Faccende complicate, Valerio Lundini formidabile reporter alle prese con razzismo e omofobia
Il nuovo docu-reality del comico romano è un autentico gioiello.
Al di là del successo che avrà, Valerio Lundini ha realizzato il programma della vita. Faccende complicate, docu-reality partito su Raiplay il 12 gennaio, è un autentico gioiello di surreale e di denuncia allo stesso tempo. Finalmente qualcosa di nuovo.
Già dall’apertura si evince che il comico romano non rinuncerà affatto all’assurdo. Davanti allo stupendo panorama di Napoli dice che si possono vedere “più di cento case”. E la casa è proprio il tema della prima puntata. O meglio la difficoltà di trovarne una in affitto da parte di Francesco Mesaki, commesso e organizzatore d’eventi la cui situazione economica si è complicata per via del Covid. Sarà per via delle sue finanze? Decisamente no, dato che il ragazzo è disponibile ad affittare subito una stanza. Sarà per via del colore della pelle? Sì.
Nel caso di Faccende complicate, non ci sono dubbi che Mesaki sia vittima di una discriminazione. Armato di telecamera nascosta, il ragazzo si reca a vedere alcune abitazioni. I proprietari lo sotterrano di giustificazioni: ci sono altre richieste, la camera è solo per ragazze (strano, l’annuncio riportava anche “ragazzi”), ecc. In un secondo momento, è proprio Lundini a visionare le case. Nessuno tra i proprietari lo riconosce – il comico è molto noto tra i giovanissimi e rimane ancora di nicchia – ma ciò che colpisce maggiormente è che nessuno di loro appone le giustificazioni sbattute in faccia a Mesaki giorni prima.
Lundini però non cavalca l’indignazione, ma come al solito tende a trascinare tutti nel suo mondo dell’assurdo. Quando gli amici omosessuali di Mesaki smontano il pregiudizio secondo il quale i gay tendano a essere più promiscui degli etero, Lundini spiazza i ragazzi rispondendo “Peccato”. Ma sono anche le vittime ad avere a loro volta dei pregiudizi: sul finale il comico porta Mesaki a una rievocazione storica a Volpiano in Piemonte per dimostrargli a modo suo che il Medioevo non merita affatto la nomea di epoca buia.
In conclusione, se con Una pezza di Lundini il comedian aveva fatto irruzione da carneade nella seconda serata di Rai 2 portando un nuovo linguaggio, stavolta Lundini ci porta in parte alle atmosfere di Ma che ci faccio qui? con Domenico Iannaccone e Il Testimone di Pif, ma realizzando uno straordinario connubio tra surreale e denuncia. Un capolavoro.