A spuntarla, alla fine, è stata la Fox: le nuove date per la cerimonia di premiazione dei 75esimi Emmy Awards 2023 hanno come riferimento il 15 gennaio 2024, quando si terrà la consegna dei premi più ambiti della tv. Si conferma così lo slittamento al nuovo anno della premiazione delle migliori serie tv e dei relativi attori ed attrici, che solitamente si svolge a metà settembre, in concomitanza con la partenza della stagione tv autunnale.
Gli Emmy 2023 slittano a causa dello sciopero
Da tempo sapevamo che gli Emmy 2023 non si sarebbero svolti, come inizialmente previsto, il 18 settembre: la causa sta nell’ormai noto sciopero degli sceneggiatori statunitensi, cominciato nel maggio scorso, a cui si è affiancato a luglio quello degli attori. Una mobilitazione ancora in essere e che impedisce di fatto all’Academy ed alla Fox di poter organizzare una cerimonia così importante senza le certezze del caso nel corso del prossimo autunno (vale a dire la mancanza di autori per scrivere i copioni della serata, ma anche la probabile assenza delle star nominate).
Dicevamo che alla fine l’ha spuntata la Fox: era stato infatti proprio il network a proporre come periodo alternativo l’inizio del nuovo anno (in pieno “awards season”), mentre l’Academy spingeva di più verso il mese di novembre. Scopriremo quindi quali sono state le migliori serie tv della stagione appena conclusa quando saremo nel mezzo della prossima stagione di cui, in realtà, non sappiamo ancora l’effettiva partenza. Slittano anche i Creative Emmy Awards 2023, che si terranno il 6 e 7 gennaio (tra l’altro, il 7 gennaio ci sarà anche la premiazione dei Golden Globe).
Dobbiamo ricordare che con gli sceneggiatori che hanno incrociato le braccia sono numerosi i set di serie tv (sia nuove che già note) fermi da mesi: il che vuol dire che a settembre i network e le piattaforme avranno poco materiale inedito da proporre al proprio pubblico. Si spera che entro fine anno le case di produzione ed i sindacati possano trovare un accordo e riaccendere i motori dell’industria dell’intrattenimento made in Usa.
Sciopero degli sceneggiatori, a che punto sono le trattative?
A questo proposito, qualcosa era sembrato muoversi ad inizio mese, quando Carol Lombardini, Presidente dell’Amptp (l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, associazione che raggruppa più di 350 case di produzione americane) aveva invitato la Writers Guild Association ad un incontro per valutare i termini di ripresa delle negoziazioni. L’incontro, però, non si è concluso nel migliore dei modi, con la Wga molto dura nell’attaccare l’Amptp, colpevole di agire secondo i suoi classici schemi.
Le acque si sono nuovamente mosse nei giorni scorsi, quando Lombardini ha invitato la Wga a riprendere le negoziazioni: le case di produzione hanno presentato una controproposta alle proposte fatte dal sindacato, che saranno analizzate nel corso di questi giorni, per riprendere le trattative la settimana prossima.
Gli sceneggiatori chiedono un compenso salariale più equo, anche alla luce della vendita dei propri prodotti alle piattaforme streaming, abbandonando il concetto ormai superato di benefici da pagare a seconda delle repliche mandate in onda (sulle piattaforme l’idea di replica non esiste), ma anche maggiore tutela per le “writers’ room” e una regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale. Il sindacato degli attori, inoltre, chiede anch’esso maggiori compensi relativamente alla quantità di ore sul set ed, anche nel loro caso, una maggiore attenzione all’uso che si potrebbe fare dell’intelligenza artificiale, che potrebbe prendere il posto di sceneggiatori ed interpreti molto velocemente.
È ancora presto per dire che sia stato trovato un accordo, ma il fatto che entrambe le parti stiano dialogando è un segnale che c’è l’intenzione di far finire questo sciopero il prima possibile e riprendere a lavorare: le conseguenze, ad ogni modo, si faranno comunque sentire nel prossimo autunno.