Emma D’Aquino a TvBlog: “Sabato in diretta sarà un rotocalco. Verissimo? Non è un competitor”
A poco più di una settimana dal debutto di Sabato in diretta, Emma D’Aquino racconta la nuova avventura professionale a TvBlog
È pronta a debuttare fra nove giorni alla conduzione di Sabato in diretta, il nuovo programma del sabato pomeriggio di Rai 1. Emma D’Aquino, giornalista del Tg1, che negli ultimi anni si è confrontata già più volte con conduzioni diverse da quella del telegiornale, ci racconta come si sta preparando a questo esordio.
Come ti è arrivata la proposta di condurre Sabato in diretta e come l’hai accolta?
La proposta, che nasce da un’idea del direttore dell’Intrattenimento Day Time Mellone, mi è stata avanzata da lui e dal mio direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci. Andremo in onda su Rai 1, in sinergia però, come sempre, con il Tg1, dove io comunque resterò.
Dunque continuerai anche a condurre il Tg1 delle 20:00?
Sì, esatto.
Il programma richiama nel titolo La vita in diretta, che vede da alcuni anni la conduzione di Alberto Matano, tuo amico e collega ai tempi del Tg1. Quando ti è stato proposto Sabato in diretta, l’hai contattato subito per confrontarti con lui?
Quando ho deciso che era una proposta che potevo accettare, dato che era conciliabile con il mio impegno al telegiornale, l’ho chiamato e chiaramente Alberto sapeva già tutto, visto che le voci si rincorrono. È stato però la prima persona a cui ho rivelato che avevo accettato la conduzione del programma. Sabato in diretta è quasi una naturale conseguenza della Vita in diretta. Il direttore Mellone ha pensato di dare continuità alle storie e ai fatti che vengono seguiti durante tutta la settimana da Alberto e la sua squadra.
Matano ti ha dato dei suggerimenti o dei consigli in vista di questa nuova avventura professionale?
No, non mi ha dato dei veri suggerimenti, però mi ha detto: “Ti aiuto”.
Voi rispetto a La vita in diretta sarete uno spin-off, con condivisione della squadra di inviati, oltre che dello studio, o sarete un programma autonomo?
Il nostro sarà un programma autonomo. Avremo uno studio, una grafica, un logo e dei colori diversi rispetto a quelli di La vita in diretta. Noi, infatti, non saremo La vita in diretta di sabato, ma Sabato in diretta: anche il titolo sarà diverso. Avremo dei nostri inviati e una nostra redazione. Poi immagino che il “ti aiuto” di Alberto si riferisca anche un possibile aiuto da parte della sua squadra, quando questo si rivelerà necessario.
Che programma sarà Sabato in diretta?
Saremo un rotocalco, che cercherà di mettere insieme tutto quello che è successo durante la settimana: la cronaca, l’attualità, il costume e anche il gossip.
Rispetto a La vita in diretta, dove c’è un’importante componente di cronaca nera, cercherete di alleggerire un po’ di più i temi?
Sicuramente dovremo stringere e compattare tutti i temi per una trasmissione che dura un’ora e trequarti. Tratteremo in maniera diversa gli argomenti: non ci limiteremo a dare degli aggiornamenti, ma cercheremo di scendere in profondità per comprendere da dove nasce un fatto e qual è la sua evoluzione.
Qual è l’atteggiamento che avrete invece rispetto al vostro competitor, Verissimo?
Noi faremo il nostro e credo che Verissimo non sarà un competitor. Sabato in diretta sarà un programma diverso: non avremo in studio vip e ospiti che non siano “tecnici”. Potremo avere dalla criminologa alla psicologa, dall’esperto di gossip fino all’influencer, ma saranno tutti ospiti funzionali alle tematiche che affronteremo. È un esperimento coraggioso per il direttore Mellone e forse anche da parte mia. Lasciando da parte Italia Sì di Marco Liorni, che era un programma ben fatto, nel sabato pomeriggio di Rai 1 non c’è mai stato un rotocalco con la cronaca e l’attualità.
Per accettare per te è stato fondamentale sapere che avresti mantenuto la conduzione del Tg1 delle 20:00?
Per me era fondamentale e importante non soltanto questa nuova avventura, ma anche mantenere il mio impegno con il telegiornale. Essendo Sabato in diretta un appuntamento settimanale, è un impegno conciliabile con la conduzione del Tg1 ed esistono già precedenti di questo tipo.
Marco Liorni è stato il “proprietario” di questa fascia del sabato pomeriggio per sei anni. Lo hai sentito nelle scorse settimane?
No, non l’ho sentito, ma lo apprezzo molto e mi piace il suo stile garbato.
Per accettare Sabato in diretta hai dovuto rinunciare ad Amore Criminale, che conducevi da due edizioni. Ti è dispiaciuto?
A qualcosa devi per forza rinunciare se vuoi intraprendere una strada diversa. Amore Criminale è stato per me un impegno professionale importante, che mi ha molto gratificata. Non è però un qualcosa che finisce con Amore Criminale, perché io mi sono sempre occupata di temi che riguardano la lotta contro la violenza sulle donne e lo continuerò a fare sempre. Per queste tematiche ci sarà spazio sicuramente anche a Sabato in diretta.
A Sabato in diretta arriva con te, proprio da Amore Criminale, Matilde D’Errico. È stata una scelta naturale quella di coinvolgerla in questo tuo nuovo impegno?
Ho conosciuto Matilde quando mi chiamarono per Amore Criminale tre anni fa: la conoscevo solamente di nome all’epoca. È stato un bellissimo incontro quello con lei, sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista umano. È una persona che stimo: a me piace lavorare con persone così e per questo l’ho portata con me a Sabato in diretta. Con noi poi ci saranno anche Camillo Scoyni, storico autore Rai, e Gianluca Santoro, che è caposervizio.
Lo scorso anno hai condotto anche Vittime collaterali, un programma da te ideato. Per ora non ha avuto una seconda edizione. Ti piacerebbe riproporlo nella seconda parte di questa stagione?
È un’esperienza che non si è ripetuta per l’impossibilità di trovare spazi appropriati. Era un programma che aveva al centro temi sociali che non trovano un approfondimento all’interno dei telegiornali per ovvie ragioni di tempo. Ci siamo occupati degli orfani di femminicidio, di sicurezza sul lavoro, di ludopatia. Per me quello è stato fare servizio pubblico, così come quando conducevo Amore Criminale: sono trasmissioni che rappresentano la vera idea di servizio pubblico.
Non escludi, quindi, che possa tornare in onda?
Io non escludo niente, però per ora concentriamoci su Sabato in diretta. Poi vedremo.
Qual è l’augurio che ti fai in vista di questo debutto con Sabato in diretta?
L’augurio è sicuramente quello di incontrare il favore del pubblico, ma allo stesso tempo di essere me stessa. Mi piace metterci del mio: le mie idee, la mia visione delle cose, anche attraverso le domande che porrò agli ospiti che avremo. Vorrei tirare fuori quell’Emma che non viene fuori del tutto al telegiornale, che è un luogo istituzionale e che prevede una struttura completamente diversa.
Condurre un programma nel daytime di Rai 1 era il grande passo che sognavi quando hai iniziato a condurre trasmissioni autonome rispetto al Tg1?
Io amo la diretta e quindi sicuramente da questo punto di vista Sabato in diretta è un grande regalo. Poi io valuto sempre tutte le opportunità che mi vengono date: a me interessa solamente lavorare e mi piace moltissimo farlo in gruppo.