Emilio Fede si difende al Tg4 e avverte “Scheletri nell’armadio ce li hanno tutti”
Com’era facile immaginare, Emilio Fede, al Tg4 che dirige e conduce, parla più volte dell’indagine che lo vede coinvolto insieme a Lele Mora, Nicole Minetti e Silvio Berlusconi. Lo fa senza mezzi termini – secondo una linea simile a quella che si intravedeva ieri sera a Porta a porta -, ma si concentra più che
Com’era facile immaginare, Emilio Fede, al Tg4 che dirige e conduce, parla più volte dell’indagine che lo vede coinvolto insieme a Lele Mora, Nicole Minetti e Silvio Berlusconi. Lo fa senza mezzi termini – secondo una linea simile a quella che si intravedeva ieri sera a Porta a porta -, ma si concentra più che altro sui colleghi giornalisti. Invita una certa informazione a fermarsi. Dice “vergogna”. Si scaglia contro la fuga di notizie.
A mio avviso è una forma di reato
Però, non lo è: perché lo diventi, non basta dirlo in tv. Anche se, probabilmente, a qualunque cittadino piacerebbe poter usare la tv per dire qualcosa a proposito di questioni che lo riguardano privatamente.
Fede, perlomeno, non entra nel merito dell’inchiesta della magistratura. Ma butta la sua arringa sul tema comunicazione e informazione. E’ la società dello spettacolo, in cui non è importante quel che succede davvero, ma come lo si racconta.
Poi dice che sono state formulate ipotesi sul mio conto – è indagato, appunto – e sostiene e promette:
Se queste ipotesi sul mio conto fossero confermate, io mi dimetto da direttore del Tg4.
Però, insomma, continua a invitare l’informazione a non raccontare, a non scrivere. E chiude con una battuta, con un avvertimento: