Federico Quaranta a Blogo: “Io cacciato da Linea Verde un giorno prima di registrare, Mellone (che mi ha sostituito) me lo ha comunicato in lacrime”
L’intervista al conduttore escluso da Linea Verde dopo due stagioni di successo: “Il direttore di Rai1 non mi reputa di suo gradimento, in barba ai risultati e a chi paga il canone. Non mi vuole. Ne ha il diritto, ma avrebbe potuto dirmelo prima…”
“Sono stato cacciato due giorni prima della presentazione dei palinsesti. Sono stato privato della possibilità di propormi ad altri editori, perché i palinsesti a Mediaset, Sky, Discovery e La7 erano tutti già fatti. Devo stare fermo un anno. Il direttore di Rai1 non mi reputa di suo gradimento, in barba ai risultati, al gradimento, all’apprezzamento sui social, in barba anche al telespettatore che paga il canone. Non mi vuole. Ne ha il diritto, me lo avesse detto tre mesi prima, mi sarei mosso. Ma non è andata così“. Federico Quaranta racconta così ai microfoni di Blogo la sua esclusione da Linea Verde, lo storico programma di Rai1 che dalla prossima stagione sarà condotto da Beppe Convertini e Ingrid Muccitelli, mentre in estate, con la versione Grand Tour è guidato dalla coppia formata da Lorella Cuccarini e Angelo Mellone. Una esclusione, quella di Quaranta, sorprendente e che ha fatto clamore, anche dalle parti di Viale Mazzini.
Il perché non sono più il conduttore di Linea Verde è uno solo: il direttore di rete Teresa De Santis ha deciso che io non sia più il conduttore di Linea Verde. È nelle sue facoltà mettere alla conduzione dei programmi chi meglio le aggrada o le conviene. Io per lei non ero prioritario. E fino a qui non c’è niente da eccepire. Però, a mio parere, se uno fa bene, se uno raggiunge ottimi risultati di ascolto, con share davvero importanti, non millantati, dati ottenuti senza stratagemmi per alzare lo share, e con una controprogrammazione coi fiocchi, dovrebbe essere premiato.
Prima obiezione: due anni fa tu prendesti il posto di Patrizio Roversi, proprio a Linea Verde. Quest’anno si è verificata la stessa situazione, ma con ruolo invertito per te.
Non è vero. Patrizio Roversi, bravissimo, un professionista, tanto di cappello per lui, stava portando a casa un 18% di share di media dopo 5 anni di lavoro. Dopo 5 anni di lavoro si conclude un ciclo, ma in evidenza c’era anche Linea Verde estate, da me condotta, che aveva già raggiunto il 20%. Quindi la sostituzione di Roversi è stata sia per la chiusura di un ciclo, sia per la necessità di rinnovare la trasmissione, ma anche per una questione di merito, perché io per due anni di fila ho portato a casa due punti di share in più rispetto alla trasmissione invernale. Mi dispiace, certamente, che la pratica Roversi non fu molto signorile, nel senso che non gli fu comunicato per tempo, anche se lui già sapeva che il suo ciclo era verso la fine.
Le tempistiche nei tuoi confronti, invece, sono state signorili, per dirla con le tue parole?
No. Insieme a tutta la squadra, nei primi 9 mesi, ho cambiato il paradigma di Linea Verde. L’abbiamo portata al 21% di share, cioè tre punti sopra la precedente edizione. Da quel momento fino all’ultimo giorno mi è sempre stato detto dal capostruttura di Rai Angelo Mellone e dall’evidenza dei fatti che io sarei stato il conduttore. Non mi è mai stata palesata la volontà di cambiare. Se me lo avessero detto tre mesi prima, io mi sarei mosso, andando da altri editori per tempo. Non avrei fatto nessuna polemica. Ma non è andata così.
E com’è andata?
Mi era stata data la conferma che avrei condotto Grand Tour. Mi era stato promesso, così come lo avevano promesso a Daniela Ferolla. Poi Grand Tour è diventato un problema gigantesco: c’era la volontà di metterci Nunzia De Girolamo (come Blogo scrisse in tempi non sospetti, Ndr), che poteva essere una buona scelta, avendo avuto lei un trascorso da ministro dell’agricoltura, poi di metterci Lorella Cuccarini, un volto molto amato dai telespettatori italiani, a quanto sembrava. Io ero stato confermato, tanto che la domenica precedente all’inizio delle registrazioni e due giorni prima della presentazione dei palinsesti, quel giorno lì, quel maledetto giorno, il mio volo Palermo-Brindisi era già stato preso e pagato. Dalla Sicilia, dove mi trovavo per presentare un evento, dovevo recarmi in Puglia dove avremmo girato la prima puntata di Grand Tour. Le mie valigie erano già in Puglia, il mio albergo era già prenotato e pagato. A quel punto dal capo struttura Angelo Mellone mi viene detto che il direttore di Rai1 non mi considerava prioritario e che al posto mio avrebbero messo in inverno tale Beppe Convertini, mentre al Grand Tour avrebbero messo lo stesso Mellone. Mio capostruttura, mio profondissimo amico. Me lo ha comunicato in lacrime. Io credo nella sua profonda amicizia. Qualcuno dice che il suo egocentrismo lo abbia portato a sacrificare l’amicizia con me. Non è vero, non è così. Me lo ha detto in lacrime, Angelo. Accettando, lui si è complicato la vita professionale e personale.
