Elenoire Casalegno e la tv della Domenica (pomeriggio) Cinque

28 minuti. Tanto dura, break pubblicitario incluso, l’intervista agiografica che Barbara D’Urso dedica a Elenoire Casalegno. Una di quelle esperienze catodiche che ti rimane impressa se, per caso, ipnoticamente ci sei caduto dentro con tutte le scarpe.

Nella lunga intervista alla 34enne ravennate, una sorta di monografia, preceduta da clip calendariesca, che si potrebbe ascrivere – per durata, non certo per contenuto – a qualche intellettuale novantenne unanimemente riconosciuto come un genio, si ripercorre la vita di Elenoire, tutti i suoi amori, da Vittorio Sgarbi a Ringo. Anzi, no, non si riesce a ripercorrerli tutti, tant’è che l’appuntamento per proseguire il racconto è una delle prossime puntate di Pomeriggio Cinque. Si trova anche il tempo per dare qualche messaggio edificante (per esempio, un invito ai genitori di minorenni ad accompagnarle ai provini) e rare perle di saggezza sulle gonne che Elenoire non amava portare.

Poi, dopo 28 minuti, bisogna chiudere perché arriva Maicol Berti, l’ospite-prezzemolo di tutta la produzione Mediaset possibile e immaginabile, che ora (dopo il Mondo Gayo del Chiambretti Night), proprio mentre scrivo queste righe, è in studio e racconta della morte della madre.

Ecco, questo forse aiuta a parlare di questa tv domenicale, una tv che forse, in apparenza, non è cambiata molto da vent’anni a questa parte, perché il cambiamento è stato un flusso costante e continuo verso un appiattimento che permette di mescolare tutto, verso un racconto di storie diverse fra loro, disomogenee, in cui le parole si mescolano e – con orwelliana memoria – perdono il loro significato, cosìcché si possa parlare, una domenica pomeriggio, di tacchi e gonne, di amori e amanti, di omosessualità e morte . Come se niente fosse. Dedicando a “personaggi” lunghe, interminabili monografie.

Elenoire Casalegno a Domenica Cinque