FACCE DA SCHIAFFI E DA CAREZZE: LUCHERINI E LUCHERINATE
Chi sia Enrico Lucherini penso, spero, che lo sappiano più o meno tutti. Eminenza grigia della comunicazione cinematografica fin dal 1959-60 è stato un classico press agent all’italiana, capace di inventare un mestiere che a Roma non aveva precedenti prima della sua entrata in scena. Attore definito cane da Luchino Visconti, decise di abbandonare il
Chi sia Enrico Lucherini penso, spero, che lo sappiano più o meno tutti. Eminenza grigia della comunicazione cinematografica fin dal 1959-60 è stato un classico press agent all’italiana, capace di inventare un mestiere che a Roma non aveva precedenti prima della sua entrata in scena. Attore definito cane da Luchino Visconti, decise di abbandonare il palcoscenico e di lavorare dietro le quinte.
Nasceva così un “Fallito di successo”, come mi sono permesso amichevolmente di definirlo in un incontro pubblico per il suo passaggio da cane di scena a cane da caccia di scoop a scopo pubblicitario o, secondo la moderna definizione, di marketing. Marketing ben pagato dai produttori, primo fra tutti Carlo Ponti che aveva nei suoi sogni di amante e poi di marito il lancio definitivo di Sophia Loren, la regina delle “maggiorate”. La più nota, insieme a Silvana Mangano (sposa di Dino De Laurentiis) e a Gina Lollobrigida (oggetto del desideri di tanti ma tanti nostri produttori).
Lucherini, specialista in lucherinate- ovvero di trovate più o meno clamorose e di “truffe” curiose ad uso di stampa e poi di tv- è stato omaggiato ad Assisi nella manifestazione intitolata “Primo piano sull’autore” che esiste da 28 anni ed è stata dedicata a famosi registi e autori italiani, i soliti noti poi diventati arcinoti. E’ uscito per l’occasione un libro di gustose testimonianze a cura di Franco Mariotti, direttore della manifestazione. Conviene procurarselo. Pubblica firme prestigiose come Giuseppe Tornatore o come Domenico De Masi, specialista in sciennze della comunicazione; e di tanti altri.
La cosa interessante che è emersa nel corso dell’incontro, riguarda il modo di comunicare e di lucherinare dello stesso Lucherini che ha cominciato a “vendere” , traendone grande vantaggio, negli anni della “Dolce vita”. Strada (Via Veneto), città, cinema, Fellini, Anita e Marcello, e produttori simpatici, ignorantissimi, innamorati del cinema. Ha proseguito per decenni col cinema e poi ha dovuto dedicarsi alla tv che pretende di sostituirsi con la fiction ai film popolari e ad inventare un divismo ad hoc. Di estrazione borghese, colta, influenzato da teatranti di grande talento e cultura (come Giorgio De Lullo e Romolo Valli), Lucherini ha portato un soffio di buon gusto e di intelligenza nel piccolo affollato mondo della e delle tv, fra squinzie, divette, divone, veline; o meglio cerca ancora di portare, con adattabile continuità.
Ma il compito non è facile, anzi difficile, difficilissimo. Poche le occasioni degne. Le fiction sono di regola un sottoprodotto, in cui possono precipitare attrici e attori magari benissimo intenzionati, pronti a migliorare (come migliorarono le “maggiorate”). Lucherini non ha mai fatto e non fa miracoli. La sua forza è di avere vissuto fra persone di qualità, attente al racconto e alla resa artistica migliore di storie di vario tipo. Non si è fatto e non si fa influenzare dalla cultura degli spot, della pubblicità e della comunicazione omogeneizzata, ripetitiva, martellante e mai esausta nello specchiarsi in frammenti di linguaggi- immagini e parole- devastati e devastanti.
Insomma, Lucherini lucherinante è un uomo spiritoso che non ha per ora seguaci alla sua altezza ed è un modello. E’ snob, sfuggente, astuto e persino capriccioso, con piena coscienza di essere un manipolatore che fa intendere a chi attende di essere manipolato o manipolata di esserlo a sua cura.
Ecco, credo che Lucherini abbia messo a punto la lucherinata migliore: da una parte una impavida faccia da schiaffi, dall’altra la faccia delle carezze, sorrisi carezzevoli da signore della comunicazione catodica. La formula esatta per campare in tv, specie quando si va in video.
Italo Moscati