Hai chiesto spiegazioni al direttore De Santis?
Ho mandato un messaggio e non ho ricevuto risposta. Ho chiesto quattro volte di essere ricevuto, ma non ho mai ricevuto risposta. Ho chiamato il mio agente, Lucio Presta, e mi ha confermato che era proprio così. Mi ha detto che pensava che risultati e meritocrazia valessero: ‘A quanto pare, non devi lavorare tu, ma deve lavorare qualcun altro’. Io non ho niente contro Convertini. Sta lavorando? Sì. Sta facendo bene il suo lavoro? Abbastanza, senza controprogrammazione, con lo share del programma diviso…
Sta conducendo La vita in diretta estate, che anche tu hai condotto in passato.
Sì, con me c’era Eleonora Daniele. E i risultati di ascolto erano un po’ più alti. Ma, ripeto, non ho niente contro Convertini. È un bravo ragazzo, è un talentuoso conduttore. Ben venga, fatelo lavorare. Ma perché io, bravo ragazzo e talentuoso conduttore come lui, non devo essere confermato dopo aver fatto il record di ascolti degli ultimi dieci anni di Linea Verde? Non ce l’ho con il mio ex direttore De Santis, ma non ho capito perché non abbia mai voluto parlarmi. Non ho capito cosa le ho fatto di così terribile.
Raccontato così, fa impressione.
È la verità, io non racconto le balle. Se il motivo per cui viene premiato Convertini, è il merito, son contento per lui. Ma perché non premiano me? Se Convertini ha merito, io che demerito ho? Lui fa il 13-14%, io facevo il 21%, arrivando al 24,5% di picco. Il merito deve essere per tutti. Ci sono altre logiche? Basta dirmelo. Non voglio pensare che io sia sacrificabile perché non ho santi in paradiso.
Lavori da molto tempo in Rai, sarebbe così sorprendente per te scoprire che le scelte non siano dettate solo dal merito?
A Decanter e Radio2 non funziona così. Paola Marchesini mi riceve, mi parla, se ha da dirmi cose negative, me le dice, se ha complimenti da farmi, me li fa. Decanter è in onda da 18 anni, è un programma che porta valore, ha un peso importante ed è sempre stato valutato nel merito. Anche Beppe Convertini ha lavorato per Radio2. Per poco tempo, ma ci ha lavorato…
Torniamo a Grand Tour, che è attualmente in onda su Rai1.
È andato in onda perché era già tutto scritto. Tra l’altro, io sono uno degli autori del programma, ma nei titoli di coda non ci sono.
Dicevo, qualcuno ha anche ipotizzato che tu sia saltato perché non hai raggiunto l’accordo economico con la rete.
Balla mostruosa, ci eravamo accordati definitivamente anche dal punto di vista economico. Una cifra… una sciocchezza per un programma di prima serata. Avevo accettato un compenso veramente… un compenso da investimento sul programma e sulla mia storia.
Grand Tour con Cuccarini e Mellone come ti è parso?
Ne ho visto due pezzi, perché mi faceva male guardarlo… Io non lo avrei fatto così. Il problema è che Grand Tour è nato male. Si capisce che Mellone è inserito in un personaggio che non è suo, la sua parte dovevo farla io. Ha fatto grande fatica. Ha ceduto per spirito di abnegazione e aziendale. Costa caro entrare in un programma ad un giorno dalla prima registrazione. A Linea Verde non ci sono mica i gobbi da leggere… Mellone si è ritrovato da un giorno all’altro da dirigente a conduttore di un programma scritto e pensato per il sottoscritto. Si è dovuto adattare a situazioni pensate per me. È come farsi andare bene un abito sartoriale realizzato sulle misure di un altro. Angelo oltre a dirigente è anche un bravo conduttore ma di programmi di moda e cultura… Anche la Cuccarini è stata messa lì all’ultimo minuto, allo sbaraglio. E Peppone è e resta la presenza marginale. Ma non si può basare un programma di prima serata sull’improvvisazione totale da parte dei conduttori, che non hanno potuto condividere un percorso così importante.
