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Editoriale – Dai reality al 25 aprile, la piatta bidimensionalità televisiva

C’è stato il 25 aprile, ci sarà il 1° maggio. Due giornate che dovrebbero significare qualcosa per l’Italia, e che, come sempre accade, si riducono a eventi – anche televisivi, ci mancherebbe altro. Il 1° maggio, poi, ci sarà Vasco, pensate un po’ – svuotati dei loro significati più profondi.Forse è una prerogativa della televisione,

27 Aprile 2009 06:27


C’è stato il 25 aprile, ci sarà il 1° maggio. Due giornate che dovrebbero significare qualcosa per l’Italia, e che, come sempre accade, si riducono a eventi – anche televisivi, ci mancherebbe altro. Il 1° maggio, poi, ci sarà Vasco, pensate un po’ – svuotati dei loro significati più profondi.

Forse è una prerogativa della televisione, quella di svuotare gli eventi dei loro significati più profondi e ridurre tutto a un appiattimento bidimensionale condito da belle parole. O forse è una prerogativa della televisione italiana, così poco avvezza, da un po’ di tempo a questa parte, a riuscire a raccontare storie emozionanti.

Ci pensavo, guardando le immagini di questo 25 aprile ma anche ragionando, più banalmente, da un punto di vista più pop, ripensando ai reality che si sono conclusi, e ai loro omologhi esteri. Pensate a Susan Boyle, per esempio. Pensate a com’è costruita, in maniera perfetta, la narrazione di Britain’s got Talent – che racconta quasi cinematograficamente la favola di Susan: la derisione, fatta di piani d’ascolto, lo stupore, il successo. Se lo riguardate, il video, è emozionante, dico sul serio.

Pensate ora ai nostri. A Ferdi Berisa che ha vinto il Grande Fratello. A Matteo Becucci, a Marco Baldini. Certo, i fan di ciascuno avranno provato emozioni – come si faccia, a provarle a certe ore di notte, è cosa che mi è profondamente oscura -. Ma i tre vincitori – eccezion fatta forse per il solo Baldini – rappresentano quell’appiattimento bidimensionale di cui sopra.

Ferdi ha la storia più scontata e strappalacrime. Ed è stato premiato per un comportamento che, di fatto, non lo ha mai visto prendere alcuna posizione: l’italiano medio, si sa, ama commuoversi, anche gratuitamente. Matteo. Matteo è bravo, ci mancherebbe altro. Bravo e classico, di certo non una novità in senso lato. Baldini, il giocatore, l’amico di Fiorello, colui che devolve tutta la vincita de La Fattoria ai terremotati d’Abruzzo – e in questo probabilmente si distingue -, era il vincitore annunciato. A meno che qualcuno non credesse davvero che potesse vincere Corona: l’italiano medio ama il maledetto, ma solo finché può pensare che vorrebbe essere come lui, e solo se può giudicarlo male.

La sensazione, dunque, è che dalla Festa della Liberazione alla fine dei reality, il trend sia una sostanziale, inaudita e poco stimolante calma piatta. L’avanzare della stagione estiva per la quale non si annunciano grandi sperimentazioni, poi, fa quasi crollare ogni speranza. Ma può darsi che la tridimensione sià là, all’orizzonte. Noi, qui, continueremo a cercarla.