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Ert, la tv pubblica greca chiude – In diretta fino a mezzanotte

Ert, la tv pubblica della Grecia, chiude per far risparmiare soldi al Governo: le trasmissioni si concludono alla mezzanotte. Numerosi sostenitori sono scesi in piazza per protesta

pubblicato 11 Giugno 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 17:30

Effetti della crisi: se da un lato la recessione economica ha portato gran parte delle popolazioni dei Paesi coinvolti da anni di tagli e ridimensionamenti a passare più tempo in casa e, quindi, davanti alla tv, dall’altro, la tv, l’ha spenta definitivamente. Un “off” che, in Grecia, inizierà a partire dalla mezzanotte di oggi e che riguarderà niente meno che Ert, il canale pubblico nazionale, composto da tre reti e quattro emittenti radiofoniche.

Il primo caso in Europa e non solo in cui una Nazione si ritrova senza tv pubblica arriva, quindi, in un momento in cui la Grecia sta provando a risanare i propri conti. Per farlo, ha promesso il governo ellenico all’Europa, saranno licenziati quindicimila addetti pubblici. 2.700 tra questi proverranno proprio da Ert: hanno ricevuto una comunicazione nella quale sono stati informati della chiusura dell’emittente, e che riceveranno un indennizzo.

Si tratta di una chiusura temporanea, assicura Simos Kedikoglou, portavoce del governo greco: Ert non sparirà nel nulla, ma subirà un ridimensionamento che porterà ad una struttura più snella. Gli ex dipendenti, che hanno già annunciato manifestazioni contro questa decisione, potranno presentare i loro curriculum e provare ad ottenere un lavoro presso la “nuova” Ert.

“Ert è un caso di eccezionale mancanza di trasparenza e di stravaganza. Questa situazione finisce adesso”, ha commentato Kedikoglou, per giustificare la decisione. Con un costo pari a sette volte quello delle altre tv del Paese (finanziato da un canone mensile di 4,30 euro, addebitato con la bolletta della luce) ed una media di telespettatori pari alla metà delle tv private, la soluzione più sensata deve essere dunque sembrata quella di resettare il tutto. Una tabula rasa che dovrebbe garantire, con la riapertura delle trasmissioni, maggiore chiarezza nei costi e budget ridotti.

Intanto la Grecia si ritrova con un secondo gruppo televisivo in stand-by. Nel dicembre 2011, il canale privato Alter ha interrotto le trasmissioni a causa della difficile situazione economica: un indebitamento di 580 milioni di euro che ha portato i dipendenti ad occupare stabilmente l’edificio da cui la rete trasmetteva, per una protesta che continua ancora oggi e che non si sa quando finirà (la storia di Alter la trovate all’interno dell’ultimo numero di “Link” intitolato “Insert coin/Game over”).

La protesta si è già accesa: Ert sta trasmettendo in diretta l’arrivo ad Agia Paraskevi di numerosi manifestanti e sostenitori contrari alla decisione del governo, mentre la Cyprus Broadcasting Corporation ha annunciato uno sciopero in segno di protesta. Quando lo schermo della tv pubblica greca si oscurerà, sarà nelle piazze che la gente dovrà continuare a far sentire la propria voce, ancora.