Home Notizie Editoriale – La tv “normale”, il paese reale e l’illusione democratica del televoto

Editoriale – La tv “normale”, il paese reale e l’illusione democratica del televoto

Dopo la sbronza sanremese, si ritorna alla normalità, più o meno, a partire da oggi – ammesso che un uomo nudo al Grande Fratello sia normale -. Sui giornali, il trionfo di Paolo Bonolis, grande vincitore di questo Festival di Sanremo 2009, è celebrato da lunghe interviste. Nelle quali, Bonolis ammette che, di tutto il

23 Febbraio 2009 13:27



Dopo la sbronza sanremese, si ritorna alla normalità, più o meno, a partire da oggi – ammesso che un uomo nudo al Grande Fratello sia normale -. Sui giornali, il trionfo di Paolo Bonolis, grande vincitore di questo Festival di Sanremo 2009, è celebrato da lunghe interviste. Nelle quali, Bonolis ammette che, di tutto il meccanismo, cambierebbe il televoto. Lo dice lui, e possiamo virgolettare da La Stampa:

poiché va in tv [il Festival, ndr] è il mezzo che dev’essere assecondato nei suoi meccanismi, e poiché è anche il Festival della musica italiana, è stato un lavoro da farmacista quello di esaltare la potenzialità della musica. E anche nel meccanismo della gara, che alla fine era quello che mi importava di meno. Però sì, se tornassi a questo si potrebbe mettere mano. Avrei potuto pensare a un altro meccanismo. Ma può darsi che avrebbe vinto in ogni caso Marco Carta


A giudicare dai dati divulgati sul target dei televotanti (80% di ragazzi/e – con prevalenza maschile – fra i 12 e i 20 anni), ci permettiamo di dissentire.

Detto ciò, Bonolis lo cambierebbe, il televoto. Oggi. Dopo aver usato anche il televoto per fare del Festival quel grande successo numerico che è stato. A scapito della musica, che è passata – ma si sapeva – in secondo piano. Anzi, direttamente nello scantinato.

Fa piacere, almeno, che non si faccia passare il televoto come un voto dell’Italia. Questo è un concetto importante, che se permettete sviscereremo insieme, brevemente.

Ho televotato due volte, credo, in vita mia. Una delle due volte era per votare una Miss a Miss Italia, sostanzialmente mia vicina di casa. Non vinse, ora ha comunque una vita splendida. E non l’ho votata perché la preferissi alle altre, ma in quanto mia vicina di casa che conoscevo. E’ evidente che, al di là di irregolarità vere o presunte, il televoto non sia un meccanismo meritocratico, né, tantomeno, democratico. Il televoto è un meccanismo riservato ai fan, che sui fan costruisce la fortuna di un programma e/o di un personaggio.

Si vota, appunto, il personaggio. Non la sua bellezza, non la sua bravura, non l’esibizione. Il personaggio.

E il sottoinsieme di chi televota è un sottoinsieme di chi guarda Sanremo che è a sua volta un sottoinsieme dell’Italia. Fortunatamente. Ma da oggi si torna al paese reale, alla tv normale: il televoto è lì per i reality show.