Fabrizio Frizzi a TvBlog: “Sono giurato di Ti lascio una canzone anche grazie all”effetto Pelù’. Miss Italia l’ho vista e…” (VIDEO)
L’intervista di TvBlog al conduttore che, dopo l’esperienza da concorrente a Tale e quale show, debutta come giurato nel programma di Antonella Clerici
Dopo avervi proposto le video interviste a Giancarlo Leone, direttore di Rai1, Antonella Clerici e Pupo, continuiamo con la rassegna dei protagonisti di Ti lascio una canzone 7, in partenza stasera sulla rete ammiraglia della tv di Stato. A Fabrizio Frizzi, novità della giuria del programma con protagonisti i bambini, abbiamo parlato anche di Miss Italia e del suo futuro da conduttore.
Quanto ha pesato sul tuo arruolamento come giurato di Ti lascio una canzone l’esperienza che hai fatto a Tale e quale show? O la proposta è precedente?
La proposta è arrivata da Antonella a metà ottobre, quindi dopo un mese di Tale e quale show. Quindi è possibile che l’esperienza Pelù mi abbia dato una spinta in questa direzione. Anche se Antonella mi conosce da una vita e sa che sono appassionato di canzoni, di musica italiana in particolare, e di bambini. Ho fatto programmi con bambini per 7 anni, ora ho anche una figlia che ha fortificato l’affetto e la tenerezza. Ero già stato in questa trasmissione, con Antonella ci eravamo divertiti. Probabilmente ha messo insieme queste cose, c’ha aggiunto l’effetto Pelù e mi ha telefonato. Insomma, penso abbia contato il 25-30%.
In questa edizione si metterà da parte il talent a favore del varietà. Se non ci fosse stato questo cambiamento, avresti accettato comunque o ti saresti posto una domanda in più?
Avrei accettato comunque. La mia modalità di partecipazione è sempre personale, cerco di non farmi condizionare dagli altri. Nel caso di un talent avrei cercato di non mortificare mai i ragazzi in gara mettendo in rilievo gli aspetti positivi delle loro interpretazioni senza calcare la mano su quelli negativi. Le censure e i giudizi negativi fanno male ai grandi, pensa quanto possano incidere sull’umore, il morale e i pensieri di un giovanissimo. È una mortificazione moltiplicata per cento. L’avrei fatto, con la dovuta attenzione ai modi. La festa che Antonella ha scelto di riproporre quest’anno è più dolce. Noi voteremo per le canzoni, però penso che capiterà di fare un accenno ad una particolare esibizione. Altrimenti sembra che parliamo di aria fritta.
A settembre ti chiesi un parere su Miss Italia, erano i giorni delle polemiche per l’addio alla Rai e per le parole di Mentana. Oggi a freddo, dopo un po’ di mesi, ti chiedo: hai visto l’edizione trasmessa da La7? Ti è piaciuta?
Posso chiamare l’avvocato? (ride, Ndr). L’ho guardata, anche se mi sono perso i primi venti minuti perché mi ero dimenticato andasse in onda. Perché era una serata anomala: Miss Italia dovrebbe andare in onda tra fine agosto e inizio settembre. L’ho vista e, calcolando che hanno fatto un lavoro all’ultimo momento, hanno fatto un miracolo. Però il programma non aveva le caratteristiche di quello che facevamo in Rai. È stata una cosa diversa, aveva bisogno di più tempo per essere messa a punto. Non mi permetto di dare giudizi perché il lavoro è stato fatto con impegno. Chissà, magari, consentirà a Miss Italia di trovare una nuova dimensione più adulta.
Che gli attori spesso si diano alla conduzione la reputi un’anomalia? Oppure la versatilità va bene anche in tv?
La versatilità va benissimo perché ognuno fa quello che sente di fare. Da una certa puntata in poi della mia esperienza di fiction (ha recitato alla fine degli anni ’90 in Non lasciamoci più, Ndr) ho cominciato a capirci qualcosa e ad essere meno imbarazzante come attore. Anche un bravo attore può diventare con il tempo e con la giusta preparazione un buon conduttore. I conduttori spesso non devono mettere in gioco la bravura nel dire le cose, ma il calore. Poi c’è la gestione tecnica dell’evento televisivo che, se non hai frequentato la conduzione, non si impara. Ci sono percorsi alternativi che possono far nascere nuove carriere. Il mio parere, da tifoso lontano, è che Miss Italia debba essere condotto da una sola persona perché è l’unica maniera per dare ritmo ad un evento ricchissimo di cose. I due attori sono stati molto bravi nelle scenette.
Quelle in cui interpretavano i genitori delle miss.
Sì, lì erano a casa loro. Anche se l’ultima battuta l’hanno dovuta forzatamente annacquare. Sono stati bravissimi; nella conduzione, essendo una cosa non troppo provata, si sono trovati forse in certi momenti a dover sopperire ad alcune mancanze strutturali. Non è facile, se non lo hai mai fatto, improvvisare su un palco così importante.
Con Giancarlo Leone stai continuando a parlare di un possibile ritorno de I Soliti ignoti? Inoltre, da quale mese sei in tv con ruoli marginali. A chi ritiene che questo tuo passo indietro sia un riciclarsi come spieghi che non è così?
Fare altro non è un passo indietro. Fare il concorrente a Tale e quale show è un accrescimento, è una prova che, se superi, diventi più forte. Fare Ti lascio una canzone significa fare gioco di squadra con l’azienda. Fare Telethon è un’enorme responsabilità. Ricordo che lo faccio del tutto gratuitamente e che è una mole di lavoro impressionante. Dal punto di vista economico per un professionista della televisione avrebbe un valore enorme. Sono soddisfatto, Telethon è andato benissimo, è stato un grande risultato da ogni punto di vista. Peraltro l’ho fatto – oggi posso dirlo – non riuscendo a stare in piedi perché avevo una caviglia come un cocomero dopo un incidente. Se potrò tornare a fare il conduttore, che in questa lunga carriera ho fatto bene soprattutto quando ho avuto l’opportunità di far crescere il programma, bene. Se, invece, questo non sarà possibile…
Rimani sul vago dunque? State continuando a parlare…
Non stiamo soltanto parlando, sto lavorando su progetti e format nuovi. Sto per fare un viaggio in Europa, non ti dico dove, per vedere un format fortissimo perché, se è bello come mi sembra, mi piacerebbe portarlo su Rai1. Non sto fermo, mi diverto come un matto, questo lavoro è la mia passione. Mi piacerebbe giocare le prossime carte della conduzione con quell’attenzione ai dettagli che è sempre stata parte della mia carriera fino al 2002. Dopo quella data gli eventi hanno un po’ cambiato questo percorso di scelta, di valutazione e di realizzazione. Non ci sono più i programmi che prepari in 6 mesi, ci mancherebbe altro. Ma almeno il tempo di approfondimento per lavorare con la tua squadra…