Ezio Bosso – Le cose che restano, Rai 3 ricorda il maestro nell’anniversario della morte
Rai 3 ricorda Ezio Bosso col docufilm di Giorgio Verdelli presentato alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia.
Ezio Bosso ci lasciava il 14 maggio 2020: a due anni dalla scomparsa, Rai 3 lo ricorda col docufilm Ezio Bosso – Le cose che restano, scritto e diretto da Giorgio Verdelli, in onda questa sera giovedì 19 maggio alle 21.20 con una introduzione di Sigfrido Ranucci.
Presentato con successo, e accolto con affetto, nella sezione Fuori Concorso della 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il docufilm è essenzialmente il racconto di una grande storia umana, che unisce genio musicale e forza personale. Una carriera in sé atipica, come evidenzia Verdelli nella sua opera, caratterizzata da una creatività poliforme, che ha portato a una produzione che ha saputo offire forme ibride di narrazione; e questo docufilm adotta lo stesso ‘stile’, cercando così di portare sullo schermo la poliedricità del maestro adottando una formula narrativa che permetta così di ‘toccare’ da vicino lo spirito del protagonista.
Nel film – prodotto da Sudovest Produzioni e Indigo Film con Rai Cinema – il racconto è affidato allo stesso Bosso grazie a un lavoro minuzioso di ricerca fatto tra le tante interviste audio e video che ha rilasciato negli anni. Una ricerca attenta a ogni singola frase del maestro, che diventa così uno spartito lungo il quale Bosso si racconta con spontaneità, con quella libertà e quella partecipazione che ha sempre caratterizzato il suo modo di incontrare gli altri. Questa spontaneità daà una fluiditezza al narrato che avvicina a una chiacchierata con la parte più intima del suo mondo e del suo immaginario: una scoperta centellinata, che poi esplode una volta messi insieme, come in un puzzle, tutti i pezzi di quella che sembra un percorso non lineare, ma che proprio per questo si rivela potente, nei fatti, nelle esperienze di vita e nel racconto. Un viaggio nel tempo anche perché costruito nel tempo. il che permette di mettere a confronto le diverse età di un artista e di un uomo che non si è mai risparmiato. E chissà cosa avrebbe detto vedendolo.
A dipingere l’affresco della sua vita, non solo le sue parole ma anche quelle di tanti amici, colleghi, ammiratori di lungo corso, tra cui Gabriele Salvatores, Enzo Decaro, Paolo Fresu, Silvio Orlando. E tra le pieghe di tutto il materiale di archivio recuperato c’è anche un brano inedito, “The things that remain”.
E la sua arte, come questo film, rimarranno.