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Eities – Ottanta mi dà tanto, web serie con Geppi Cucciari su Dplay

Eities per rafforzare l’offerta over-the-top del gruppo Discovery

pubblicato 10 Marzo 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 03:38

È partita oggi su Dplay.com Eities – Ottanta mi dà tanto, web serie con Geppi Cucciari. L’attrice, che in queste settimane ha invaso la televisione conducendo due puntate a settimana de Le Iene e tornando su Rai3 a Per un pugno di libri (senza dimenticare l’appuntamento quotidiano su Radio2 con Un giorno da pecora, al fianco di Giorgio Lauro), interpreta una receptionist con l’ossessione per gli anni ’80. Grazie ad una app cinese (ancora in versione Beta) finisce nel suo decennio preferito, quello dai colori discutibili, dalle giacche con le spalline e dai capelli alla Ivana Spagna.

Guest star del primo episodio è Fabio Volo, 5 volte Premio Nobel per la Fisica. La serie, ideata da Luca Bottura, interpretata anche da Valentina Lodovini e diretta da Gianluca Leuzzi con Pietro Belfiore, Davide Rossi e Andrea Fadenti de Il terzo segreto di Satira, mira evidentemente a rafforzare l’offerta over-the-top (OTT) del gruppo Discovery.

Eities – Ottanta mi dà tanto, che pur andando in onda soltanto sul web (almeno per ora) è stata promossa anche in tv con promo ad hoc, appare al debutto una serie ben fatta e legata, come ovvio che sia, alla scrittura brillante di Bottura. Il formato, la durata ed il linguaggio la avvicina volutamente alla sketch-com che tanto ha dimostrato di funzionare sul web negli ultimi anni e che qualcuno (i talk show politici in particolare) ha tentat- con scarso successo – di portare in tv sperando magari di attirare un pubblico (più) giovane.

Eities, sceneggiata da Carlo Gabardini e Andrea Piana e prodotta da Zerostudios e ITV Movie, merita di essere seguita, anche per scoprire quanto spazio sarà concesso alla satira politica (nella prima puntata accennata soltanto con la foto di Bettino Craxi alle spalle del proprietario di Tele naviglio, tv privata che si occupa di ‘pornazzi’ ma che ha vocazione famigliare) rispetto a quella più ‘facile’ di costume.

Geppi Cucciari