Eurovision Song Contest 2009, tiriamo le somme: tutti i numeri di un’edizione record
E’ passata una settimana esatta dalla finalissima dell’Eurovision Song Contest 2009, che ha vinto trionfare a Mosca Alexander Rybak, rappresentante della Norvegia, con la canzone Fairytale. Nonostante in Italia se ne sia parlato poco – noi, nel nostro piccolo, abbiamo dato un forte contributo -, nel resto d’Europa è stato per l’ennesima volta un successo,
E’ passata una settimana esatta dalla finalissima dell’Eurovision Song Contest 2009, che ha vinto trionfare a Mosca Alexander Rybak, rappresentante della Norvegia, con la canzone Fairytale. Nonostante in Italia se ne sia parlato poco – noi, nel nostro piccolo, abbiamo dato un forte contributo -, nel resto d’Europa è stato per l’ennesima volta un successo, con ascolti record in moltissimi paesi. A questo proposito, ospitiamo un ottimo scritto del nostro lettore Daniel che ci ragguaglia non solo sui vari dati d’ascolto, ma anche sui costi della manifestazione. Prima di lasciarvi alla lettura, il dato definitivo degli ascolti dell’Eurofestival 2009: 122.000.000 di spettatori, contro i 105.000.000 del 2008. Se non sono numeri questi…
Eurovision Song Contest: ecco tutti i pregiudizi italiani da sfatare
di Daniel N. Casagrande
A distanza di qualche giorno torniamo a parlare di Eurofestival per sfatare alcuni i pregiudizi che in Italia circolano da troppi anni su questa manifestazione. Come sappiamo la RAI non partecipa dal 1997, e non ci sono segnali per un ritorno a breve, sarebbe curioso a questo proposito conoscere il pensiero del nuovo direttore di Raiuno Mazza. Quattro sono i principali pregiudizi che a quanto pare è difficile sfatare nel nostro paese: 1) l’Eurofestival è una manifestazione che ormai appassiona solo i paesi dell’est europeo 2) l’Eurofestival è solamente una fiera del trash e del kitsch 3) i costi sono troppo alti da sostenere per partecipare ed eventualmente organizzarlo in caso di vittoria 4) l’Eurofestival non aiuta il mercato discografico.
Andiamo per ordine, sfatiamo il primo punto pubblicando i dati di ascolto pazientemente raccolti in questi giorni paese per paese. Francia: grazie all’Eurovision Song Contest, France 3 ha totalizzato il proprio record di ascolto. A seguire le 3 ore e 30 di diretta erano sintonizzati 5.700.000 francesi, pari al 32,3% di share (+ 2.700.000 rispetto al 2008); Inghilterra: 7.800.000 di media ed il 35,3% (+ 700.000 rispetto al 2008), 9.800.000 la media di ascolto durante le votazioni; Germania: 7.360.000 spettatori (+ 980.000 rispetto al 2008); Spagna: 5.122.000 spettatori con il 35,9%, durante l’esibizione di Soraya (dalle 22:48 alle 22:51) erano sintonizzati 8.588.00 spagnoli con 54,6% di share.
Grecia: 3.631.000 (+ 406.000 rispetto al 2008) con l’88,8% di share (per capire il dato basti pensare che la finale del Campionato Europeo di Calcio del 2004, in cui la nazionale greca vinse il titolo, raggiunse l’80,6%, mentre la cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Atene 2004 totalizzò l’81%); Norvegia: con 2.003.000 spettatori, l’Eurovision 2009 diventa il programma più visto nella storia della tv norvegese; Finlandia: 1.307.000 (nel 2008 erano in 1.208.000 con il 70% di share); Israele: 304.000 spettatori ed il 34% di share; Austria: 223.000 spettatori con punte di 439.000, ed il paese non partecipa all’Eurofestival dal 2007.
Sfatiamo il secondo punto: su 42 canzoni presentate, come succede nei festival cinematografici più blasonati che spesso, tra oltre 100 film, presentano anche veri e propri orrori, può capitare che una percentuale fisiologica sia rappresentata da canzonette e “baracconate”, ma basta guardarsi Francia, Islanda, Inghilterra, Israele, Svizzera o Portogallo di quest’anno per rendersi conto che il livello è mediamente molto alto, e che nomi noti come Patricia Kaas, Andrew Lloyd Webber, Diane Warren, Ronan Keating e Noa non hanno avuto remore a mettersi in gioco e scendere direttamente in competizione.
Sfatiamo ora il terzo punto: Mosca ha voluto strafare e spendere una cifra imprecisata che oscilla tra i 35 ed i 40 milioni di Euro, ma la tv norvegese, che ha già stanziato il budget per Oslo 2010, spenderà “solo” 150 milioni di Corone (ossia circa 17 milioni di Euro, cifra che si avvicina molto ai 13 milioni di Euro spesi dalla Finlandia nel 2007). È quindi possibile realizzare una grande show come l’Eurofestival (che si divide in ben 3 serate televisive) spendendo cifre accettabili intorno ai 15 milioni di Euro, cifra che solitamente per un 30% viene comunque finanziata dall’E.B.U., il rimanente 70% (a carico del paese che lo organizza) in parte è possibile recuperarlo con gli spazi pubblicitari (pochi, ma da qualche anno sono previsti) all’interno delle 3 serate. La singola partecipazione invece, tra diritti televisivi, spese di promozione (nei due mesi precedenti al Song Contest) e di trasferta per la delegazione al seguito del cantante, oscilla intorno ai 500.000 Euro.
Sfatiamo il quarto ed ultimo punto: l’Eurofestival fa vendere dischi, quest’anno più che mai! Nelle classifiche di iTunes UK, ad esempio, sono subito balzate ai primi posti “Fairytale” del vincitore Alexander Rybak, “It’s My Time” scritta da Lloyd Webber, la canzone in francese di Patricia Kaas e quella del gruppo olandese The Toppers. Secondo le previsioni di vendita europee inltre, “Fairytale” potrebbe diventare il più grande successo commerciale dell’Eurofestival dal 1976, quando trionfò la canzone inglese “Save Your Kisses For Me” e dopo quello di “Waterloo” degli Abba nel 1974. “Fairytale” infine, il giorno dopo la finale di sabato 16, figurava tra i 100 brani più scaricati di iTunes Italia.