Eva Giovannini: “Un conduttore Rai ha urlato contro un’autrice perché i figli facevano rumore in riunione”. Chi è?
La giornalista lancia il sasso, ma non rivela l’identità del “colpevole”, anche se smentisce che si tratti – come ipotizzato da qualcuno sui social – di Insinna, Diaco e Magalli
“Mi è stato raccontato che noto conduttore della tv pubblica, in riunione skype ha gridato a un’autrice la cui prole si udiva in sottofondo: “non me ne frega un c***o, vuoi che venga io a fare il baby sitter? silenzio!” Poi ci scandalizziamo delle neo-mamme che mollano il lavoro“. È il contenuto del tweet pubblicato da Eva Giovannini che ieri ha fatto il giro dei social, generando commenti e condivisioni.
mi è stato raccontato che noto conduttore della tv pubblica, in riunione skype ha gridato a un’autrice la cui prole si udiva in sottofondo: “non me ne frega un c***o, vuoi che venga io a fare il baby sitter? silenzio!”
poi ci scandalizziamo delle neo-mamme che mollano il lavoro.
— eva giovannini (@evagiovannini) June 25, 2020
A distanza di 24 ore dal cinguettio, la giornalista e conduttrice Rai, già inviata di Piazzapulita e Agorà, non ha rivelato l’identità del “colpevole“, ma ha smentito alcune indiscrezioni circolate sui social. In particolare, ha negato che si tratti di uno tra Flavio Insinna, Pierluigi Diaco e Giancarlo Magalli.
Punto su diaco, insinna o magalli https://t.co/nxF3UB6akv
— Miss Antropa Von Cat (@BloodlessMary) June 26, 2020
La Giovannini, in questo modo, sembra volersi prestare ad una sorta di discutibile gioco dell’Indovina chi, non volendo rendere pubblico il nome della persona in questione. A Luca Telese, secondo cui, “non dire il peccatore è un metoo dei poveri“, la giornalista ha replicato così:
Pensa Luca che invece per me è vero il contrario: il metoo ha lapidato persone, talvolta con prove a carico, ma talvolta no.
a me invece interessa stigmatizzare il ‘cosa’, più del ‘chi’.
pensa Luca che invece per me è vero il contrario: il metoo ha lapidato persone, talvolta con prove a carico, ma talvolta no.
a me invece interessa stigmatizzare il ‘cosa’, più del ‘chi’.— eva giovannini (@evagiovannini) June 25, 2020