Expo 2015, TvSvizzera.it non ci sarà: “Poche garanzie, troppi costi e rischi”
La disorganizzazione di Expo 2015 denunciata da un editoriale del sito della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana
Expo 2015, ossia i ritardi. Expo 2015, ossia la mezza bufala dei giovani che rifiutano il lavoro perché d’estate preferiscono andare al mare. Expo 2015, ossia gli scandali e la corruzione. Expo 2015, ossia le urla dei soliti politici che si dividono tra i pessimisti per convenienza elettorale e gli ottimisti per necessità di governo. Ma anche Expo 2015, ossia disorganizzazione. Non che la cosa sorprenda particolarmente, ma c’è un caso che merita attenzione perché spiega, forse, bene la situazione.
La vicenda riguarda Tvsvizzera.it, il sito della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana per il pubblico italiano e italofono, che presenta una selezione significativa dei programmi della RSI (il network include anche i due canali televisivi LA 1 e LA 2, le tre reti radiofoniche Rete Uno, Rete Due e Rete Tre).
A raccontarla è il caporedattore Gino Ceschina in un editoriale dal titolo Expo, noi non ci saremo.
Fin dalla nascita di tvsvizzera.it, poco più di un anno fa, si era deciso di puntare forte su Expo 2015. In sostanza, oltre alla copertura giornalistica (che comunque sarà garantita nei limiti del possibile) era prevista per l’11 e 12 maggio una due giorni all’interno del Padiglione svizzero per promuovere il sito, con trasmissioni in diretta, manifestazioni, dibattiti e incontri.
Impossibile.
Perché impossibile? Perché “trovare degli interlocutori, per un network radiotelevisivo come RSI/tvsvizzera.it, si è rivelata – ad esempio – un’impresa disperata: telefoni muti, mail senza risposta o con risposte interlocutorie se non addirittura sbagliate, completa confusione su responsabilità e permessi“.
Un primo problema riguarda la questione dell’ultimo chilometro:
In buona sostanza il problema principale per Expo è… come entrarci. Di fatto, dopo una infinita serie di contrattempi che vi risparmio, la nostra piccola operazione è naufragata davanti alla famigerata questione dell’ultimo chilometro. Bisogna sapere che ciò che entra ed esce da Expo deve necessariamente percorrere l’ultimo chilometro sui mezzi di una ditta scelta da Expo stessa. In questo caso Schenker, che ha in pratica il monopolio del trasporto delle merci all’interno di Expo. Il che può anche starci per una ragione di sicurezza, ci mancherebbe. Ma almeno per i partner dei mass media forse andrebbero trovate delle soluzioni concordate.
Ceschina racconta che per come stanno le cose adesso, “radio e televisioni devono arrivare fino alle soglie di Milano coi propri mezzi, quindi magari con il camion aziendale carico di telecamere, mixer, regie e quant’altro, scaricare il tutto in un luogo che finora non siamo riusciti a identificare con chiarezza, e consegnarlo nelle mani di Schenker, che in tempi e modi affatto chiari trasborderebbe il tutto all’interno dell’Esposizione. Il tutto senza garanzie su tempistiche e sicurezza di materiali anche molto costosi. E, chiaramente, pagando. E pagando più caro l’ultimo chilometro di tutto il viaggio precedente“.
Insomma “troppo poche garanzie, troppi costi, troppi rischi“:
Ovviamente non siamo gli unici, ma purtroppo siamo tra i primi. Al punto che i tecnici della RAI, nella nostra stessa situazione se non peggio, ci hanno invitato a scrivere quel che abbiamo vissuto sperando che qualcosa si smuova. E c’è da chiedersi come affronteranno la situazione i network di lingua non italiana.
Ma c’è anche un altro problema, riguardante l’accredito stampa, che è “qualcosa che sta tra la comprensione della materia oscura e il percorso spirituale per divenire cavalieri Jedi“. A parte le battute, la difficoltà è seria e molto concoreta:
Una volta ottenuto l’agognato accredito sembra impossibile entrarne materialmente in possesso, perché a 3 giorni dall’inizio dell’esposizione mondiale non si sa dove e come possa essere ritirato. Si sa però, ad esempio, che il collega della radio Svizzera di lingua tedesca, dopo aver letto sul sito di Expo che i badge potevano essere ritirati a Rho-Pero ieri è stato sul posto, potendo constatare che a Rho-Pero c’è un cantiere. Niente badge.
Ma non è finita, perché – sempre in base a quanto raccontato da Ceschina – due colleghi della televisione francofona, dopo giorni di attesa, hanno ricevuto la seguente comunicazione:
“Dear Journalist, we have the 2 media badge for TSR ready to be picked up.
Please come at EXPO Accreditation Centre Via PISACANE 1, PERO (milan) today between 17.00 and 19.00 with a copy of your ID document.
Kind regards”
Che bello! Certo, bisogna sperare che i due giornalisti “non abbiano impegni in giornata e possano fiondarsi da Ginevra a Milano per ritirare gli accrediti oggi tra le 17.00 e le 19.00 (prima non si lavora?), altrimenti nisba“.
Speranza alla quale se ne aggiunge un’altra: “che a Pero in via Pisacane non ci trovino il cantiere già visitato dall’altro collega“.