Emanuela Orlandi, “il caso è aperto” per Nove Racconta: nuovo doc in prima tv con il fratello Pietro
La scomparsa di Emanuela Orlandi continua a essere un giallo internazionale, che coinvolge Vaticano, Italia e servizi segreti di mezza Europa: Nove presenta un nuovo doc, in onda in prima tv e in prima serata.
22 giugno 1983: una cittadina vaticana di 15 anni scompare dopo una lezione di musica. Di lei non si hanno più notizie e 36 anni dopo il fratello Pietro continua incessantemente a chiedere alle autorità vaticane e italiane indagini e informazioni sulla scomparsa della sorella. Parte da qui “Emanuela Orlandi – Il caso è aperto”, nuova inchiesta/reportage in onda questa sera, lunedì 30 settembre, alle 21.25 su Nove. Tra le testimonianze raccolte da questo ultimo doc, anche quella di Pietro Orlandi, già guida e conduttore di Scomparsi, una produzione B&B Film per Crime+Investigation del gennaio 2018 che si aprì proprio con una puntata speciale sul caso Orlandi. Un anno e mezzo dopo Pietro, che non ha mai smesso di combattere per la verità, è tra i volti di questo nuovo doc firmato da Stand by Me che procede, come molti altri sul caso della quindicenne vaticana, ricostruendo i momento cruciali della sua scomparsa e il contesto politico e sociale dell’epoca.
Testimoni, documenti, intercettazioni originali, immagini private di famiglia Orlandi restano i capisaldi del racconto, che ormai è diventato un format. Format che non può prescindere non solo dalla determinazione di Pietro, ma anche dalle ricostruzione di contesto del giornalista Andrea Purgatori, del commento tecnico del procuratore Giancarlo Capaldo, del racconto della battaglia legale da parte dell’avvocato Laura Sgrò, cui si aggiunge il racconto di Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera. Proprio gli ultimi atti dell’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, ha portato a un altro momento ‘cruciale’ (ma non risolutivo) nelle indagini sul caso, ovvero la concessione vaticana all’apertura di due sepolture site all’interno del Cimitero Teutonico a Roma in seguito alla segnalazione anonima che esortava a cercare “dove guarda l’Angelo, per sapere dove sta Emanuela”. L’apertura delle tombe non ha portato a nulla, ma conferma quanto complesso sia il sostrato su cui si ‘poggia’ questa storia.
Di indicazioni anonime e di tombe è costellata la storia recente del caso Orlandi: come non ricordare la telefonata in diretta a Chi l’ha visto? in cui una voce maschile, dal chiaro accento romanesco, suggeriva di vedere dove fosse sepolto Renatino De Pedis, capo della Banda della Magliana, il cui corpo era conservato nella Basilica di Santa Apollinare, a poca distanza dall’ultima segnalazione di Emanuela viva. Un mistero affascinante che però tiene una famiglia (due con quella di Mirella Gregori, coetanea di Emanuela scomparsa qualche settimana prima in circostanze analoghe) col fiato sospeso da 36 anni.
“Finchè non ho il corpo di Emanuela per me è un dovere cercarla viva. È diventata anche il simbolo di tutte le persone scomparse. In tutte le manifestazioni, le petizioni che abbiamo fatto, io ho sempre voluto che la voce di Emanuela potesse anche essere la voce di tutte queste altre persone”
ribadisce il fratello Pietro, che proprio con questo spirito accettò e poi affrontò la conduzione di Scomparsi. Mentre Papa Francesco sembra suggerire che Emanuela sia ormai “in cielo”, senza però circostanziare l’indizio, Pietro continua a pensare la sorella ancora viva e torna a raccontare la sua storia e quella di un intero Paese stretto tra intrighi e misteri che intrecciano le due sponde del Tevere con questo speciale in onda stasera, 30 settembre, alle 21.25, sul canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9.