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Fabrizio Frizzi a TvBlog: “Agli Oscar Tv mi scateno con Bisio. Ho detto no a Ciak, si canta dopo un periodo difficile”

A poche ore dalla diretta dal Teatro Ariston di Sanremo del Premio Tv 2011, Fabrizio Frizzi ci riceve nel suo camerino con la consueta umile gentilezza che lo contraddistingue, per fare il punto sull’ennesimo debutto della sua carriera. Ma prima ci tiene a fare un appunto a voi lettori: è proprio lui a intervenire nei

pubblicato 20 Marzo 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 07:51


A poche ore dalla diretta dal Teatro Ariston di Sanremo del Premio Tv 2011, Fabrizio Frizzi ci riceve nel suo camerino con la consueta umile gentilezza che lo contraddistingue, per fare il punto sull’ennesimo debutto della sua carriera. Ma prima ci tiene a fare un appunto a voi lettori: è proprio lui a intervenire nei nostri commenti, anche se pensate sia un fake e quindi lo ignorate bellamente (l’ultima volta ci ha scritto con l’ipad in vacanza)

Il conduttore è tornato questa settimana in tv in grande spolvero istituzionale, nonostante il recente impegno a svecchiare la sua immagine (vedi la camicia bianca dei Soliti ignoti). Eppure, per lui la veste seriosa resta una delle sue anime televisive, pertanto irrinunciabile. Insieme all’autocritica.

Tra il collegamento dalla piazza del Quirinale per Centocinquanta e la serata-evento di questa sera, Frizzi non si sottrae ad ammettere le cose che non hanno funzionato prima, promettendo di tornare in tv con più cautela. Dice, infatti, di aver bisogno di un periodo di riposo in seguito a delicati problemi personali, il vero motivo per cui ha rinunciato (senza snobismo) a Ciak, si canta.

Con che stato d’animo vivi la tua prima serata-evento da Sanremo?

“Considero gli Oscar della Tv un nuovo esame di maturità. E’ una serata difficile dal punto di vista della conduzione, anche se apparentemente devi solo chiamare qualcuno e dargli un premio. Poi io sono una persona timida e ho sempre avuto l’educazione di stare un passo indietro rispetto agli altri: il mio limite sul palco sta spesso nell’emozione dell’incontro col grande personaggio. Per fortuna ho iniziato a liberarmi da questo fardello nelle ultime conduzioni. Stasera vorrei divertirmi”.

Con chi, in particolare?

“Non vedo l’ora di scatenarmi con Bisio sul palco. Stasera lo conoscerò per la prima volta, lo seguo da sempre ed è bravissimo. Io sono un aziendalista, ho quasi sempre lavorato con la Rai. Se uno è bravo su Canale 5 non è che è meno bravo, anzi. Della Cortellesi sono un tifoso: sono contento che abbia finalmente avuto la sua grande soddisfazione popolare. Poi di tutti gli altri sono amico e ci conosciamo da tanti anni. Anche le Iene non le conosco, ma meglio non conoscerli quelli delle Iene”.

Stasera i Premi Tv, mercoledì sera al Quirinale. Sei tornato il Frizzi di sempre per andare coi piedi di piombo?

“Mi rendo conto che mi avete visto passare dal lanciatore di coltelli del sabato sera alla serata onorifica con il Presidente della Repubblica. Io cerco di cambiare abito a seconda della circostanza. Qualche sabato sera fa mi avete visto fare il buffone e non me ne pento. Attenti a quei due verrà forse capito col tempo, perché io e Max abbiamo lavorato come pazzi per preparare le varie prove e siamo sempre stati leali tra noi. L’esperienza sembrava scafata, ma alla base c’era un atteggiamento di rispetto nei confronti dell’altro molto reale”.

E Centocinquanta come l’hai vissuto?

“Ritrovarsi sul palco del Quirinale per i 150 anni dall’Unità mi ha dato una grande responsabilità. Ho potuto dare il mio contributo a una cerimonia unica del nostro tempo storico che capita una volta ogni 50 anni, perciò l’ho trovata una straordinaria occasione professionale. Con il Presidente Napolitano, che trovo sempre più commovente, si è cementato un rapporto fiduciario molto forte da Tutti a scuola a Cominciamo bene. Penso poi di aver dato prova di un buon ritmo: avevo i tempi stringatissimi, altrimenti Baudo e Vespa mi avrebbero fatto nero (ride, ndr)”.

In compenso, ora ti fermi di nuovo dopo aver rifiutato Ciak, si canta.

“La parola rifiuto la trovo brutta, come se avessi sputato su un’offerta. Invece ringrazio la Ldm, con cui ho già lavorato come giurato gli scorsi anni, e la Rai per aver pensato a me. Bisogna sempre ringraziare il cielo quando arrivano proposte di lavoro. E’ che ho avuto un periodo difficile”.

Finora sapevamo solo che hai rinunciato a Ciak, si canta perché avevi poco tempo per lavorarci. E la Power, senza di te, non l’avrebbe fatto.

“E’ che spesso si rincorrono duemila voci. La verità è che non staccavo da due anni perché ho perso mia mamma nell’unico mese libero dal lavoro, la scorsa estate. Appena ho finito Attenti a quei due mi sono obbligato a prendermi una vacanza. Ve ne sarete accorti al Quirinale, sembravo rinato dal punto di vista fisico. Ogni tanto bisogna dormire”.

E con la Power com’è andata?

“Io e lei non ci siamo mai sentiti per parlarne, quindi non c’era nulla di certo. Per tutta la vita, peraltro, era un programma che si poteva fare in coppia, ci si divideva gradevolmente lo spazio. Per il resto non mi convince troppo la conduzione a due, salvo rari casi motivati dalla costruzione di un format com’era Scommettiamo che (io gestivo le scommesse, Milly gli ospiti e si interagiva ognuno con la sua responsabilità). Ed è il solito motivo dell’educazione. Se non c’è un film con ruoli ben scritti in anticipo, c’è sempre il rischio che uno faccia un passo indietro per non prevaricare il partner e non stia a suo agio. Io ho semplicemente detto che c’era poco tempo, la conduzione di coppia mi metteva dei dubbi e poi mi creava un problema l’essere stato giurato insieme ad altri, nelle edizioni precedenti. Sembrava quasi di mancare di rispetto ai miei colleghi. Per me, a Ciak si canta, non era il momento giusto”.

Lo stesso discorso vale per il numero zero Adamo ed Eva, testato lo scorso dicembre?

“In realtà nessuno mi ha fatto sapere più di niente di Adamo ed Eva. Se tornasse necessiterebbe di ampie correzioni, anche perché la garanzia dell’amore eterno oggi è un’utopia. Non a caso si era parlato invano di un ritorno di Per tutta la vita, che però oggi dovrebbe avere il punto interrogativo nel titolo. In tv l’amore, per essere credibile, dovrebbe essere raccontato come gioco”.

Sento un po’ di rimpianto nelle tue ultime parole.

“Diciamo che a volte accetto dei programmi più per fiducia verso chi me li propone e per gratitudine. Non lo si dovrebbe fare sempre. Per questo ci starò più attento in futuro. Ora sto lavorando a un ritorno in prima serata che sia più convincente. Lo stesso Soliti Ignoti ha bisogno di una rinfrescata, anche nella grafica, per renderlo più interattivo col pubblico. Ma di certo la Rai non metterà in soffitta un così grande successo a lungo”.