Fazio apre a Fibra e Maria. La triplice alleanza a Che tempo che fa, tra Sanremo 2013 e sana popolarità
A Che tempo che fa scoppia la rivoluzione: il conduttore apre a ospiti mai visti prima.
Stasera da Fabio Fazio è attesissima la partecipazione di Maria De Filippi, che ovviamente meriterà un post a parte. Ma è sembrato quasi un prologo non casuale la presenza di Fabri Fibra, altro “outsider” del salotto di Fazio (peraltro proprio nell’anno in cui Amici ha aperto al rap).
La sensazione è che Fazio abbia voluto continuare il discorso sul “nobilmente popolare” iniziato a Sanremo, avvicinando al suo pubblico annoiato – tra quattro mura foderate di libri – l’esponente di un’altra cultura, quella della ribellione contro il sistema, più vicina a Youtube che alla Feltrinelli.
Fibra, peraltro, deve averlo conquistato quando in Guerra e pace fa un omaggio al suo amico, Roberto Saviano (“La prossima volta che scrivi una canzone così telefonami”).
L’incontro tra Fazio e Fibra è stata interessante soprattutto perché il conduttore ha faticato un sacco – rispetto alle interviste in cui è già stimato dall’ospite – per vincere le resistenze e i pregiudizi del rapper. Il conduttore di Sanremo 2013 ha, innanzitutto, detto di non averlo invitato al Festival per paura di offenderlo alla sola proposta. Ma Fibra gli ha risposto a tono, facendogli intendere che l’Ariston non gli fa poi tanto schifo:
“Veramente a me hanno detto che non mi volevi perché sono volgare”.
Fazio, pur visibilmente in difficoltà, ha smentito la cosa. Poi l’ospite ha proseguito:
“Tu non mi hai invitato, chi mi ha invitato oggi qua? Forse un anno fa non ero pronto. Io stasera avrò tutti i fan su Twitter che mi diranno ‘Sei andato in televisione'”.
Insomma, Fabri Fibra ostile al mezzo televisivo come Beppe Grillo? Fazio, che pure è molto più rispettabile della D’Urso, ha ri-condiviso il suo interessante punto di vista sull’idea di sana popolarità:
“Ha senso rifiutare l’opportunità di parlare a tanti senza adeguare la propria arte? Io credo che sia un’opportunità parlare a tanta gente senza annacquarlo. Spero che rotto il ghiaccio ci siano altre occasioni. Io so poco di hip hop, mi piacerebbe approfondire. Adesso che siamo amicissimi… Chi fa il mio lavoro deve trovare un codice per parlare a quanta più gente possibile e attraversare tante sensibilità”.
A questo punto il rapper ha cominciato a fidarsi:
“Quando l’etichetta mi dice di andare in promozione è un grosso dovere da parte di chi fa la musica spiegarla per coinvolgere più gente possibile. Magari dopo quest’intervista la gente avrà un’altra immagine di me. Mi dà fastidio che il rap italiano viene descritto dai giornalisti solo come forma di rottura e di protesta. Io alla faccia di tutta la gente che ci scriverà male voglio ringraziarti. Io ho iniziato a fare musica perché ho visto in televisione rapper farlo”.
Insomma, alla fine della fiera anche il rapper più ribelle vuole l’approvazione istituzionale. Ripeto, non sembra un caso che stia per arrivare Maria De Filippi, la stessa che ha vinto i pregiudizi nei suoi confronti verso Fazio e che sta facendo di tutto per combattere i pregiudizi su Amici.
La sensazione è che i più credibili volti radical chic, da Fazio alla Bignardi, stiano diventando dei tramiti per aprire la tv tutta a sollecitazioni esterne, risparmiandola da un virus che rischia di farla soccombere di fronte all’avanzare degli altri media: l’autoreferenzialità. In fondo da Fazio stasera si sono incontrati i tre poteri, a capo della costituzione mista romana come del mercato odierno, la cui salvaguardia determina una triplice alleanza: la monarchia-tirannide (Maria), l’aristocrazia-oligarchia (Fazio) e la democrazia-oclocrazia (Fibra).