Quello che nasce a Viva Rai 2 deve rimanere a Viva Rai 2
I David di Donatello hanno confermato la regola. Un errore pensare che un certo clima sia replicabile ovunque. Ma ancor più grave è la pretesa che singoli componenti di quella squadra funzionino anche in solitaria
Quello che nasce a Viva Rai 2 deve rimanere a Viva Rai 2. Dovrebbe essere questa la prima regola del ‘mattin show’, rigorosamente smentita e non rispettata dai diretti interessati. Purtroppo, verrebbe da aggiungere. Sì perché da due stagioni la trasmissione di Fiorello, che riunisce di prima mattina quasi un milione di spettatori ogni giorno, ha illuso gli addetti ai lavori che ciò che funziona in quei quarantacinque minuti, dalle 7.15 alle 8, possa – e debba – splendere pure altrove.
Un errore madornale, che non tiene conto di un aspetto fondamentale: il contesto, per l’appunto. Certe ambientazioni ed un determinato clima non sono rievocabili ovunque, in primis perché rischi di trovarti di fronte una platea differente, con altri gusti, pretese e abitudini.
Ma ancor più grave è la pretesa – o la convinzione – che singoli componenti di quella squadra funzionino anche in solitaria, sganciati da quell’universo e, soprattutto, dal vero fautore di quel successo, che è solo e soltanto Fiorello.
Che la storia non vada in questo senso lo dimostra la performance di Fabrizio Biggio al red carpet dei David di Donatello. Sganciato da Rosario, l’attore si è ritrovato isolato, privato del supporto e dell’influenza dello showman siciliano.
I venti minuti che hanno anticipato la premiazione hanno rasentato a più riprese l’imbarazzo, tra gag sterili (come quella dello stacchetto e dei coriandoli lanciati agli attori intercettati) e una oggettiva inconsistenza.
La responsabilità, più che di Biggio, è di chi è convinto che i personaggi di Viva Rai 2 possano godere di vita propria. Non in assoluto, ci mancherebbe, bensì nell’ottica di una riproposizione di meccanismi fortunati in situazioni distaccate. Un esperimento già testato ad Una voce per San Marino, dove Biggio – seppur costretto a sostenere una valanga di imprevisti – si allontanò da quella che è la sua natura, ossia la spalla comica.
Come se l’effetto Fiorello non esistesse. Anzi, a dirla meglio, come se Fiorello non ricoprisse un ruolo dominante, di faro, di stella che illumina tutti i pianeti del sistema solare, grandi e minuscoli. Credere che questi possano godere di vita in maniera indipendente, al buio, non è altro che una mera illusione. O un’arrogante convinzione.