Federico Novella a Blogo: “Mattino 5 è una finestra sul mondo. No a toni urlati”
“Non politici tutti i giorni, non bisogna farne indigestione. I Rom? Ne parleremo, senza esasperare i toni”: intervista a Federico Novella, conduttore di Mattino 5.
“Quest’anno vi saremo ancora più vicini”, sarà questo lo slogan della nuova stagione di Mattino 5, in partenza lunedì 7 settembre alle ore 8.45. Federico Novella e Federica Panicucci tornano, per il terzo anno consecutivo insieme, alla guida del programma mattutino di Canale 5. E quest’anno, dicono, saranno più vicini alle persone: grazie ad una “finestra sempre affacciata sul mondo”, grazie a dibattiti più vicini alle persone e ai problemi di tutti. Ne abbiamo parlato con Novella, il giornalista più giovane alla guida di un programma di punta a Mediaset.
Federico, si parte dalle banalità: la sveglia presto…
“Quella è la parte più difficile del lavoro, ma ormai sono abituato. Vado a dormire con le mie figlie (ne ha tre, ndr), anche se spesso sono loro a mettermi a letto. La mia sveglia è alle 5.30, quindi caffè triplo e comincia la giornata in redazione”.
Quando arrivi lì e quali sono i primi compiti da svolgere?
“Io arrivo attorno alle 7 in redazione. Si fa una veloce rassegna stampa, una riunione per fare il punto sulle ultime novità e per controllare la scaletta: ci possono essere delle piccole rifiniture, dei cambiamenti tecnici o alcuni aggiornamenti. Poi trucco, parrucco e si va in onda”.
Fra le novità di quest’anno c’è uno studio tutto nuovo.
“E’ una grande novità, balzerà subito all’occhio”.
E’ lo Studio 11 condiviso con Pomeriggio 5?
“Esattamente. E’ lo Studio 11 condiviso. Noi ne abbiamo una parte, mentre la squadra di Pomeriggio 5 con Barbara d’Urso gestisce la parte opposta. E’ uno studio grandissimo, con degli elementi che balzeranno subito all’occhio. Ci sarà una grande finestra, tecnologicamente avanzata, a dimostrazione del fatto che i collegamenti in diretta saranno una parte importante di questa stagione”.
Insomma, una finestra sul mondo…
“Mattino 5 sarà sempre più una finestra sul mondo. Ci sarà un continuo scambio con il Paese reale. Il fatto che ci siano molti più aggiornamenti in diretta deriva dal fatto che lo scorso anno è stata una stagione straordinaria, forse la migliore del nostro programma: abbiamo raccolto due punti in più rispetto all’anno precedente. E gli avvenimenti raccontati in diretta hanno rappresentato uno dei punti di forza, l’anima giornalistica del programma è stata molto apprezzata dal pubblico di Canale 5. Se il programma è andato così bene è merito anche di Claudio Brachino che l’ha fondato e ci ha creduto davvero sul piano editoriale, di Mauro Crippa e tutta l’azienda. Ci sono sempre stati vicini e hanno investito su di noi. Lo scorso anno questo investimento ha fruttato. Non sarà facile replicare le performance passate, ma ci proveremo con ogni mezzo”.
A proposito di informazione. Quest’anno sentiremo ancora parlare di “crisi dei talk”?
“E’ probabile, continueremo a vivere un periodo di stallo per la politica in televisione. Io prevedo una primavera calda per la politica ed è possibile che torni d’attualità, anche in televisione. L’unico modo per spiegare la politica oggi è collegarla ai problemi reali dei cittadini e contaminarla con il pop, con un po’ di leggerezza…”.
Pop che qualcuno chiama populismo. Sono la stessa cosa?
