Exit – Ilaria D’Amico e il capitalismo dei disastri
Ilaria D’Amico conduce una puntata decisamente interessante di Exit. Una puntata difficile e complessa, dove si parla dell’Aquila e della ricostruzione mai cominciata. Dove si parla della delicatissima questione di Terzigno, con una popolazine in rivolta e scenari da guerriglia urbana: camion di rifiuti incendiati, barricate di spazzatura e, su tutto, almeno due questioni centrali,
Ilaria D’Amico conduce una puntata decisamente interessante di Exit. Una puntata difficile e complessa, dove si parla dell’Aquila e della ricostruzione mai cominciata. Dove si parla della delicatissima questione di Terzigno, con una popolazine in rivolta e scenari da guerriglia urbana: camion di rifiuti incendiati, barricate di spazzatura e, su tutto, almeno due questioni centrali, anche se (quasi) nessuno ne parla: il capitalismo dei disastri e la comunicazione propagandistica.
Antonello Caporale ci prova e parla dell’economia dell’emergenza, ovvero, per tutti coloro che non avessero letto The shock doctrine di Naomi Klein, di quel capitalismo sfrenato che vede in qualsiasi situazione emergenziale (sia essa dovuta a una catastrofe naturale oppure all’intervento umano) una splendida occasione di profitto. Ma il discorso cade un po’ nel vuoto, probabilmente perché non è molto “televisivo”, in quanto a concetti e ritmo.
Ci prova anche Ilaria D’Amico, ad un certo punto, a invitare i politici in studio a evitare le cartoline e a provare a parlare di fatti. Perché sembra essere centrale, ormai, per un programma di informazione e di approfondimento, ribadire ogni volta che, nelle situazioni più disparate che riguardano l’attualità della nostra Italietta, la comunicazione, l’informazione, il messaggio veicolato dalla televisione diventa parte integrante della questione. La modifica, la influenza, a volte la stravolge.
Tuttavia, la sensazione, guardando Exit, è ben precisa.
C’è un dibattito, in studio, a volte dai toni molto accesi. Ci sono filmati che raccontano, sui quali gli ospiti esprimono i loro pareri e sui quali, comunque, gli spettatori possono farsi la loro idea. Eppure, si ha la sensazione che non si perda mai il controllo della situazione.
E’ chiaro: la D’Amico non sarà certo Santoro. Non farà i suoi numeri e non avrà la sua esperienza.
Eppure, da una puntata di Exit si esce arricchiti. Da una di Annozero, non sempre.