Erika Brenna: “Dopo Tv Talk, ecco i nuovi format che curo per Simona Ercolani. La #Bellavita sui social? Odio i vittimismi a posteriori”
Erika Brenna racconta il passaggio da Tv Talk al dietro le quinte: oggi è un’addetta ai lavori per la casa di produzione Stand by me
[iframe width=”586″ height=”255″ src=”/poll/14062″ frameborder=”0″]
Chiudiamo oggi il nostro ciclo di chiacchierate estive con delle atipiche addette ai lavori. Abbiamo deciso di usare il nostro #Bellavita, il reality estivo sui social di GossipBlog, come pretesto per raccontare l’altra faccia dello showbiz, quello di belle donne con la testa che lavorano sodo. E che si preparano a una nuova stagione tv dopo un rapporto con la #bellavita a modo loro.
Così, dopo aver intervistato l’ermetica e sfuggente Francesca Fagnani di La7, la curiosa e ironica Alessandra Menzani di Libero, la diligente e tenace Antonella Delprino de La vita in diretta e l’imprevedibile e dinamica Sabrina Scampini di Quarto grado, è la volta di un’ex volto tv – appassionato del mezzo e dal piglio incalzante – che ha deciso di passare dietro le quinte, diventando il braccio destro di una Signora mente televisiva.
Prima di lasciarvi all’intervista a Erika Brenna, vi ricordiamo che è aperto fino a venerdì su GossipBlog il sondaggio per decretare gli altri due finalisti di Bellavita.
#BellavitaTalk, l’intervista a Erika Brenna, capo del Format Department di Stand By me
Non ti vediamo in tv dai tempi di TvTalk. Com’è passare dietro le quinte così giovane? Di solito le Ventura & e le Carlucci dicono di volerlo fare “in pensione”. Ti manca andare in onda?
“TvTalk era ed è la mia famiglia d’origine professionale, ci sono cresciuta e le voglio molto bene. Come però capita nelle famiglie ad un certo punto si deve camminare da soli e provarsi in altro. Questo è accaduto. E anche con la loro ‘benedizione’. Sapevo cosa non avrei avuto più e non del tutto ciò che avrei trovato. Questa sfida era però ciò che mi interessava maggiormente. Guardare la televisione a 360 gradi, da altre angolature, al fianco di una professionista che stimo da sempre (Simona Ercolani, ndr). Le interviste? Si quelle mi mancano, ma nella vita mai dire mai”.
A Tv Talk eri un’esperta di interviste in collegamento a conduttori tv. Poi nel tuo percorso professionale è arrivata l’autrice e produttrice Simona Ercolani. Ti va di raccontarci come vi siete incrociate?
“Simona l’ho conosciuta proprio nella veste d’intervistatrice quando firmava il Festival di Sanremo. Io dovevo avere per il mio collegamento – a tutti i costi – la sua intervista su cosa fosse la macchina sanremese. Ricordo l’intervista a un quarto d’ora dalla diretta nella ressa dell’Ariston: lei me “l’aveva promessa dopo lungo mio assedio”. Così dice.
Come poi ci siamo riincontrate è molto divertente. Ero a Verona per seguire la finale di Amici e per intervistare Maria De Filippi e ho ricevuto la chiamata di Simona. Lei mi dice, più o meno così ‘Ciao bella. – pochissimi convenevoli e un diretto – ti ho sognata questa notte. Credo tu sia la persona giusta per me e per la mia società… Ci vediamo settimana prossima per un caffè e parliamo un po’?’. Poi è venuto quel caffè, la sua proposta di ‘divertirci insieme’ e, eccomi, una volta chiusa la mia decima stagione di TvTalk, cambiare lavoro e città”.
Quali sono i programmi che hai seguito più direttamente come autrice in questi anni?
“Per Stand by me non faccio l’autore, sono a capo del Format Department, coordino gruppi di lavoro e curo alcuni programmi (la prima serata di Raiuno condotta da Paolo Bonolis Lo spettacolo dello sport, i cento anni del Coni; il pacchetto per Dmax di avvicinamento al Sei Nazioni di rugby, i programmi di Rai Storia, iVarietà e Interferenze – che partirà il 14 settembre – ecc.). Seguo lo sviluppo dei progetti da presentare alle reti e tengo gli occhi aperti sul mercato”.
La Stand by me vanta marchi come Emozioni e anche il recente gioiellino Sconosciuti. In fondo è stata la prima a puntare sul docu-racconto. Secondo te perché questo tipo di narrazione funziona? In fondo, in tempi di crisi, è anche un genere poco costoso…
“Stand by me ha nel suo DNA, che coincide con Simona, il passo del racconto. In tutte le sue forme. L’instabilità del mercato e la sua frammentazione portano ad inventarsi nuovi modelli produttivi. Il docu-reality è un genere che riesce a rappresentare la realtà in modo contemporaneo e, dall’altro, non ha costi troppo elevati. E’ inoltre un’ottima fucina di talenti. Stand by me ha realizzato Calciatori e la versione italiana di 16 anni incinta ed ora stiamo producendo una docu sempre per Mtv sui giovani piloti di motociclismo. Sconosciuti invece è un po’ il ‘bambino di casa’, pensa che Simona era dieci anni che lo voleva realizzare. Il racconto del quotidiano all’ennesima potenza nella sua brevità”.
Su GossipBlog sta volgendo al termine #Bellavita, il reality dei morti di social. Segui qualcuno dei personaggi dell’estate e, in generale, il gossip? Che ne pensi, da addetta ai lavori, di tanta esposizione online?
“Diciamo che non sono proprio una fanatica di gossip… Però trovo molto divertente vedere le signore che commentano avventure, pose fotografiche e flirt estivi dei “vip”. Caratterialmente non amo l’esposizione, ma da addetta ai lavori, ritengo che ognuno possa fare di sé e della propria immagine ciò che vuole. Chiaro che poi, si deve essere in grado di sostenere ciò che si è scritto, postato, pubblicato, twittato. Ad azione corrisponde reazione. Trovo sciocchi eventuali successivi vittimismi. Sono della vecchia scuola ‘pensaci prima e domandati perché lo fai'”.
Da spettatrice qual è il programma che ti appassiona di più? E quale format straniero vorresti adattare per il mercato italiano?
“Sono un’onnivora televisiva da sempre. La passione più grande è per le serie televisive: consumo Fox Crime, e la “venuta” di Sky Atlantic e C&I mi hanno resa molto felice. Mi piacciono i programmi d’informazione dove emerge l’intervista. Da Otto e Mezzo, a In mezz’ora, a Le Invasioni barbariche…Trovo ipnotici programmi come Malattie Imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta, Quattro Matrimoni in tutte le sue versioni, Sex E.R: tutta colpa del sesso…
Il format che mi è piaciuto da pazzi all’ultimo MipTv è The Extra Mile, un format israeliano in cui dieci coppie divorziate si riuniscono, superando divergenze, rancori e disillusioni, per dimostrare ai loro figli che farebbero di tutto per loro. Ogni settimana, il gruppo elimina la coppia più debole. La coppia vincitrice riceve un premio di 1 milione di shekels da dare al proprio figlio quando compirà 18 anni. Lo trovo contemporaneo e coraggioso. Farebbe bene a questo Paese”.
Cosa ti aspetta alla fine della #Bellavita estiva?
“Una #bellavita. Mi auguro”.
[iframe width=”586″ height=”255″ src=”/poll/14062″ frameborder=”0″]