quando va bene) alle sette del mattino, momento in cui la sveglia suona riscuotendolo dalle due ore scarse di sonno di cui ha potuto bearsi dopo aver passato la notte a scrivere un numero imprecisato di stroncature sulle pellicole viste nel corso della giornata precedente.
La prima cosa che un giornalista ogni mattina fa a Cannes è spostare la sveglia di due minuti, giusto per prendere coscienza di sé ed iniziare una nuova giornata davanti ai grandi schermi del palais. Questo però, succede quasi a tutti quelli che ogni giorno si trovano a combattere contro Morfeo che li vorrebbe ancora nel rispettivo giaciglio per parecchio tempo.
Una volta superato tale ostacolo al giornalista non rimane che una cosa da fare: correre. A seconda dal tipo di accredito che si ritrova i ritmi di corsa cambiano da velocissimo a velocerrimo ed eventuali sfumature semantiche sul tema. Il giornalista al mattino deve correre perché le file per accaparrarsi un posto in sala sono davvero kilometriche (si favoleggia anche di code da due ore e mezza ma voglio sperare che si tratti solo di leggende metropolitane). Contando poi che la proiezione più importante è sempre quella che apre la giornata del Festival di Cannes, la corsa per riuscire a vederla diventa vitale.
Quindi, se mai steste pensando di farvi un giretto sulla Croisette l’anno prossimo, eccovi un breve riassunto di quello che vi serve (oltre ad una passione sfrenata per il cinema, s’intende): prima di tutto due polmoni d’acciaio che vi consentano di correre come se doveste essere arrivati già da un quarto d’ora. Per questo, possono aiutare anche un paio di gambe piuttosto allenate alla corsa o quantomeno non troppo riluttanti alla fatica. Il vostro accredito ben appeso al collo (alcuni giornalisti arrivano pure a dormirci insieme per il terrore di perderlo) e tanta, tantissima fortuna.
In bocca al lupo, io ora vado a prendere un po’ di sole.