Enrico Silvestrin a TvBlog dalla musica al cinema fino ai Delitti del cuoco da stasera su Canale5
37 anni, romano, volto storico di MTV e attore cinematografico e televisivo. Impegnato con Bud Spencer nella prima delle sei serate della fiction “I delitti del cuoco” dove vestirà da stasera su Canale5 i panni di un commissario di polizia di stanza all’Isola di Ischia: stiamo parlando di Enrico Silvestrin che oggi è ospite delle
37 anni, romano, volto storico di MTV e attore cinematografico e televisivo. Impegnato con Bud Spencer nella prima delle sei serate della fiction “I delitti del cuoco” dove vestirà da stasera su Canale5 i panni di un commissario di polizia di stanza all’Isola di Ischia: stiamo parlando di Enrico Silvestrin che oggi è ospite delle colonne di TvBlog. Con lui parleremo della fiction in partenza stasera sull’ammiraglia Mediaset, ma inevitabilmente di musica e di musica in TV in particolare. Ci racconterà del suo periodo su MTV, ma anche del Festivalbar e del suo giudizio sul modo in cui viene proposta oggi la musica in televisione. Nella nostra intervista ci sarà spazio anche per parlare della sua carriera nel mondo del cinema, di alcune rinunce importanti e di un suo progetto per il futuro legato proprio al mondo che ora ci ospita e cioè sul web. Buona lettura
Come ti vedremo in questa nuova fiction?
“Da un lato il ruolo rimane quello di un poliziotto, anche se questa volta sono un commissario. La differenza sostanziale è nei toni del personaggio e del progetto stesso. Fino ad oggi ho sempre interpretato, con l’unica eccezione di Via Zanardi 33, ruoli seri o drammatici. I toni da commedia che ci sono in questa fiction sono il mio elemento principale di novità. Un ruolo divertente che mi sono divertito ad interpretare, che mostra mie corde diverse che mi interessava far scoprire.”
Poterti mostrare in una chiave diversa è stato fondamentale nell’accettare questo ruolo?
“L’importanza di avere la possibilità di differenziare è fondamentale. Non sempre lo si può fare. Questa volta mi è stato proposto un progetto del quale sono molto contento. Mi sembra efficace, mi da la possibilità di farmi vedere in modo diametralmente opposto rispetto al passato.”
Nonostante sia un prodotto nuovo, come in Coliandro e Distretto, ritorni a vestire i panni polizieschi.
“L’ambito dell’investigazione ormai lo trovi ovunque in televisione, anche se stai parlando di tutt’altro. E’ un elemento a cui raramente gli sceneggiatori o editor rinunciano. Io sono convinto che in questa serie se si prendesse in blocco la parte investigativa e la si levasse, la fiction potrebbe sopravvivere tranquillamente con i rapporti interni dei personaggi. Viceversa, se dovessimo levare tutta la parte dei sentimenti lasciando solo la parte investigativa questa fiction non avrebbe più senso.”
Parliamo di un prodotto innovativo?
Parliamo di un prodotto innovativo?
“Non credo ci sia la pretesa che sia un prodotto innovativo. E’ una fiction italiana all’italiana. Niente di nuovo se non che c’è Bud Spencer ad interpretarla. Non sposo la tesi dell’innovazione. Sono anni che non vedo innovazione. E’ una nuova fiction che parte come ne partono molte. Raccogliamo una eredità pesante di molte fiction di Mediaset andate male in questa stagione. Speriamo di alzare un po’ la media.”
Sei stato uno dei Vj più amati di Mtv. Come trovi cambiata la rete che ti ha ospitato per tanti anni?
“Sicuramente è una Mtv molto diversa da quella che frequentavo io, ma vedo che non è un problema solo di Mtv ma è la musica che è vista in maniera molto diversa rispetto a quando la frequentavo io televisivamente. Anche all’estero si investe molto meno e produce molto poco. I canali musicali sono diventati ormai piccoli contenitori di show più che contenitori tematici di musica. Non sono più luoghi di scoperta. Tutto ciò mi rappresenta molto poco. Sicuramente non vado ad accendere la Tv per scoprire musica nuova. Se dovessi accendere Mtv o Deejay Tv per fare ricerca musicale sarei messo abbastanza male. Credo che la sopravvivenza del concetto di libertà editoriale, di comunicazione sia nel web e da lì si debba ripartire. Da lì infatti a settembre ripartirò.”
