Editoriale /1
Si ricomincia. E si ricomincia con tanta voglia di fare qui su TvBlog, anche se in fondo non abbiamo mai smesso di tenervi compagnia anche in questa estate che ancora non finisce ma che già lascia il posto alla nuova stagione televisiva che scalpita e riparte, parzialmente, da oggi.Noi saremo qui, con appuntamenti fissi, come
Si ricomincia. E si ricomincia con tanta voglia di fare qui su TvBlog, anche se in fondo non abbiamo mai smesso di tenervi compagnia anche in questa estate che ancora non finisce ma che già lascia il posto alla nuova stagione televisiva che scalpita e riparte, parzialmente, da oggi.
Noi saremo qui, con appuntamenti fissi, come questo editoriale che ritornerà tutti i lunedì alle 9, poco dopo la vignetta di Massy, settimana dopo settimana, cercando una sua forma compiuta, senza prendersi troppo sul serio – consideratelo come un punto di partenza o di riepilogo, e anche, perché no, come un’occasione per parlare delle idee di voi lettori al di là del mare magnum dei commenti -, come il Cosa vedrai? che va a sostituire, in maniera più ludica, il Cos’hai visto, si proporrà come una specie di guida tv di TvBlog, con tanto di sfida anessa. Come le altre rubriche che scopriremo insieme a poco a poco.
Speriamo che sia un bell’anno televisivo – e non solo -, anche se le premesse, va detto, non sono delle migliori. Ma qui ci si crede sempre, che si possa trovare anche del bello di cui parlare. E si crede anche che l’intrattenimento abbia senso di esistere in tutte le sue forme, anche quelle più pop, con buona pace di chi benpensa e di chi vorrebbe aboliti certi generi dalla tv. Soldi ce ne sono sempre meno, nonostante i toni trionfalistici. Il calcio c’è di nuovo, ma con lo sconto. Sanremo non si sa. I reality imperversano proprio per questo. L’offerta non tradizionale si moltiplica e fatalmente divide il pubblico in microcosmi. Questa è la realtà della tv di oggi.
Ma su una cosa vorrei focalizzarmi, in questo primo editoriale di TvBlog – curioso, no, che il primo venga dopo anni di attività? -. Sulla finzione, che è ovviamente – ma mai troppo palesemente – sinonimo di tv.
Abbiamo visto insieme le Olimpiadi, un evento sportivo-politico patinato e ai limiti dell’assurdo se si considera il contesto politico in cui si è svolto. Le abbiamo viste in tv, come un gigantesco reality show sportivo, e ci abbiamo creduto, ovviamente.
Ma la finzione c’è in tutto: c’era anche, per dirne una, nella spettacolare cerimonia d’apertura. Dove abbiamo assistito alle esibizioni di finti artisti – in realtà addestratissimi militari -, di una finta cantante novenne che cantava in playback, di finti (almeno in parte) fuochi artificiali preregistrati per evitare di sbagliare, di svariati finti gruppi etnici in sfilata, messi insieme teatralmente per l’occasione.
Finzione e controllo sono stati un’ossessione della Cina, nel corso di questi giochi. Forse, in un altro senso, da un altro punto di vista, la finzione e il controllo sono parte integrante della tv. Quindi, ecco, l’invito per tutti – per noi, per voi – è di approcciarci a questo meraviglioso mezzo pop con un minimo di spirito critico.
Anche quando ci si vuole solo intrattenere. Male non può fare.