Un giornalista sempre più Rai come Salvo Sottile non poteva non omaggiare un collega di cui sembra voler seguire le orme. Così l’ospitata di Massimo Giletti a Estate in diretta è stato un comune omaggio alla gavetta, al coraggio di esordire parlando di mafia per poi passare a un’informazione popolare al servizio del pubblico.
Ecco come Sottile prima, e la giornalista del servizio poi, hanno celebrato il conduttore Rai:
“E’ determinato, un combattente, uno che non molla mai. E’ tra i giornalisti più prolifici della tv italiana, riesce a coniugare temi di attualità, spettacolo e geopolitica con la sua ironia. Ha raccontato sul campo i lavori delle forze militari italiane. Si è guadagnato uno spazio di primo piano nel panorama televisivo italiano. All’Arena racconta l’Italia dei nostri giorni con ospiti illustri e persone comuni, tirando fuori le storie più private con arguzia e a volte un po’ di sfacciataggine”.
Il mattatore della domenica pomeriggio di Ra1, dal canto suo, non si tira mai indietro quando si tratta di esaltare il proprio lavoro:
“Certamente son più severo con me stesso che con gli altri. Questo è un lavoro in cui ogni volta devi essere severo con te stesso e spostare l’asticella. Ci vuole fatica. Quando si fanno quattro milioni tutte le settimane da anni, tutte le domeniche, e si fa il 22% oggi con mille programmi in onda sul digitale, vuol dire che si fa un buon prodotto, credibile. Penso che la gente ti venga a cercare. La nostra attenzione sta nel non disperdere la credibilità, nell’essere obiettivi nelle cose. Dall’anno prossimo ci allungheremo di qualche minuto, vedremo di testare qualcosa di nuovo sicuramente, ogni anno devi fare qualcosa di diverso ma il Dna è quello, le inchieste”.
Poi Giletti ha risposto a una delle critiche che gli fanno spesso, quella di puntare solo il dito su ciò che non funziona in Italia:
“Noi abbiamo una grossa responsabilità, siamo accusati di parlare delle cose negative, bisogna cercare di parlare delle realtà positive che ci sono anche se è più difficile. Noi invece vediamo ciò che non funziona per portarlo in evidenza e fare in modo che si capisca che non si può andare avanti così. Il nostro dovere è stigmatizzare ciò che non funziona per permettere a questo Paese di cambiare marcia”.
Da qui a un bilancio sui propri esordi giornalistici il passo è stato breve:
“Questo è un lavoro che è arrivato guardando la televisione, non era quello che sognavo da bambino”.
A questo punto, visto che oggi era il ventiquattresimo anniversario dalla morte di Borsellino, Estate in diretta ha riproposto il filmato di Giletti sul luogo dell’attentato mancato a Maurizio Costanzo:
“Quando è esplosa la bomba stavo vedendo una partita al Foro Italico. L’esplosione era così forte che ho lasciato la partita e ho preso il motorino per andare a vedere cos’era successo. Quelle immagini non le abbiamo girate noi, ma un ragazzo con una telecamera le riprese e io gli chiesi di darmela. Uno se vuole arrivare deve buttar tutto e pensare a cosa si può fare senza mezzi. Oggi un ragazzo deve avere la curiosità di lasciare la partita e andare a vedere cosa succede”.
Poi Sottile ha chiesto a Giletti di commentare un rvm tratto dalla stessa puntata dell’Arena a cui parteciparono Costanzo e la De Filippi, chiamati a ricordare quel tragico accaduto:
“La forza di Costanzo è che le bombe non gli hanno mai messo paura nella vita. E’ un uomo combattente anche lui”.
Un’intervista non da Leoni, ma da antologia. Peccato solo che Giletti non si sia sbottonato troppo, forse perché non stimolato dallo stesso Sottile, sugli speciali che lo attendono al sabato sera su Rai1…