Eurovision Song Contest in Italia, la Rai avvia i preparativi
Partito ufficialmente il conto alla rovescia per l’Eurovision Song Contest 2022 in Italia: la transizione verso la nuova edizione è iniziata.
Mentre si discute dell’Amadeus Ter per Sanremo 2022, e mentre si attende la nomina dei nuovi vertici aziendali, una delegazione Rai è volata a Ginevra per incontrare i responsabili dell’EBU in vista dell’organizzazione della prossima edizione dell’Eurovision Song Contest. Grazie alla vittoria dei Måneskin – che stanno macinando record d’ascolto ormai in tutto il mondo – l’Italia ha infatti conquistato il diritto di organizzare la prossima edizione, che si terrà – come vuole la tradizione – nel mese di maggio.
Un impegno notevole per la Rai in una seconda stagione di difficoltà a causa della pandemia di Covid. E bisognerà vedere quale sarà la situazione da qui a maggio per delinerare la forma di spettacolo che potrà essere offerta in presenza. Per la scorsa edizione, infatti, l’EBU e le tv olandesi chiamate a organizzare ESC 2021 elaborarono fin dal settembre 2020 un piano articolato in 4 diversi scenari per modulare l’evento – e le manifestazioni collaterali – a seconda dell’andamento dei contagi in Europa e nel mondo. Solo un mese prima si è optato per una versione praticamente ‘regolare’ dell’evento, col pubblico in arena, anche se contingentato e tamponato: una situazione impensabile solo qualche mese prima. Dal canto suo la Rai non ha dato altrettanta prova di sé nell’organizzazione di Sanremo 2021: al di là dell’impuntatura sull’idea di un “Festival della Rinascita” in piena seconda – e prevedibile – ondata di contagi e al di là dell’insistenza sull’avere il pubblico nel teatro Ariston (richiesta legittima con i figuranti come nei programmi tv, ma incredibilmente bocciata dal ministero della Cultura e quindi poi messa da parte dalla Tv pubblica), l’organizzazione del Festival non aveva pensato a un sistema di ‘backup’, di live-on-tape in caso di positività di qualche cantante in gara, prevedendo piuttosto per loro il ritiro coatto. Regola cancellata nel momento stesso in cui – sorprendentemente, eh – membri dell’entourage di Irama furono scoperti positivi alla vigilia del debutto: recupero al volo della registrazione delle prove e ammissione in gara, peraltro con ottimo piazzamento.
Ma per adesso di tutto questo non si è ancora parlato nell’incontro che si è svolto a fine giugno tra la delegazione italiana e i vertici EBU nel quartier generale svizzero dell’ European Broadcasting Union. Nella delegazione italiana appare anche Claudio Fasulo, vicedirettore di Rai 1 che però, come si evidenzia nella news diffusa da EBU, non fa parte della delegazione chiamata a organizzare l’ESC 2021 per quanto presente nella ‘foto ricordo’. Il Reference Group è formato da Simona Martorelli (RAI), Felix Bergsson (RÚV – Tv pubblica islandese), David Tserunyan (AMPTV – Tv pubblica armena), Martin Österdahl (EBU), Carla Bugalho (RTP – Tv pubblica portoghese), Yuval Cohen (KAN – Tv pubblica israeliana), Sietse Bakker (NPO – Tv pubblica olandese), Astrid Dutrenit (NPO), Frank-Dieter Freiling (ZDF – Tv pubblica tedesca); nella foto manca Alexandra Redde (France Télévisions) e compare invece Claudio Fasulo, che però non fa parte del Reference Group.
Si è trattato di un incontro utile per la ‘transizione’ da una edizione all’altra: un modo per trasferire ai prossimi organizzatori l’esperienza fatta sul campo dai predecessori. E va detto che il gruppo olandese ha dovuto affrontare prima la cancellazione dell’edizione 2020 e poi ha dovuto vivere la tensione dell’organizzazione ‘all’ultimo minuto’, con una prontezza invidiabile. L’incontro ha visto la partecipazione dei capi-delegazione, dei produttori esecutivi delle reti coinvonte nell’edizione precedente e dal dal supervisore esecutivo ESC dell’EBU. Capo-delegazione italiano è Simona Martorelli, che non solo ha condiviso l’entusiasmo del Paese per l’arrivo dell’Eurovision in Italia anche in virtù di un “generale senso di rinascita di cui l’Italia ha davvero bisogno” (e la rinascita torna), ma anche la volontà di realizzare, col supporto della squadra dell’EBU “un incredibile ESC 2022 in Italia“.
Ancora non c’è un luogo: come già più volte detto, si guarda a Torino più che alla Capitale o ad altre location.
“Il primo compito che ci aspetta è ovviamente individuare in questa estate una fantastica città ospitante per l’evento del prossimo anno”
ha detto la Martorelli.
La strada è ancora lunga e piuttosto accidentata, non solo per la pandemia ma anche per la fase di passaggio che sta vivendo la Rai per le nomine e i rinnovi di contratti. Il primo passaggio è scegliere la location. E in bocca al lupo alla Rai.
Foto tratta dal sito ufficiale di Eurovision Song Contest