Enzo Iacchetti a Blogo: “Ormai il sangue fa più ascolti del calcio” (Video)
Enzo Iacchetti racconta a Blogo lo spettacolo teatrale, Come Erika e Omar, di cui è regista e produttore. E non rinuncia ad una stoccata verso il digitale terrestre che definisce: “un grande flop intellettuale”.
Dal 21 novembre al 7 dicembre è in scena la Teatro Delfino di Milano una black comedy “diversamente musical” dal titolo Come Erika e Omar. Ve ne stiamo parlando qui su TvBlog per una semplice ragione: alla regia c’è uno dei conduttori storici di Striscia la Notizia, Enzo Iacchetti. L’opera, scritta, musicata e interpretata da giovani a cui il buon Enzino ha voluto dare finalmente la giusta visibilità, è già stata al centro di numerose polemiche perché, come il titolo lascia intendere in modo molto diretto, racconta la storia di due fidanzatini che decidono di uccidere i genitori di lei, come Erika e Omar, appunto. Nello spettacolo c’è spazio anche per una critica alla tv e soprattutto a quei talk-avvoltoi che trattano i casi di cronaca come fossero veri e propri macabri show. Ma del resto, come ci ha raccontato il regista, nonché produttore di Come Erika e Omar, il sangue oggi fa più ascolti del calcio in tv…
Mi sembra un segnale allarmantissimo. Già seguire il calcio con passione è allarmante. In più scoprire che l’orrore diventa ancora più “appassionante” del calcio dà proprio i brividi. Ma non è tutta colpa del pubblico perché il telespettatore in tv prende quello che gli dai. Adesso ha una grande possibilità di cambiare i canali e trovare ciò che più gli piace. Ma in realtà secondo me il digitale terrestre è stato un vero e proprio grande flop intellettuale: ci aspettavamo un’alternativa alle solite cose di Rai e Mediaset invece non è così. Devi ancora cercare di notte le cose che manda in onda Rai5 o canali del genere per trovare qualcosa di buono…
Eppure canali come Real Time e DMax sono realtà ormai piuttosto consolidate che vantano programmi ormai diventati di culto…
Anche quando parlo delle generaliste non dico che sia tutto da buttar via: grazie a Dio c’è Striscia, ci sono Le Iene e la Gabanelli. Lo stesso discorso vale per il digitale, naturalmente. Ma il punto è che il digitale doveva essere una speranza per tutti noi che facciamo questo mestiere di realizzare sogni nel cassetto e idee. Purtroppo non è così. Io ho proposto molte cose, ad esempio, ma mi hanno sempre risposto: “non abbiamo una lira”. Io non posso mica vendere i mobili che ho in casa per fare una scenetta in televisione…