Home Real Time Doctor Geiger, Erik Geiger a TvBlog: “Il mio obiettivo è far capire che la chirurgia estetica non è un gioco e non deve sfociare in dipendenza”

Doctor Geiger, Erik Geiger a TvBlog: “Il mio obiettivo è far capire che la chirurgia estetica non è un gioco e non deve sfociare in dipendenza”

TvBlog ha intervistato Erik Geiger, specialista in Chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica, protagonista del nuovo programma di Real Time, in partenza il 25 luglio.

24 Luglio 2024 16:00

L’abbiamo visto in tanti programmi televisivi a parlare di temi legati alla chirurgia estetica, da Le Iene a Storie Italiane, passando per La Vita in Diretta, I Fatti Vostri, Ore 14 e altri, ma ora Erik Geiger, specialista in Chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica tra i più rinomati del settore, sarà protagonista di un programma tutto suo, Doctor Geiger – Chirurgia Estetica, in partenza su Real Time, in prima serata, giovedì 25 luglio 2024, con i primi due episodi.

Il nuovo programma di Real Time si concentrerà soprattutto sul rapporto tra adolescenti e chirurgia estetica. L’obiettivo di Erik Geiger è quello della sensibilizzazione al “no”, nei casi in cui il lavoro richiesto dal paziente non è necessario. Al contrario, il ruolo del chirurgo è quello di aiutare donne e uomini a raggiungere una maggiore autostima e affrontare determinate criticità. In ogni episodio, un paziente del dottor Geiger racconterà il suo percorso.

Di questo e altro, noi di TvBlog ne abbiamo parlato con Erik Geiger.

Il rapporto tra adolescenti e la chirurgia estetica è un tema sensibile e attuale. Cosa vuole comunicare principalmente al pubblico giovane con questo programma?

Mi auguro che il programma sia l’occasione per far comprendere agli adolescenti, ma in fondo a tutti, che la chirurgia estetica deve essere utilizzata con cautela e responsabilità. Bisogna cercare di far diventare lo specchio un “amico” e, per riuscirci, si deve passare attraverso un percorso di autostima che prescinda dalla scelta di sottoporsi o meno ad un intervento.

⁠I social, dove i giovanissimi vivono costantemente sotto il giudizio di utenti ed hater, hanno influito negativamente sul rapporto tra adolescenti e chirurgia estetica?

Senza ombra di dubbio. I ragazzi, come dico sempre, sono bombardati giornalmente da stereotipi che tendono alla perfezione ed è proprio a questi che si ispirano. Tutti sappiamo che i social sono una vetrina sul mondo dove il giudizio, nella maggior parte dei casi, purtroppo direi, e quindi il “mi piace” è influenzato per lo più dall’aspetto fisico e non dalle qualità umane.

Anche alcuni influencer, che spesso sponsorizzano interventi di chirurgia estremi come il cambiamento di colore degli occhi, non sono di buon esempio…

A mio avviso no, soprattutto per il fatto che dietro qualsiasi intervento esistono rischi e complicanze. Non è un gioco. Infatti lo scopo del programma è proprio quello di diffondere una conoscenza sui rischi e sui vantaggi dell’attività di chirurgia estetica, che non deve mai mettere a rischio la salute delle persone. Chi varca la porta della mia clinica, è sempre un paziente e mai un cliente.

Cosa ne pensa dell’abuso di chirurgia estetica causata dalla dismorfofobia e cosa ne pensa dei suoi colleghi che accettano di intervenire anche dove non è necessario?

La preoccupazione cronica e immotivata per un presunto difetto fisico è un disturbo psicologico che certamente non può essere affrontato attraverso la chiurgia estetica. Penso che il tema della dismorfofobia sia talmente conosciuto e di attualità nel campo medico che dubito ci sia ancora qualche Professionista con la “P” maiuscola che non sappia riconoscere tale condizione ad una prima visita. La chirurgia estetica è un atto medico e, come tale, deve essere utilizzata solo in presenza di necessità oggettive.

Facendo degli esempi, in quali casi lei considera un intervento chirurgico utile e necessario?

Non credo esista un caso in particolare, trovo che tutti gli interventi estetici siano utili quando vi sono necessità oggettive e quando la scelta sia giustificata da un vero disagio.

Nel dire di no ad un intervento, il chirurgo si trasforma inevitabilmente anche in uno psicologo…

A mio avviso oggi non è possibile fare questo lavoro se non si è anche un po’ “psicologi”, partendo dal presupposto che il nostro obiettivo è quello di generare sempre un benessere psicofisico ai nostri pazienti. Di conseguenza bisogna avere sensibilità e attenzione anche quando si dice di no. Alla chirurgia estetica seria, si accompagna sempre una comprensione delle ragioni che spingono il paziente a questa scelta, in modo da evitare anche aspettative che non possono essere soddisfatte.

⁠In questo programma, vi concentrerete di più sulle storie personali dei pazienti o sull’approfondimento di temi legati alla medicina estetica?

Ci siamo concentrati sulle storie personali delle pazienti ma soprattutto abbiamo voluto raccontare come tante persone possano vivere un loro difetto fisico come un vero e proprio disagio e di come un intervento estetico, se effettuato in maniera responsabile e consapevole, possa offrire a queste persone una nuova vita.

Lei ha alle spalle molte ospitate tv ma questo è il suo primo programma tv da protagonista. Cosa ha pensato quando le è arrivata questa proposta?

La prima cosa che mi ha preoccupato è come avrei potuto trovare il tempo per questa avventura. Ma mi sono sentito anche gratificato e orgoglioso per questa proposta e il tempo si è trovato.

Ci sono stati problemi durante le registrazioni o tutto è filato liscio?

Devo dire che tutto è filato liscio, non ho mai sentito il peso delle telecamere, e per fortuna neanche le mie pazienti. Sono felice del risultato e soprattutto di essere riuscito a raccontare spontaneamente la mia quotidianità.

⁠Cosa le piacerebbe fare in futuro in tv?

Mi piacerebbe continuare a comunicare che la chirurgia estetica non è solo “zigomi a criceto” e “labbra a canotto”, ma a suo modo un’arte, se in mano a professionisti, capace di generare quel benessere che non deve mai sfociare in una dipendenza.

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