Di che progetto si tratta?
“Ripartirò sul web, contro gli editori. Se uno ha ancora voglia di fare qualcosa di libero lo deve fare sul web, indipendente, autonomo senza pensare al guadagno. Il progetto verrà annunciato verso luglio. Fondamentalmente non è distante dall’idea di libertà musicale che mi ha sempre accompagnato e dalla voglia di parlare di tutto quello che penso possa essere stimolante. A questo unirò la esperienza di altre persone, una decina di presentatori e vj che abbiano il mio stesso desiderio e la mia stessa voglia di farlo in maniera internazionale, in inglese.”
Non c’è più spazio per la musica in Tv?
“Non si da lo spazio alla musica perché la musica comunque andrà avanti. La differenza la si vedrà nei concerti. Morirà la discografia ma rimarranno vivi i gruppi. Possono morire i canali musicali ma non gli artisti. Forse è la gestione sbagliata.”
Anche il Festivalbar, di cui hai condotto una edizione, è ormai morto. Che esperienza fu?
“Ho partecipato a quella che fu l’ultima edizione, non penso per demerito nostro, visto che c’erano già i conduttori per l’edizione successiva. Penso di aver lasciato un buon ricordo. Ci tenevo a farlo nel migliore dei modi senza condurlo con la mano destra e far altro con la mano sinistra. Per il resto era un contenitore con un orientamento che si conosceva molto bene. Non pensavo sicuramente di andare a fare tendenza dentro al Festivalbar. Era difficile farlo addirittura all’interno di “Brand: New”.”
Dopo diverse stagioni hai lasciato “Distretto di Polizia”, si dice per dare più spazio alla carriera musicale. E’ la vera motivazione?
“Non ho mai rinunciato a Distretto per questo. Sono andato via da Distretto perché dopo tre anni la consideravo una esperienza esaurita per un motivo d’attore. Interpretare lo stesso personaggio per tre anni è già stato tantissimo. Andare avanti mi sembra un po’ limitativo. Io ho bisogno di stimoli nuovi, diversi. Se avessi continuato a fare “Distretto” mi sarei precluso di provare una commedia come questa con Bud Spencer.”
Una altra rinuncia importante fu quella di non entrare nel cast de “L’ultimo Bacio”, sembra nella parte di Carlo il protagonista. Te ne sei pentito?
“Parliamo non so di quanti anni fa ormai. Non era la parte di Carlo ma il ruolo che interpretò poi Giorgio Pasotti. Una cosa che ormai non ha più importanza nella mia vita oggi.”
Nel tuo passato ritroviamo anche la partecipazione a “Via Zanardi 33”. Un programma che non trovò molto successo nella seconda serata di Italia1. Come lo ricordi?
“Mi ricordo gli amici che sono rimasti come l’amicizia con Elio Germano, con Dino Abbrescia. Fondamentalmente quello che mi resta è essermi trovato a tenere quasi a battesimo Elio. Aveva praticamente 18 anni. Eravamo molto legati. Abbiamo vissuto quasi 6 mesi in simbiosi. Tra noi c’era un legame molto forte che è rimasto. Poi abbiamo fatto “Che ne sarà di noi” insieme. E’ stato un ambiente che mi ha fatto incontrare delle persone che poi sono rimasti nella mia vita in maniera significativa.”
Dove ti vedremo in futuro?
“Per quanto riguarda la carriera d’attore sono in attesa di vedere cosa succederà con “I Delitti del cuoco”, se verrà attivata una eventuale seconda stagione. Al momento sono ad osservare quello che potrà succedere. Sono anche curioso di vedere come sarà montata e come è stata realizzata. Il progetto radiofonico che partirà da settembre è quello più ambizioso che mi impegnerà più a fondo per i prossimi anni, oltre al fatto di recitare. Sono due strade che porterò avanti in parallelo, come ho sempre fatto.”