Fabrizio Biggio e l’esperienza come dialoghista nella soap Vivere: “Scrivevo tre puntate al mese, prendevo 1,8 milioni di lire per ognuna”
Il racconto di Fabrizio Biggio alla Gialappa’s: “Era una pacchia tremenda, scrivevo da casa tre puntate al mese. Ognuna mi veniva pagata 1 milione e 800 mila lire”
Dialoghista per Vivere. Fabrizio Biggio ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo nella maniera più curiosa ed inaspettata, prendendo parte alla prima soap opera di Canale 5 che alla fine degli anni novanta conquistò milioni di spettatori.
Un’esperienza che, grazie ad una segnalazione giunta da TvBlog, la spalla di Fiorello a Viva Rai 2 ha raccontato alla Gialappa’s Band, nel corso del programma di commento degli Europei in onda su Youtube e Twitch. “Sì, è vero, era un periodo in cui facevo tutt’altro, ero un tecnico in teatro. Un mio amico conosceva uno che lavorava là e mi ha chiesto se volessi fare un provino per scrivere. Scrivevo già delle cose mie”.
L’avventura durò circa 3-4 mesi, fino a quando Biggio non ricevette la chiamata da parte di Mtv. “Avevo 25 anni – ha proseguito l’attore – era una pacchia tremenda, perché stavo a casa e dovevo scrivere tre puntate al mese. Ognuna mi veniva pagata 1 milione e 800 mila lire. La battuta che tutti mi facevano era ‘scrivi per vivere’”.
Biggio ha quindi spiegato come era strutturata quella sezione: “Mi hanno insegnato come si scrivono i dialoghi nelle soap. Quelli che dicono ‘questo mese devono mettersi insieme loro due e questa qui deve morire’ sono coloro che guadagnano più di tutti. Si occupano dei macro-temi. Poi sotto c’erano quelli che facevano il soggettone, scena per scena. Scrivevano le puntate. Infine la scena arrivava a me e dovevo dialogarla. La cosa importante che mi comunicarono era che ogni scena doveva finire con un’inquadratura del volto perplesso dell’attore”.
Oltre al comico toscano, altri personaggi insospettabili legarono eccezionalmente il loro nome a Vivere. Come il cantante dei Modà Kekko Silvestre, che recitò per pochi secondi al fianco del cugino (nella realtà) Davide Silvestri, o il giornalista sportivo Fabrizio Biasin, anch’egli impiegato come figurante. “La paga era di 100 mila lire a giornata – confessò qualche mese fa – la giornata poteva durare un’ora se ti andava di culo, oppure 12/15 ore se gli attori non ingranavano. E spesso non ingranavano”.