“Il pop non è populismo. Populismo è quando scadi nella banalità, quando alzi la voce per il solo gusto di farlo. Il pop è democratico, ti costringe a metterti in sintonia con il pubblico e con il metro della semplicità. Spesso noi giornalisti commettiamo l’errore di parlarci addosso, di rivolgerci soltanto alla nostra casta. Noi preferiamo andare incontro alla gente, ai cittadini, anche fornendo consigli utili per risolvere piccoli problemi quotidiani. Lo faremo anche quest’anno”.
Ci saranno nuove rubriche o nuovi spazi?
“Le rubriche sono tutte quelle dello scorso anno, non c’è motivo di stravolgere il programma. Inizieremo con Maurizio Belpietro, ci sarà uno spazio iniziale dedicato alla notizia più calda. Ci sarà, poi, uno spazio politico che spesso virerà più sul sociale. Ci occuperemo del rapporto fra genitori e figli, delle difficoltà quotidiane delle madri. Insomma, quelle questioni delle quali si discute in salotto o in piazza. Infine, vedremo come e da quando, ci saranno più interviste singole ai politici. Piuttosto che gettare i politici nell’arena, preferisco puntare sulla formula rodata del faccia a faccia”.
Lo scorso anno avevi detto: “Basta politici perché la gente li odia”. Quindi torneranno?
“Il concetto era diverso: non politici tutti i giorni, non bisogna farne indigestione. I politici ci saranno, ma in modica quantità”.
Verrà anche Giorgia Meloni, fidanzata con Andrea Giambruno, autore di Mattino 5?
“(ride, ndr) Giorgia Meloni la inviteremo al pari di tutti gli altri e saremo felici se verrà”.
Questa è la tua terza edizione di Mattino 5 ed è anche il terzo anno al fianco di Federica Panicucci. Com’è il vostro rapporto?
“Siamo al terzo anno. Siamo entrati in sintonia sin dal primo. Ormai procediamo con il pilota automatico, ci capiamo al volo senza neppure parlarci, basta un’occhiata. Questa sintonia si riflette nel programma: le due anime non sono dei compartimenti stagni ma sono intercambiabili e cambiano ogni giorno. L’importante è avere prontezza di riflessi nella volontà di stravolgere la scaletta quando occorre. Il nostro rapporto ha aiutato”.
Voi che rapporto avete con la parola “esclusivo”? Se ne sta parlando molto sui social…
“Io devo imparare a prendere più confidenza con i social perché è un mondo diverso dal mio. Però non ho tempo, è difficile trovarlo quando fai un programma giornaliero, hai una moglie e tre figli. Sui social ci sono degli attenti osservatori anche se, secondo me, il pubblico televisivo è ancora un’altra cosa. Comunque la risposta è semplice: esclusivo è quando ce l’hai solo tu”.
Non abbiamo parlato dei Rom…
“Lo scorso anno i momenti più seguiti di Mattino 5 sono stati quelli legati all’attualità: l’attentato al museo di Tunisi, Charlie Hebdo, la clamorosa uscita di Salvini sulla ruspa contro i campi rom. E’ chiaro che se parliamo di attualità, l’immigrazione resta in primo piano e ne parleremo ancora. Ma senza mai esasperare i toni, manterremo uno stile elegante e sobrio”.
E’ questa, forse, la tua peculiarità: eleganza e sobrietà…
“Spesso converrebbe esasperare i toni ed alzare il volume. Noi siamo fatti diversamente e continuiamo con questo stile misurato. Anche perché al mattino i toni troppo urlati non pagano. La mattina richiede un approccio più soft”.
Che effetto ti fa, invece, essere il giornalista più giovane che conduce un programma di punta a Mediaset?
“Non mi sento addosso questa caratteristica anagrafica, mi son sempre considerato anziano dentro. Certo, è una bella soddisfazione ed una grande responsabilità, a prescindere dall’età. Io la vivo come una continua palestra: nei Tg e’ importante essere preparati e precisi, mentre a Mattino 5 bisogna essere più caldi per entrare in sintonia con il pubblico. Non si finisce mai di imparare”.