Elena Di Cioccio e la veglia funebre di Scorie (accettato per far alzare il prezzo a Mediaset?)
Più che un night show una veglia funebre. Elena di Cioccio conduce Scorie con la stessa flemma di un prete durante la processione dietro il morto. Una trasmissione che già nasceva precaria dai tempi di Nicola Savino, che quantomeno era l’unico a crederci con Digei Angelo, si è definitivamente arresa, dando segni di stanca misti
Più che un night show una veglia funebre. Elena di Cioccio conduce Scorie con la stessa flemma di un prete durante la processione dietro il morto. Una trasmissione che già nasceva precaria dai tempi di Nicola Savino, che quantomeno era l’unico a crederci con Digei Angelo, si è definitivamente arresa, dando segni di stanca misti ad autolesionismo. Gelo, silenzi interminabili, la tassa Massimo Bagnato, una Di Cioccio sola in uno studio orfano di spalle, goliardiate e gnocche.
La differenza tra la nuova conduttrice e chi l’ha preceduta è che a lei gli autori scrivono le invettive sperando che le smorzi, mentre Elena le pronuncia con il suo più profondo sprezzo per le vittime di turno.
La puntata in questione inizia con il consueto dileggio dei talent in circolazione, con tanto di bilancio vittimista:
“La Mori l’hanno rinchiusa nell’armadio… A proposito di talenti tarock, nella famiglia Celentano ci sono tanti talenti, Celentano e… ehm…”.
La Di Cioccio mostra poi sul led le differenti code ai provini di Amici, X Factor e Scalo76. Nel primo caso si tratta di una marea umana che blocca il centro città, nel secondo di una fila ordinata per due al parco e nell’ultimo di un vecchio barbone che chiede l’elemosina. Ed Elena chiosa senza alcuna ironia:
“Lo chiamano 76 come l’età media dei telespettatori”.
E pensare che, non solo si tratta della sua rete, ma proprio oggi pomeriggio la Di Cioccio sarà ospite di Scalo76. Per qualcuno sarà stata una semplice battuta, ma se recuperiamo i commenti della conduttrice sulla collega Lucilla Agosti, da un’intervista rilasciata a Extra Tv, capiamo che qualche compiacimento provocatorio c’è:
“Io e lei ci conosciamo dai tempi di All Music, ma non siamo amiche. Non abbiamo fatto un percorso simile, anzi siamo completamente diverse. Io arrivo dalle Iene, non ho un percorso simile al suo. Lei è molto più pulita, nazionalpopolare e soprattutto Lucilla è bella, sempre perfetta. Io non sono mai perfetta”.
E’ che vorremmo tanto scoprire qual è il talento di questa Di Cioccio. Il sottoscritto a suo tempo si era permesso di definirla la Lucilla Agosti al quadrato di RaiDue, semplicemente per un comune approccio snob e poco motivato ai programmi che conducono (proveniendo entrambe dalla scuola radical-chic di All Music). Sempre Extra Tv rinfaccia l’appellativo alla Di Cioccio come se se lo fosse cucito addosso lei stessa:
“Non ho mai detto una cosa del genere”.
Ti crediamo, cara Elena. Infatti l’ho detto io. E capisco tante cose del perché entrambe conduciate programmi così anonimi e inutili, oltre che flop colossali di ascolti:
“In realtà è Mediaset che mi ha mandato qui… mi hanno detto di andare un annetto a RaiDue, perché così sarei tornata e avrei sicuramente guadagnato di più. Mi hanno mandato a fare uno stage estivo”.
Peccato che, dopo una performance così noiosamente scialba, rischia persino di non meritarsi più le Iene.