Exit di La7, terza serie. Più chiarezza, cara D’Amico
Questa sera alle 21.10, una nuova puntata per Exit di La7, il programma “d’inchiesta” di Ilaria D’Amico dedicato quest’oggi al mondo dei fannulloni, quelli che un contratto di lavoro lo hanno ma lo rispettano in maniera poco meno che abbozzata. Terza edizione per questo programma di informazione che viene continuamente ricondotto a “Report“, quasi come
Questa sera alle 21.10, una nuova puntata per Exit di La7, il programma “d’inchiesta” di Ilaria D’Amico dedicato quest’oggi al mondo dei fannulloni, quelli che un contratto di lavoro lo hanno ma lo rispettano in maniera poco meno che abbozzata. Terza edizione per questo programma di informazione che viene continuamente ricondotto a “Report“, quasi come se ci fosse un vero filo conduttore che le lega.
L’impressione generale è che la densità struggente dell’inchiesta venga disciolta nel solito modo di fare talk politico, con contributi lunghi, accavallati e poco chiari. I temi sono di grande interesse, tanto quanto gli ospiti presenti, che almeno nella prima puntata di questa serie non sono i “soliti noti” da salotto tv.
Ilaria D’Amico, preparatissima, gioca più ruoli: difende il proprio lavoro, media in maniera a volte un po’ passiva, gestisce i primi venti minuti senza presentare i nodi problematici di cui discutere, il centro più intrigante del programma: sentire cosa dicono i diretti interessati delle questioni gravi che vengono portate alla luce dai suoi giornalisti. Poi questi ospiti come al solito non rispondono, deviano, soffiano sabbia negli occhi. Ma è fondamentale vedere l’effetto che fa.
Senza scatenare risse, sarebbe utile arrivare alla chiarezza dei contenuti, dove la presentatrice domina e cerca risposte per il pubblico, non assecondando la vanitosa autoreferenzialità dei suoi ospiti.