Gli ascolti di Grand Tour sono stati bassi, una puntata è crollata addirittura sotto il 10% di share.
Sì, però bisogna saperli guardare i risultati! Leggo che sarebbe un gran flop. Ma quando mai? La prima puntata di Grand Tour, senza un’adeguata promozione e con un blocco pubblicitario molto lungo tra Techetechetè e il programma, era partita al 12%. Poteva crescere, ma è stato spostato dal venerdì al martedì, inevitabilmente, a causa della crisi di governo. Così distruggi il programma.
Questo discorso ti fa onore. Un altro, al tuo posto, magari, avrebbe detto: ‘Avete visto? Senza di me il programma fa bassi ascolti’.
Non sono mica pazzo. Ci sono io e gli ascolti aumentano di 5 punti? Non sono mica Dio! Io ho portato Linea Verde dal 18 al 21, ma partivamo dal 18! Quando sei in vetta è difficilissimo salire ancora. Il lavoro che ho fatto con i miei autori e con la squadra è stato grandissimo. Io sono sicuro di me e determinato: sono sicuro che se fossi rimasto a Linea Verde, lo avrei portato al 24% di share.
Veniamo al tuo presente e al tuo futuro.
Il mio presente è Decanter su Radio 2, che non ho mai abbondonato. Devo ringraziare Paola Marchesini che mi ha sostenuto anche quando io ero in giro per l’Italia per Linea Verde.
E il futuro?
Linea Quaranta. Sembra una provocazione, ma non lo è. Visto che Linea Verde non mi vuole, mi faccio Linea Quaranta. A modo mio, con i miei autori, registi e cameraman. Lo farò su piattaforme digitali internazionali, con l’aiuto di una multinazionale molto importante. Tutto sottotitolato in inglese. L’idea è loro.
E per la tv?
Ho incontrato alcuni editori televisivi, mi hanno detto ‘magari, ti prenderemmo da subito, ma i palinsesti sono già fatti. Ne riparliamo da gennaio in poi’. Ho proposto un programma molto interessante, un po’ pretenzioso e all’avanguardia. Ha riscontrato grande interesse negli editori, vedremo con chi si concretizzerà. In più sto scrivendo un libro di viaggi, territori e pensieri dal titolo Linea Quaranta. E sto scrivendo uno spettacolo teatrale con Angelo Mellone. Pensa, mi ha fatto talmente tanto del male che ci scrivo uno spettacolo teatrale insieme (ride, Ndr).
È ipotizzabile un tuo coinvolgimento in Melaverde su Canale 5, visto l’addio di Raspelli?
Sono andato a Mediaset, abbiamo parlato anche di Melaverde. Io lo farei, lo stravolgerei, ma lo farei con piacere, sarebbe una opportunità. Ma il conduttore loro già ce l’hanno, Vincenzo Venuto, che sta facendo bene. Non voglio che si faccia ad un altro ciò che è stato fatto a me. Mediaset è un editore serio, non si fa cogliere impreparato e non toglie uno che fa bene per un altro. Non sarebbe giusto. E infatti Mediaset non lo fa.
Alla luce di tutto ciò che hai raccontato, la Rai resta la tua casa o pensi di cambiare aria?
La mia casa è Decanter su Radio 2, quindi la Rai. Sono contento di starci, sto da Dio. La Rai è una famiglia enorme e nelle famiglie enormi a volte si vivono dei momenti di crisi e di difficoltà. Può capitare. Guarda a Marco Liorni, che nel recente passato ha vissuto momenti difficili. Pensa a Gabriele Corsi, che è stato sacrificato. Pensa a Benedetta Rinaldi, che ha perso il lavoro. Pensa ad Arianna Ciampoli, per bene, competente e studiosa. Non lavora.
Alla tua lista aggiungo Antonella Clerici, con la quale hai lavorato a La Prova del cuoco. Anche lei negli ultimi tempi sembra avere problemi con il direttore De Santis.
Il direttore di rete ha il diritto di fare le sue scelte. E le fa. Ma qui stiamo parlando di Antonella Clerici. Non di Federico Quaranta. Parliamo della signora della televisione italiana. Su Antonella bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Di recente ne ho parlato con lei. Mi ha detto che restare a casa, pur avendo un contratto con la rete, non è corretto. Ha ragione, per questo ha accettato di lavorare allo Zecchino. Miss Italia no, perché la proposta è arrivata all’ultimo minuto. Antonella, come Mellone, per spirito aziendale, ha detto sì allo Zecchino d’oro. Credo non ci sia bisogno di dire altro. Mi fermo qui. Il non detto è 100 mila volte più importante del detto.